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Agenzia delle Entrate, attento in vacanza ai pagamenti con carta e bonifico per spese elevate, rischi controlli fiscali

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Agenzia delle Entrate, attento in vacanza ai pagamenti con carta e bonifico per spese elevate, rischi controlli fiscali
In vacanza paghi con la carta o ricevi bonifici da amici? Attenzione: l'Agenzia delle Entrate potrebbe accorgersene. Ecco cosa controllare e come tutelarti
L'estate è tempo di ferie, ma anche di costi straordinari durante i giorni di vacanza. Per praticità e sicurezza, in molti preferiscono tenere a casa i contanti e pagare con mezzi digitali, come carte di credito e bancomat. Ma attenzione alle possibili insidie di natura fiscale. Si pensi ad esempio al classico viaggio in comitiva, dove uno dei membri paga e anticipa - per conto degli altri - una serie di spese di entità molto elevata, rispetto al reddito dichiarato al Fisco.

Ebbene, non bisogna dimenticare che quest'ultimo si avvale dell'Anagrafe dei rapporti finanziari, dei più avanzati strumenti di analisi del rischio e di evoluti algoritmi di anomalia, per fare confronti e individuare eventuali discrepanze tra tenore di vita, spese effettuate e reddito dichiarato. Ed è vero che banche, poste e altri operatori finanziari trasmettono regolarmente alle Entrate una serie di precisi dati sui conti correnti dei contribuenti, tra cui saldi, movimentazioni e investimenti.

In termini pratici, se una persona con reddito moderato improvvisamente spende somme elevate in hotel, resort, ristoranti o viaggi internazionali, potrebbe insospettire l'Agenzia che - come è noto - effettua controlli fiscali proprio sui pagamenti tracciabili. Non solo. Un altro rischio riguarda i rimborsi, vale a dire i successivi bonifici giunti dagli altri membri della comitiva che - a fine vacanza - pagano la loro frazione di spesa totale, in precedenza anticipata. Il Fisco potrebbe interpretare tutte queste operazioni come entrate insolite o anomale e, comunque, "fuori scala" rispetto al reddito medio dichiarato.

D'altra parte è vero che, in queste circostanze, non è detto che scatti automaticamente un accertamento da parte delle Entrate. Tuttavia, se i movimenti sono numerosi, ricorrenti o non giustificabili (almeno apparentemente), il Fisco potrebbe ipotizzare un'evasione e avrebbe tutto il diritto - e l'interesse - di fare accertamenti, richiedere chiarimenti o prove documentali, che palesino l'assenza della violazione di norme fiscali. Ecco perché, in caso di ricezione di bonifici da amici o familiari per rimborsi, è consigliato indicare una causale che sia la più chiara possibile (es. "rimborso spese viaggio Barcellona agosto 2025"). In caso di controlli, saranno diciture molto utili a ricostruire con esattezza i flussi di denaro.

Abbiamo detto che l'Agenzia delle Entrate può ipotizzare che si tratti di un caso di illecito fiscale: non sarà necessaria la certezza del reato, in quanto basterà che sussistano elementi anomali. A quel punto spetterà al contribuente dare le opportune spiegazioni, dimostrando l'origine lecita delle somme spese o ricevute. Infatti, l'onere della prova è a suo carico ai sensi dell'art. 32 delle disp. accert. imp. redditi: si può cioè presumere l'esistenza di redditi non dichiarati (presunzione legale), a meno che il contribuente non fornisca prove contrarie e spieghi che quelle somme provengono effettivamente da "fonti lecite" (ad esempio prestiti familiari, risparmi accumulati, rimborsi tra amici, ecc.), con documenti e giustificazioni plausibili e coerenti. Concludendo, se il contribuente motiverà e documenterà ogni discrepanza, non avrà nulla da temere anche in caso di spese "estive", ben oltre la media e non proporzionate ai redditi dichiarati al Fisco.

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