Ancora nel 2025, chi possiede una casa (ma non la prima abitazione) deve calcolare da solo l’IMU, controllare le aliquote stabilite dal
Comune, stampare l’F24 e pagare entro due scadenze fisse: 16 giugno e 16 dicembre. La prima rata si basa sull’anno precedente, mentre la seconda tiene conto delle eventuali modifiche deliberate dal Comune. Un meccanismo che mette in difficoltà moltissimi cittadini, soprattutto quelli con più immobili o con situazioni particolari, come usufrutti, comodati o quote in comunione.
Con la nuova IMU precompilata, tutto cambia: il Comune invierà direttamente a casa un avviso di pagamento con importi già calcolati. Questo bollettino sarà simile a quello che già si riceve per la TARI. Il cittadino dovrà solo verificare che i dati siano corretti e procedere al pagamento, senza dover fare da sé calcoli complicati o affidarsi a CAF e commercialisti.
Meno evasione e più efficienza: perché lo Stato e i Comuni ci puntano
Questa novità non nasce solo per
semplificare la vita dei cittadini, ma anche per
combattere l’evasione fiscale e
ridurre il numero di errori nei pagamenti. Attualmente, molti contribuenti - anche in
buona fede - dimenticano una rata, sbagliano un importo o applicano l’aliquota sbagliata. Il risultato? Multe, sanzioni e accertamenti.
Con l’IMU precompilata, il rischio di evasione si riduce drasticamente. I Comuni potranno monitorare in tempo reale i versamenti, confrontarli con i dati catastali e intervenire prima in caso di anomalie. Per questo, il progetto è stato affidato a un team interistituzionale composto da: Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), Agenzia delle Entrate, Sogei (la società che gestisce i sistemi informatici pubblici), Dipartimento delle Finanze, Ragioneria dello Stato e PagoPA. L’obiettivo è creare un sistema unico, automatico e sicuro, integrato con i database pubblici, che riduca errori, burocrazia e ritardi.
Non sempre è il proprietario a dover pagare l’IMU
Uno degli aspetti più delicati dell’IMU riguarda chi è davvero tenuto al pagamento. Non sempre è il
proprietario a dover versare l’imposta.
L’obbligo può ricadere anche su chi detiene un diritto reale sull’immobile, come l’
usufruttuario. In caso di
comodato d’uso gratuito, il versamento può spettare a chi utilizza il bene, a seconda degli accordi contrattuali. In alcune situazioni, anche l’
inquilino (conduttore) può essere obbligato a versare l’IMU, se previsto dal contratto di locazione.
Questo crea non pochi malintesi, soprattutto quando cambia la titolarità o l’uso dell’immobile. La precompilazione aiuterà a chiarire automaticamente chi è tenuto al versamento, sulla base delle informazioni presenti nei registri catastali, nei contratti registrati e nelle dichiarazioni.
Quando parte la novità? Prime prove tecniche già nel 2026
Anche se se ne parlava da tempo, ora l’IMU precompilata sta diventando una realtà concreta. Il 5 agosto 2025 si è tenuta la prima riunione operativa tra tutte le istituzioni coinvolte, e il progetto sta avanzando a passo spedito. L’idea è quella di sperimentare il sistema in alcuni Comuni pilota entro la fine del 2026, per poi estenderlo a livello nazionale nel 2027.
Nel frattempo, i contribuenti dovranno abituarsi all’idea che le tasse non saranno più "fai da te", ma arriveranno già pronte da pagare. Un cambiamento che, se ben gestito, porterà meno errori, meno stress e meno sanzioni. Ma anche più controllo da parte dello Stato.