Con la sentenza numero 37391/2025, la Cassazione penale, Sezione IV ha stabilito che chi guida un monopattino elettrico in stato di ebbrezza commette un reato, esattamente come se fosse alla guida di un'automobile. La decisione è arrivata dopo l'esame del ricorso di un uomo che aveva provocato un incidente mentre circolava, sotto l'effetto dell'alcol, a bordo di un dispositivo elettrico. L'uomo era già stato condannato sia dal Tribunale di Vicenza che dalla Corte di Appello di Venezia, ma aveva tentato un ultimo ricorso sostenendo che il monopattino non potesse essere considerato un vero veicolo.
Gli Ermellini hanno respinto categoricamente questa tesi, stabilendo che i dispositivi elettrici individuali sono equiparati ai velocipedi e rientrano pienamente nella definizione di veicolo prevista dal
Codice della strada.
Ciò significa che
chi viene sorpreso alla guida di un monopattino dopo aver bevuto rischia le stesse sanzioni previste per gli automobilisti, incluse multe salate, sospensione della patente e, nei casi più gravi, l'arresto.
Il caso che ha portato alla pronuncia della Suprema Corte
La vicenda giudiziaria che ha condotto alla sentenza della Cassazione riguarda un episodio avvenuto nel Veneto. Secondo gli atti processuali, l'
imputato aveva causato un incidente stradale "
in conseguenza dell'assunzione di bevande alcoliche", mentre era alla guida di un dispositivo elettrico individuale. Dopo la condanna in
primo grado da parte del Tribunale di Vicenza e la conferma in appello dalla Corte di Venezia, l'uomo aveva deciso di portare il caso davanti alla Cassazione.
La strategia difensiva si basava su un'argomentazione apparentemente logica: il monopattino elettrico non sarebbe un veicolo vero e proprio, quindi il reato di guida in stato di ebbrezza non potrebbe essere applicato. Tuttavia, la Suprema Corte ha demolito questa tesi, stabilendo che la normativa italiana considera questi mezzi alla stregua delle biciclette e li include nel perimetro di applicazione del Codice della strada. Di conseguenza, "si estendono anche ai conducenti dei monopattini le disposizioni riguardanti la guida in stato di ebbrezza", chiudendo ogni possibile scappatoia interpretativa.
Perché legalmente un monopattino è un veicolo come gli altri
La sentenza della Cassazione si fonda su una base normativa precisa. Nelle motivazioni, i magistrati hanno richiamato l'
art. 46 del Codice della strada, che definisce come veicolo "
tutte le macchine di qualsiasi specie che circolano sulle strade guidate dall'uomo". Questa definizione è volutamente ampia e include non solo automobili e motociclette, ma anche mezzi più piccoli e meno potenti. Il legislatore ha poi provveduto a equiparare espressamente i dispositivi elettrici ai velocipedi, riconoscendo che la loro presenza sulle strade può "
interferire sulle generali condizioni di regolarità e di sicurezza della circolazione stradale".
Questo principio giuridico costituisce il fondamento che permette di assimilare i monopattini ai veicoli tradizionali quando si deve
valutare la responsabilità penale di chi li conduce. Non si tratta quindi di un'estensione forzata della legge, ma dell'applicazione coerente di una normativa che considera rilevante qualsiasi mezzo capace di influire sulla sicurezza stradale. La Cassazione ha, così, confermato che la natura elettrica del dispositivo o le sue dimensioni ridotte non costituiscono ragioni sufficienti per sottrarlo alle regole che valgono per tutti gli altri veicoli.
Le conseguenze pratiche per chi guida dopo aver bevuto
Questa pronuncia della Suprema Corte ha implicazioni concrete e immediate per tutti coloro che utilizzano monopattini elettrici. Chi viene fermato dalle forze dell'ordine mentre conduce uno di questi dispositivi con un tasso alcolemico superiore ai limiti di legge rischia le stesse sanzioni previste per gli automobilisti ubriachi. Le conseguenze, come abbiamo anticipato, possono essere particolarmente severe: multe che possono raggiungere importi molto elevati, sospensione della patente di guida anche per chi possiede una licenza per altri veicoli e, nei casi più gravi, l'arresto.
La decisione si inserisce in un contesto normativo che, negli ultimi anni, ha visto un progressivo inasprimento delle regole relative all'uso dei monopattini elettrici, proprio a causa dell'aumento degli incidenti che li coinvolgono. La Cassazione ha quindi allineato definitivamente la giurisprudenza alla volontà del legislatore, che ha sempre considerato questi mezzi non come semplici giocattoli o gadget tecnologici, ma come veri e propri veicoli soggetti alle stesse regole di sicurezza che valgono per tutti gli altri mezzi di trasporto.
Per chi utilizza quotidianamente il monopattino per muoversi in città, il messaggio è chiaro: la responsabilità alla guida non cambia in base al tipo di mezzo che si conduce, e sottovalutare i rischi legati all'alcol può portare a conseguenze legali serie esattamente come accadrebbe guidando un'automobile.