Dal 17 settembre 2025 entra in vigore una novità che segnerà una svolta per il settore delle energie rinnovabili nel nostro Paese. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale del 4 agosto, l’Italia diventa il primo Paese europeo a escludere dagli incentivi economici gli impianti fotovoltaici che utilizzano pannelli, celle o inverter di origine cinese.
Il provvedimento modifica le regole introdotte dal decreto Fer X transitorio del dicembre 2024 e si applica alla seconda tranche di aste per gli incentivi. Con questa decisione, il Ministero dell’Ambiente conferma la volontà di premiare e favorire gli operatori economici che acquistano ed impiegano tecnologie prodotte o assemblate nel territorio europeo.
Regole più severe per accedere agli incentivi
Chi parteciperà alle nuove aste dovrà rispettare criteri stringenti:
Il provvedimento modifica le regole introdotte dal decreto Fer X transitorio del dicembre 2024 e si applica alla seconda tranche di aste per gli incentivi. Con questa decisione, il Ministero dell’Ambiente conferma la volontà di premiare e favorire gli operatori economici che acquistano ed impiegano tecnologie prodotte o assemblate nel territorio europeo.
Regole più severe per accedere agli incentivi
Chi parteciperà alle nuove aste dovrà rispettare criteri stringenti:
- i pannelli non potranno essere realizzati o assemblati in Cina;
- le celle fotovoltaiche dovranno avere un’origine diversa dal mercato cinese;
- anche gli inverter non potranno provenire dalla Cina;
- almeno uno dei componenti tecnologici indicati in un elenco dedicato dovrà essere di fabbricazione europea o, comunque, non cinese.
Si tratta, dunque, di un’importante inversione di tendenza da parte del governo. Infatti, nella prima fase l’accesso non prevedeva particolari vincoli, motivo per cui è pervenuto un numero di domande piuttosto elevato. Per la seconda tranche l’obiettivo è orientare gli installatori verso fornitori alternativi, garantendo loro incentivi di importo superiore rispetto a quelli della prima fase, utili a compensare il maggiore costo delle tecnologie europee.
Un sostegno mirato alla filiera europea
Il nuovo decreto non si limita a fissare vincoli, ma introduce anche un meccanismo preferenziale: una quota di potenza, fino al 20% del contingente massimo, sarà riservata tramite una procedura ad hoc agli impianti superiori a un megawatt che siano pienamente conformi ai criteri di produzione europea.
La strategia: ridurre la dipendenza dalla Cina
L’iniziativa va letta nella prospettiva di riequilibrare il mercato del fotovoltaico, che oggi è dominato dalla Cina. Negli ultimi dieci anni, il governo di Pechino ha, infatti, investito oltre 50 miliardi di dollari per rafforzare la propria capacità produttiva, arrivando a controllare più dell’80% della produzione mondiale di pannelli fotovoltaici. Come se non bastasse, i dieci principali fornitori globali di apparecchiature per il solare hanno sede proprio in Cina.
L’Italia ha scelto, dunque, di dare avvio ad una politica industriale che, da un lato, valorizzi maggiormente il settore produttivo europeo, a scapito di competitors stranieri e, dall’altro, cerchi di riportare la supremazia in ambito tecnologico nel vecchio continente.