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Assegno di inclusione 2024, entro quando va speso e quanto si può accumulare: differenze con il Reddito di Cittadinanza

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Assegno di inclusione 2024, entro quando va speso e quanto si può accumulare: differenze con il Reddito di Cittadinanza
Assegno di inclusione: entro quando va spesa e fino a quanto si può accumulare. Ecco le differenze rispetto al Reddito di Cittadinanza
Dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione (ADI) è diventato operativo. Si tratta della nuova misura introdotta dal Governo in sostituzione del Reddito di cittadinanza, dopo l’introduzione del Supporto per la formazione e il lavoro (SFL).

Però, con i primi pagamenti di fine gennaio sono nate anche le prime incertezze.

Dato che la nuova misura riprende il vecchio Reddito di Cittadinanza sotto alcuni aspetti, molti si chiedono entro quando vada spesa e fino a quanto si possa accumulare la somma accreditata sull’ADI. Vale quanto era previsto precedentemente per il Reddito di Cittadinanza o ci sono delle differenze?

Innanzitutto, si deve precisare che l’ADI è un aiuto economico che viene riconosciuto a nuclei familiari fragili: ossia, quei nuclei familiari con un componente disabile o un minore o con più di 60 anni o in condizione di svantaggio e inserito in un programma dei servizi socio-sanitari del territorio. Inoltre, per accedere a questo nuovo beneficio, è necessario partecipare ad un percorso di formazione e inclusione per il collocamento nel lavoro, tramite patto di attivazione digitale (PAD).

Riprendendo il modello del Reddito di Cittadinanza, la nuova disciplina ha previsto una serie di beni e servizi che non possono essere acquistati con l’ADI (ad esempio, per gli acquisti con pagamento telematico, c’è il divieto di comprare prodotti alcolici, armi, articoli di gioielleria o sigarette, anche elettroniche, derivati del fumo). È anche vietato acquistare online o utilizzare la carta all’estero.

Allora, fermi restando questi divieti, per esclusione (ossia, al di fuori dei beni e servizi per cui è espressamente previsto un divieto di acquisto), il beneficiario potrà comprare con l’ADI tutti gli altri prodotti.

C’è una scadenza entro cui bisogna spendere l’importo? Se non si spende quanto ricevuto in un certo mese, c’è il rischio di subire una riduzione della successiva ricarica?

Il dubbio nasce perché il vecchio Reddito di Cittadinanza era soggetto ad una serie di limiti. Per un verso, il beneficiario doveva spendere l’importo accreditato entro la fine del mese successivo a quello in cui l’aveva ricevuto. Se la somma non veniva spesa, con la prima ricarica utile, l’interessato subiva una riduzione nei limiti del 20% del beneficio.
Per altro verso, per il Reddito di Cittadinanza, la somma non spesa non poteva essere accumulata. Infatti, ogni semestre, ad eccezione di una mensilità di beneficio, veniva trattenuto l’ammontare complessivo non speso o non prelevato nei sei mesi di riferimento.

Allora, tra l’ADI e il Reddito di cittadinanza ci sono differenze?

La risposta è sì. Le due misure prevedono regole diverse. Vediamo di cosa si tratta.

Leggendo la disciplina della nuova misura, si comprende come per l’ADI non sia stata prevista una scadenza, né limiti di accumulo.

Pertanto, a differenza di quanto stabilito per il Reddito di Cittadinanza, l’ADI presenta un trattamento di maggior favore per i nuclei familiari interessati. Perché?

Nella normativa sull’ADI, non viene disciplinato il punto su un’eventuale scadenza per spendere la somma ricevuta mensilmente. In realtà, non si capisce se sia un vuoto involontario o una decisione voluta. A prescindere da ciò, il dato di fatto è uno: non è previsto un termine entro cui il beneficiario sia obbligato a spendere la somma ottenuta a titolo di ADI. Peraltro, per avere una maggiore sicurezza, è intervenuto anche l’INPS che ha confermato l’assenza di una scadenza per spendere le somme ADI.

Ancora, in relazione all’ADI, non c’è neanche un limite di accumulo.

Quindi, allo stato dei fatti, viene riconosciuta ai nuclei familiari fragili la possibilità di risparmiare, mettendo da parte soldi che potrebbero servire in futuro.


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