Intanto gli occhi restano puntati sui risultati del secondo appello e sulle possibili mosse del ministero, che potrebbe ridisegnare ancora una volta le regole del gioco. Per capire la direzione in cui ci stiamo muovendo, conviene analizzare i numeri, le ipotesi sul tavolo e gli scenari che attendono chi sogna il camice bianco.
Test di Medicina, risultati ufficiali e aspettative inattese dopo il semestre filtro
Le tre prove di biologia, chimica e fisica, composte da 31 domande ciascuna tra risposta multipla e completamento, erano state presentate come un passo verso una selezione più ragionata e meno basata sul colpo di fortuna. Tuttavia la prima sessione del 23 novembre ha ribaltato le aspettative: solo il 15% dei partecipanti al test di Medicina ha superato tutte le prove, un dato che ha subito innescato polemiche e interrogativi sulla calibratura delle domande.
Molti candidati hanno segnalato difficoltà ritenute elevate, con quesiti percepiti come poco proporzionati alla preparazione media di chi arriva dalla scuola superiore. Il quadro diventa ancora più delicato se si osserva la distanza tra i 54mila iscritti al semestre filtro e i 19mila posti disponibili nelle università statali.
Il rischio concreto è che il numero degli idonei dei due appelli risulti addirittura inferiore ai posti programmati, un paradosso che metterebbe in discussione la tenuta dell’intero sistema. Anche il secondo appello del 10 dicembre, i cui risultati arriveranno il 23, è stato segnato da contestazioni sulla regolarità e dalla sensazione diffusa che le prove non siano state omogenee tra sedi diverse. Tutto questo ha prodotto un effetto inatteso: una grande platea di studenti formalmente entrata nel semestre filtro ma ora sospesa, senza la certezza di potersi immatricolare. Una situazione che rende evidente la necessità di strumenti più lineari e prevedibili.
Graduatoria unica Medicina: come funzionerebbe l’ipotesi sul tavolo del ministero
Le parole della ministra Anna Maria Bernini hanno acceso ulteriormente il dibattito. Nel suo intervento in Senato ha ricordato che l’obiettivo non è tagliare migliaia di studenti in un colpo solo, ma ampliare l’accesso alla facoltà di Medicina senza compromettere la qualità della formazione. Da qui nasce l’ipotesi più discussa delle ultime settimane: una graduatoria unica aperta anche a chi non ha superato tutte e tre le prove.
Secondo quanto trapela, il nuovo sistema ordinerebbe i candidati in base al punteggio complessivo. In cima resterebbero coloro che hanno superato ogni prova, subito dopo chi è incappato in una sola insufficienza (circa il 22-23%) nel primo appello, e a seguire gli altri. Una soluzione pensata per assegnare tutti i posti disponibili, evitando corsi sottodimensionati e spreco di risorse universitarie.
La novità più rilevante sarebbe però il recupero dei debiti formativi entro fine febbraio 2026. Gli studenti che riceverebbero l’assegnazione pur con lacune dovrebbero superare prove integrative in tempi rapidi per accedere al secondo semestre. In pratica, la selezione non si interromperebbe: si sposterebbe su un periodo più ampio, offrendo margini di miglioramento ma mantenendo alta l’asticella. La parte più impegnativa ricadrebbe però sugli atenei.
Accesso Medicina, cosa aspettarsi nei prossimi giorni
Sul fronte istituzionale il Ministero dovrà muoversi rapidamente per definire un modello chiaro che permetta agli atenei di programmare le attività e agli studenti di orientarsi senza incertezze. Medicina rappresenta una delle leve strategiche per il futuro del sistema sanitario nazionale e la qualità della selezione influisce direttamente sulla formazione dei professionisti che serviranno al Paese nei prossimi anni.
Le decisioni attese nelle prossime settimane potrebbero, dunque, segnare una svolta decisiva nel modo in cui l’Italia prepara i propri medici. Bisognerà attendere la fine di dicembre, dopo gli esiti del secondo appello, per avere qualche notizia ufficiale.