Dopo anni di immobilismo, il 2025 ha segnato una svolta storica per l'
Assegno di Inclusione. Per la prima volta dal 2019 - anno di introduzione del Reddito di Cittadinanza - il governo ha deciso di incrementare significativamente l'importo del
sussidio, portandolo da 500 euro a 541,66
euro mensili per il singolo beneficiario. Questo aumento è stato frutto di una revisione strutturale della misura che ha visto innalzare la soglia di reddito familiare da non superare, passata da 6.000 a 6.500 euro annuali. L'incremento rappresenta un adeguamento al costo della vita, considerando che negli ultimi anni l'inflazione aveva eroso drasticamente il potere d'acquisto delle famiglie più fragili.
L'inflazione come motore del prossimo incremento
Il possibile aumento dell’Assegno di Inclusione nel 2026 risiede nell'andamento dell'inflazione. Secondo i dati ISTAT, dopo i picchi drammatici dell'8,1% nel 2022 e del 5,4% nel 2023, l'inflazione si è stabilizzata allo 0,8% nel 2025, ma gli esperti prevedono una risalita intorno al 2% entro fine anno. Già ad agosto 2025, l'Istituto di Statistica registrava un tasso dell'1,7%, confermando la tendenza al rialzo. Questi numeri determinano l'erosione del potere d'acquisto delle famiglie beneficiarie: quello che oggi si acquista con 541,66 euro, domani potrebbe costare di più, rendendo necessario un nuovo adeguamento della misura.
130 euro in più, ma spalmati nell'anno
Se l'inflazione dovesse effettivamente attestarsi al 2% come previsto, l'applicazione di questo incremento sui 541,66 euro mensili attuali porterebbe a un aumento di circa 130 euro annuali, pari a quasi 11 euro in più al mese. L'Assegno di Inclusione raggiungerebbe così circa 552 euro mensili per beneficiario. Non si tratta di cifre astronomiche, ma di un aiuto concreto e tangibile per le famiglie che vivono ai margini della povertà. Questo eventuale incremento non sarà paragonabile a quello del 2025, che aveva carattere strutturale e correttivo, ma rappresenterebbe comunque un segnale importante di attenzione verso le fasce più deboli della popolazione, dimostrando che il governo intende mantenere il passo con l'aumento del costo della vita.
Ricordiamo che, parallelamente alle prospettive di aumento, il panorama dell'Assegno di Inclusione si arricchisce di ulteriori misure di supporto. Tra le novità più significative spicca il Bonus ponte di 500 euro, una misura transitoria pensata per sostenere le famiglie in attesa del riconoscimento definitivo del sussidio o durante i periodi di transizione tra una domanda e l'altra.
Le prospettive future: tra necessità sociale e sostenibilità economica
L'eventuale aumento del 2026 segnerebbe un precedente significativo nella gestione dei sussidi italiani, introducendo il principio dell'
adeguamento automatico all'inflazione. Questa prospettiva assume particolare rilevanza considerando che l'Assegno di Inclusione, pur avendo una platea più ristretta rispetto al precedente Reddito di Cittadinanza, continua a rappresentare l'ultima rete di sicurezza per
nuclei familiari con soggetti fragili come disabili, minori, over 60 e persone in condizioni di svantaggio. La misura, infatti, esclude deliberatamente gli occupabili al
lavoro, concentrandosi su chi ha effettive difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro.
Il possibile incremento di 130 euro annuali, seppur modesto, potrebbe fare la differenza per migliaia di famiglie che ogni mese devono confrontarsi con bollette, spesa e costi sempre più elevati, rappresentando non solo un sostegno economico ma anche un riconoscimento della dignità di chi si trova in condizioni di particolare vulnerabilità sociale.