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Scuola, vietata l'educazione sessuale alle medie, si farà alle superiori con il consenso dei genitori: nuova proposta

Scuola, vietata l'educazione sessuale alle medie, si farà alle superiori con il consenso dei genitori: nuova proposta
Una proposta della Lega vieta l'educazione alla sessualità nelle scuole elementari e medie, consentendola solo alle superiori previa autorizzazione delle famiglie. Il Pd grida allo scandalo: "Torniamo al Medioevo". Ma il Carroccio difende la misura come atto di "buon senso" contro presunti indottrinamenti ideologici. Ecco cosa sta succedendo
La commissione Cultura della Camera ha dato il via libera a un emendamento della Lega che introduce regole stringenti sull'educazione alla sessualità nelle scuole italiane. La proposta - approvata durante l'esame del disegno di legge sul consenso informato, presentato dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara - stabilisce che l'educazione sessuale potrà essere impartita esclusivamente negli istituti superiori e solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione esplicita dei genitori. Non solo: le famiglie dovranno essere preventivamente informate sui contenuti che verranno trattati e sul materiale didattico che sarà utilizzato durante le lezioni. Nelle scuole primarie e nelle secondarie di primo grado, invece, viene introdotto un divieto categorico: niente educazione alla sessualità in aula e, soprattutto, nessun intervento da parte di "attivisti ideologizzati" o "esperti esterni".
La misura rappresenta una vera e propria inversione di marcia rispetto alle pratiche finora adottate in molti istituti scolastici, dove associazioni e professionisti esterni venivano spesso coinvolti in progetti di educazione all'affettività e alla sessualità rivolti anche ai più giovani.
Le opposizioni insorgono: "L'Italia torna al Medioevo"
La reazione delle forze di opposizione non si è fatta attendere ed è stata durissima. Gli esponenti del Partito Democratico hanno definito la proposta un atto "gravissimo", accusando la maggioranza di portare l'Italia indietro nel tempo. L'europarlamentare Alessandro Zan ha commentato amaramente: "Mentre l'Europa va avanti, l'Italia torna nel Medioevo". Anche Cecilia D'Elia ha espresso la sua contrarietà, bollando il disegno di legge Valditara come un testo "oscurantista" e "lesivo dell'autonomia scolastica". La parlamentare ha sottolineato un dato significativo: l'Italia è già tra i pochi Paesi europei che non rendono obbligatoria l'educazione sessuale nelle scuole. Con questa decisione, ha proseguito D'Elia, la maggioranza non solo non colma questo ritardo rispetto agli altri Stati membri, ma sceglie deliberatamente di aggravarlo ancora di più.
Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, è intervenuto nel dibattito ricordando che - nella legge di bilancio del 2024 - era stato approvato un suo emendamento, sostenuto anche da voti della maggioranza, che stanziava fondi proprio per l'educazione sessuoaffettiva nelle scuole. Quelle risorse, ha denunciato Magi, sono state successivamente dirottate verso altre finalità, e ora "la maggioranza ha di fatto abolito l'educazione sessuoaffettiva nelle scuole".
La difesa del Carroccio: "Basta indottrinamenti, serve buon senso"
Di fronte alle accuse dell'opposizione, la Lega ha replicato con fermezza difendendo la propria iniziativa. Rossano Sasso, capogruppo leghista in commissione Cultura e relatore del disegno di legge Valditara, ha respinto categoricamente le critiche parlando di una misura dettata dal "buon senso". Secondo Sasso, negli ultimi anni si sono verificati "troppi episodi di tentativi di indottrinamento da parte di attivisti di estrema sinistra Lgbt" all'interno delle scuole. Il deputato del Carroccio ha accusato i colleghi dei partiti di sinistra di dimostrare "tutta la loro avversione ideologica alle famiglie", sostenendo che l'emendamento miri proprio a tutelare il ruolo educativo dei genitori.
Sasso ha, poi, tenuto a precisare che la norma "non vieta affatto l'educazione alla sessualità né impedisce l'accesso a informazioni corrette". L'obiettivo, ha spiegato, è semplicemente quello di escludere dalle scuole primarie e dalle medie attività didattiche che vadano oltre quanto previsto dalle indicazioni nazionali, le quali già comprendono contenuti su relazioni interpersonali, empatia e rispetto reciproco. Anzi, ha aggiunto, questi contenuti verranno potenziati. Il parlamentare leghista ha, quindi, respinto con forza le accuse di "censura" e "oscurantismo" mosse dalle opposizioni.
A sostenere l'iniziativa è intervenuta anche l'associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, che ha definito la proposta "liberale e democratica", capace di impedire che la politica trasformi le scuole in "sezioni di partito".
Lo scontro si allarga: dal consenso informato alla nuova "maturità"
Il confronto tra maggioranza e opposizione sui temi scolastici non si limita all'educazione sessuale. Parallelamente al dibattito sull'emendamento della Lega, il Senato ha approvato in prima lettura il decreto che riforma l'esame di Stato conclusivo delle scuole superiori. La novità più evidente riguarda la denominazione: la prova finale tornerà a chiamarsi ufficialmente "maturità", abbandonando la dicitura "esame di Stato" introdotta negli anni passati.
Il ministro Valditara ha accolto con soddisfazione il via libera parlamentare, commentando: "Una riforma che abbiamo fortemente voluto per restituire serietà, valore e centralità a un momento decisivo del percorso educativo dei nostri studenti".
Tuttavia, anche su questo fronte le opposizioni hanno espresso la loro contrarietà. Alleanza Verdi e Sinistra ha definito il decreto "pericoloso, sbilanciato e calato dall'alto", accusando il governo di non aver coinvolto adeguatamente la comunità scolastica nelle decisioni che la riguardano.
Lo scontro politico sulla scuola, dunque, si fa sempre più acceso e attraversa trasversalmente diverse questioni: dall'educazione alla sessualità alla riforma degli esami, dalle competenze delle famiglie all'autonomia degli istituti. Un confronto destinato a proseguire nelle prossime settimane, quando il disegno di legge sul consenso informato e il decreto sulla maturità dovranno completare il loro iter parlamentare.


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