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Agenzia delle Entrate, addio anonimato e nuovi controlli fiscali sulle criptovalute da gennaio 2026: il Fisco vedrà tutto

Agenzia delle Entrate, addio anonimato e nuovi controlli fiscali sulle criptovalute da gennaio 2026: il Fisco vedrà tutto
Il mondo delle criptovalute, di cui il Bitcoin rappresenta la moneta più conosciuta, è destinato a una rivoluzione normativa con l'integrazione tra Carf, Dac8 e Micar. L'obiettivo delle istituzioni è raggiungere la piena trasparenza fiscale e assicurare la protezione degli investitori
Come è noto, le criptovalute sono valute digitali basate sulla tecnologia blockchain, progettate per essere decentralizzate e sicure senza l'intermediazione di banche o governi. Alternativa ai sistemi finanziari tradizionali, oggi sono utilizzate sia come mezzo di pagamento sia come investimento.

Ebbene, per i possessori di Bitcoin e altre valute simili, il primo gennaio prossimo rappresenta una data spartiacque da segnare sul calendario. Infatti, dal 2026 partirà la raccolta sistematica dei dati di chiunque possieda o scambi criptovalute. Pochi anni fa l'Italia ha aderito, insieme ad altri 47 Paesi, alla fase attuativa del cosiddetto Crypto – Asset Reporting Framework - Carf, un insieme di regole creato dall'Ocse per regolamentare e tracciare, ai fini fiscali, le transazioni in criptovalute. Le parole d'ordine sono trasparenza e lotta all'evasione e frodi nei mercati digitali. Ecco perché la normativa internazionale contenuta nel Carf:
  • disciplina la rendicontazione fiscale degli asset digitali;
  • aggiorna il sistema plurilaterale di raccolta e scambio automatizzato di informazioni sulle transazioni finanziarie;
  • reprime le speculazioni selvagge, sollecitando l'emersione di ogni singolo movimento o transazione del mondo crypto.
Inoltre, la dichiarazione collegata all'adesione al Carf, pubblicata il 10 novembre 2023, obbliga formalmente le singole amministrazioni fiscali - tra cui anche l'Agenzia delle Entrate - ad attuare, entro il 2027, il sistema di scambio di dati sulle criptovalute e ad agevolarne l'adozione globale. L'UE, però, ha anticipato i tempi con la direttiva europea Dac8, che entrerà in vigore a inizio del prossimo anno. In particolare, la normativa obbligherà gli operatori del settore crypto a identificare gli utenti, verificare la loro residenza fiscale e comunicare alle autorità movimenti e saldi dei wallet.

A questo si aggiunge il regolamento europeo Micar (abbreviazione di Markets in Crypto-Assets Regulation), che stabilisce norme precise per le piattaforme che offrono servizi crypto (i cosiddetti CASP), imponendo autorizzazioni, requisiti patrimoniali e controlli sugli investitori. Non potranno più limitarsi, semplicemente, a far comprare e vendere Bitcoin e altre criptovalute. Dovranno, infatti, collaborare con le Entrate nell'obiettivo di creare un mercato trasparente, sicuro e regolamentato, proteggendo gli investitori e riducendo evasione e rischi finanziari.

L'Europa, in linea con le indicazioni dell'Ocse, si prepara a monitorare ogni transazione in criptovalute, proprio come avvenuto anni fa con la fine del segreto bancario nei paradisi fiscali. Gli asset digitali non saranno più anonimi perché, come accennato, gli operatori dovranno identificare gli utenti, verificarne la residenza e comunicare alle autorità fiscali ogni saldo e movimento. È l'avvio di un sistema di controllo globale in cui chi possiede criptovalute sarà trattato come qualunque correntista bancario.

Concludendo, se per anni il mondo dei Bitcoin è stato un ambiente senza regole, dove anonimato, rischi e guadagni improvvisi erano la norma, ora questa fase - segnata da libertà totale e scandali - sta però per concludersi. Dal primo gennaio inizierà una trasformazione radicale: il mercato diventerà tracciabile e i wallet cripto saranno finalmente visibili al Fisco.

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