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Cartelle esattoriali in 120 rate e sanzioni più basse, ecco le novità nella riforma fiscale per aiutare i contribuenti

Fisco - -
Cartelle esattoriali in 120 rate e sanzioni più basse, ecco le novità nella riforma fiscale per aiutare i contribuenti
La riforma fiscale mira a modificare il meccanismo di riscossione dei tributi per venire incontro ai contribuenti. Ecco cosa riferisce il viceministro dell'Economia e delle Finanze in proposito
Il Governo sta mettendo al primo posto, quale priorità per gli italiani, la riforma fiscale. Punto dolente per migliaia di connazionali è infatti poter saldare i propri debiti con il fisco.
Proprio a tal fine, spiega il viceministro dell'Economia e delle Finanze Maurizio Leo, durante un'intervista al Messaggero, punto fondamentale della riforma sarà quello di innovare il meccanismo di riscossione dei tributi. Lo stesso esprime la necessità di riformare “il meccanismo di riscossione nel suo complesso, rendendolo più semplice, più accessibile e venendo incontro ai contribuenti onesti che hanno difficoltà finanziarie”.

Ciò in quanto, a detta del viceministro, l' Agenzia delle Entrate vanta, ad oggi, un credito di circa 1.185 miliardi di tasse non riscosse. Non proprio quisquilie. Cosa fare quindi per agevolare il rapporto fisco - contribuente? Ecco cosa rivela il viceministro.

Rateizzazione delle cartelle in 120 rate mensili
L'idea del Governo è quella di intervenire in maniera preventiva, puntando ad un rapporto di collaborazione con il contribuente, in modo da metterlo nelle condizioni di saldare i propri debiti con il fisco, prima che sia troppo tardi.
La soluzione che propone il viceministro al fine di estinguere le cartelle esattoriali è quella di spalmare i debiti fiscali dei contribuenti in 120 rate mensili.

Il sistema attuale, occorre ricordare, prevede che la cartella di pagamento possa essere rateizzata fino ad un massimo di 72 rate mensili (con istanza presentata all'Agenzia delle Entrate). Ciò in presenza di una temporanea situazione di obiettiva difficoltà, la quale va adeguatamente documentata nel caso in cui il debito sia superiore a 60.000 euro.
Solo in caso di grave e comprovata situazione di difficoltà non imputabile al debitore e legata alla congiuntura economica, la dilazione può essere concessa fino a un massimo di 120 rate mensili.

Discarico delle cartelle esattoriali
Un altro punto da rivedere, per il viceministro, è quello riguardante il discarico delle cartelle esattoriali.
La richiesta di discarico totale o parziale della cartella di pagamento permette al cittadino di segnalare al fisco un'indebita pretesa e motivarne l'annullamento o la riduzione.

Leo, con riguardo alla riforma, sostiene: “uno dei punti centrali è il discarico, ovvero la restituzione all'ente impositore, dopo 5 anni, delle cartelle inesigibili da parte dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione. L'ente impositore potrà valutare se intraprendere nuove verifiche e rimandare la richiesta di recupero del credito a tutta l' Agenzia, integrando altre informazioni utili per l'estinzione del debito”. L'obiettivo è fare in modo che l'Agenzia delle Entrate riscossione possa rimanere focalizzata unicamente sui crediti rimasti esigibili, lasciando andare le pretese divenute ormai inesigibili.

Decreto ad hoc sulle sanzioni
Altro tema scottante su cui si dovrà intervenire è quello delle sanzioni tributarie, che lo stesso viceministro definisce “troppo alte ed inique”, parlando di un “sistema sproporzionato”.
La stessa Corte Costituzionale, con la recentissima sentenza n. 46/2023, con riguardo alla sanzione che va dal 120 al 240 per cento in caso di omessa dichiarazione dei redditi, così come previsto dall' art. 1 del d.lgs n. 471/1997, ha sostenuto che la stessa non rispetti il principio di proporzionalità.
Allo stesso tempo, la Consulta ha espresso i suoi dubbi anche sulla ragionevolezza della sanzione. Difatti, una sanzione tanto onerosa potrebbe effettivamente demotivare l'utente a pagare, aggravando la situazione sia per il contribuente che per le casse dello Stato. Soprattutto quando, come nel caso esaminato dalla Corte Costituzionale, il contribuente aveva poi adempiuto seppur tardivamente.

Pertanto, il viceministro, pronunciandosi sulle sanzioni in materia di IVA riferisce: “Bisogna arrivare massimo al 60%, come nella media europea. D'altro lato, inasprire le sanzioni accessorie per chi veramente ha posto in essere un comportamento fraudolento nei confronti dello Stato ”.


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