Negli ultimi anni, i disturbi del comportamento alimentare (DCA) hanno registrato un preoccupante aumento, coinvolgendo persone di ogni età e genere. Anoressia, bulimia, binge eating e ortoressia non sono più fenomeni rari o circoscritti, ma rappresentano oggi una vera emergenza sanitaria e sociale. Si tratta di patologie complesse, spesso sottovalutate, che incidono profondamente sulla qualità della vita, sulle relazioni sociali e sulla capacità lavorativa. Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), questi disordini si manifestano attraverso condotte alimentari atipiche, talvolta pericolose per la sopravvivenza stessa della persona.
Proprio per questo, il riconoscimento dell’invalidità civile e dei benefici previsti dalla Legge 104 può diventare fondamentale per garantire assistenza e tutele adeguate a chi ne soffre.
Anoressia, bulimia e ortoressia: i disturbi più diffusi
Nel caso dell’anoressia nervosa, la persona riduce drasticamente l’assunzione di alimenti, compromettendo il proprio stato di salute. Manifestazioni tipiche dell’anoressia sono il timore di prendere peso, una visione distorta del proprio fisico, incapacità di comprendere il proprio stato di denutrizione e infine bassa considerazione di se stessi.
All’opposto, la bulimia si manifesta attraverso abbuffate compulsive seguite da condotte compensatorie, per eliminare il cibo ingerito, come il vomito autoindotto o l’assunzione eccessiva di lassativi. Entrambe le condizioni, in forme diverse, causano gravi danni fisici e psichici.
Accanto a queste, esistono anche disturbi più recenti come l’ortoressia, che spinge a un’ossessiva ricerca della purezza alimentare. In questi casi, nonostante l’apparente salute fisica, la qualità della vita può peggiorare drasticamente a causa dell’isolamento sociale e del rifiuto di situazioni non conformi ai rigidi criteri autoimposti.
Il binge eating e altri disturbi meno noti
Il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder o B.E.D.) si distingue per abbuffate non seguite da comportamenti compensatori. Chi ne soffre non per forza è obeso, ma vive comunque episodi ricorrenti di perdita di controllo e profondo disagio emotivo.
Vi sono poi condizioni come il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, che comporta un rifiuto selettivo verso determinati alimenti, oppure il disturbo di ruminazione, con rigurgiti ripetuti, e il pica, ovvero l’ingestione continuativa di sostanze prive di valore nutritivo (come sabbia, carta o sapone).
Invalidità civile per disturbi alimentari: quando è prevista?
Le patologie alimentari possono compromettere seriamente la capacità lavorativa. In base alle Linee guida INPS, anoressia e bulimia sono tra i disturbi esplicitamente riconosciuti per fini di invalidità civile. Le percentuali variano in base alla gravità del deficit riscontrato:
Proprio per questo, il riconoscimento dell’invalidità civile e dei benefici previsti dalla Legge 104 può diventare fondamentale per garantire assistenza e tutele adeguate a chi ne soffre.
Anoressia, bulimia e ortoressia: i disturbi più diffusi
Nel caso dell’anoressia nervosa, la persona riduce drasticamente l’assunzione di alimenti, compromettendo il proprio stato di salute. Manifestazioni tipiche dell’anoressia sono il timore di prendere peso, una visione distorta del proprio fisico, incapacità di comprendere il proprio stato di denutrizione e infine bassa considerazione di se stessi.
All’opposto, la bulimia si manifesta attraverso abbuffate compulsive seguite da condotte compensatorie, per eliminare il cibo ingerito, come il vomito autoindotto o l’assunzione eccessiva di lassativi. Entrambe le condizioni, in forme diverse, causano gravi danni fisici e psichici.
Accanto a queste, esistono anche disturbi più recenti come l’ortoressia, che spinge a un’ossessiva ricerca della purezza alimentare. In questi casi, nonostante l’apparente salute fisica, la qualità della vita può peggiorare drasticamente a causa dell’isolamento sociale e del rifiuto di situazioni non conformi ai rigidi criteri autoimposti.
Il binge eating e altri disturbi meno noti
Il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder o B.E.D.) si distingue per abbuffate non seguite da comportamenti compensatori. Chi ne soffre non per forza è obeso, ma vive comunque episodi ricorrenti di perdita di controllo e profondo disagio emotivo.
Vi sono poi condizioni come il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, che comporta un rifiuto selettivo verso determinati alimenti, oppure il disturbo di ruminazione, con rigurgiti ripetuti, e il pica, ovvero l’ingestione continuativa di sostanze prive di valore nutritivo (come sabbia, carta o sapone).
Invalidità civile per disturbi alimentari: quando è prevista?
Le patologie alimentari possono compromettere seriamente la capacità lavorativa. In base alle Linee guida INPS, anoressia e bulimia sono tra i disturbi esplicitamente riconosciuti per fini di invalidità civile. Le percentuali variano in base alla gravità del deficit riscontrato:
- anoressia con compromissione lieve: 35%;
- anoressia con deficit moderato: 45%;
- anoressia con gravi ripercussioni: tra il 75% e il 100%;
- bulimia nervosa non complicata: 20%.
Per i soggetti non in età lavorativa (come i minori e gli over 65), si prendono in considerazione il grado di autonomia personale e la capacità di svolgere le normali funzioni della vita quotidiana.
Disturbi alimentari e Legge 104: è possibile ottenere il riconoscimento della disabilità?
Oltre al riconoscimento dell’invalidità civile, chi soffre di gravi disturbi alimentari può accedere ai benefici previsti dalla legge 104/92 se la patologia compromette in modo rilevante la vita sociale, familiare e lavorativa.
La legge 104 si rivolge a chi, a causa di una menomazione fisica, psichica o sensoriale, presenta una difficoltà oggettiva di integrazione nella vita quotidiana. Nei casi in cui un disturbo alimentare limita seriamente le interazioni sociali, impedisce di lavorare o partecipare alla vita familiare, può essere riconosciuto uno stato di disabilità con tutti i benefici connessi.
Disturbi alimentari e Legge 104: è possibile ottenere il riconoscimento della disabilità?
Oltre al riconoscimento dell’invalidità civile, chi soffre di gravi disturbi alimentari può accedere ai benefici previsti dalla legge 104/92 se la patologia compromette in modo rilevante la vita sociale, familiare e lavorativa.
La legge 104 si rivolge a chi, a causa di una menomazione fisica, psichica o sensoriale, presenta una difficoltà oggettiva di integrazione nella vita quotidiana. Nei casi in cui un disturbo alimentare limita seriamente le interazioni sociali, impedisce di lavorare o partecipare alla vita familiare, può essere riconosciuto uno stato di disabilità con tutti i benefici connessi.