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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4977 del 8 febbraio 2010
«La disciplina dettata in tema di testimonianza indiretta dall'art. 195 c.p.p. che prescrive l'audizione della fonte diretta, non può trovare applicazione quando quest'ultima si identifichi nella persona dell'imputato, che non può essere chiamato a...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21602 del 25 maggio 2009
«Le dichiarazioni eteroaccusatorie rese dal coimputato nell'interrogatorio svoltosi prima dell'entrata in vigore della L. 1 marzo 2001, n. 63, e, quindi, non precedute dall'avvertimento previsto dalla nuova formulazione dell'art. 64 comma terzo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 34843 del 8 settembre 2008
«L'ufficio di testimone assistito può essere assunto da persone indagate in procedimento connesso o collegato anche se sia stata disposta nei loro confronti l'archiviazione per i fatti riguardanti la responsabilità di altri, sempre che la persona...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34171 del 26 agosto 2008
«L'inutilizzabilità, per inosservanza della disposizione sul previo avvertimento ex art. 64, terzo comma, lett. c ), c.p.p., delle dichiarazioni rese come persona informata sui fatti dal soggetto che invece avrebbe dovuto essere imputato di reato...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5052 del 9 febbraio 2004
«L'omessa traduzione del provvedimento custodiale nel momento in cui è emesso, ove ne ricorra il presupposto, o la mancata nomina dell'interprete per la traduzione in sede di interrogatorio di garanzia, quando non si sia già provveduto ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32366 del 31 luglio 2003
«In tema di collaboratori di giustizia, la nuova disciplina prevista dall'art. 16 quater D.L. 15 gennaio 1991, n. 8 (convertito nella L. 15 marzo 1991, n. 82), come modificato dall'art. 14 L. 13 febbraio 2001, n. 45, che stabilisce, a pena di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2318 del 17 gennaio 2003
«In sede di rinnovazione dell'esame di cd. collaboratori di giustizia ai sensi dell'art. 26, comma 2, della legge 1 marzo 2001 n. 63, la conferma globale delle dichiarazioni già rese, se preceduta dagli avvertimenti di cui all'art. 64, comma 2,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41160 del 9 dicembre 2002
«In tema di inutilizzabilità, quando questa sia prevista solo come conseguenza dell'inosservanza di determinati adempimenti, la sua sussistenza può essere affermata unicamente a condizione che detta inosservanza risulti positivamente dimostrata,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40199 del 27 novembre 2002
«In tema di «collaboratori di giustizia», l'obbligo di redazione del verbale illustrativo della collaborazione, previsto dalle disposizioni transitorie contenute nell'art. 25 della legge 13 febbraio 2001 n. 45, riguarda soltanto coloro che, prima...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15685 del 24 aprile 2002
«L'art. 273 comma 1 bis c.p.p., inserito dall'art. 11 della legge 1 marzo 2001, n. 63, secondo cui, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, per la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza devono applicarsi i criteri fissati...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13192 del 8 aprile 2002
«In tema di «giusto processo», la rinnovazione da parte del pubblico ministero, a norma dell'art. 26, comma 2, della L. 1 marzo 2001, n. 63, dell'esame dei soggetti indicati negli artt. 64 e 197 bis c.p.p. - il primo modificato ed il secondo...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2154 del 7 giugno 2001
«In caso di richiesta di riparazione per l'ingiusta detenzione, il giudice deve tenere conto anche della condotta del ricorrente successiva all'esecuzione del provvedimento restrittivo e, pur nel rispetto del diritto di costui a non rendere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4242 del 18 luglio 1997
«L'art. 64, comma 3, c.p.p., il quale prescrive che la persona da interrogare debba essere previamente avvertita della facoltà di non rispondere, è da considerare disposizione normativa attinente all'«intervento» dell'imputato, cui si riferisce...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 205 del 7 gennaio 2008
«In tema di interrogatorio dell'imputato, ai fini della contestazione dei fatti allo stesso attribuiti, non è richiesto che l'autorità giudiziaria osservi tassativamente le modalità di cui all'art. 65 c.p.p., essendo unicamente essenziale che, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3607 del 29 settembre 1994
«In tema di interrogatorio della persona in stato di custodia cautelare, non ogni deviazione dallo schema-tipo dell'interrogatorio di garanzia di cui all'art. 65 c.p.p. (contestazione dei fatti e comunicazione degli elementi di prova a carico,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6054 del 21 giugno 1997
«Ai fini dell'interruzione della prescrizione le dichiarazioni spontanee rese all'autorità giudiziaria equivalgono all'interrogatorio solo ove, nel corso della loro acquisizione, venga contestato il fatto per il quale si procede ed il propalante...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1489 del 11 maggio 1993
«La mancata, specifica indicazione, nell'ordinanza applicativa di custodia cautelare, della identità dei soggetti dai quali provengano dichiarazioni accusatorie assunte come indizi di colpevolezza, in quanto giustificata da plausibili ragioni di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3949 del 24 gennaio 2008
«L'incertezza nell'individuazione anagrafica dell'imputato, derivante dall'avere egli fornito generalità diverse in distinte occasioni, è suscettibile di rettificazione mediante procedura di correzione dell'errore materiale, quando non vi sia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2700 del 27 febbraio 1999
«L'incertezza o l'erronea identificazione della persona autrice del reato non vanno confuse con l'incertezza o la falsità delle generalità che la contraddistinguono. Ne consegue che, nella prima ipotesi, in cui la persona chiamata a rispondere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7854 del 3 luglio 1998
«L'identificazione dell'imputato da parte della polizia giudiziaria, avvenuta sulla base delle dichiarazioni dello stesso e non confortate da alcun elemento di riscontro consente di pervenire alla affermazione di responsabilità dell'imputato, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5472 del 12 maggio 1995
«La formula di proscioglimento «per essere rimasti ignoti gli autori del reato» presuppone l'assoluta impossibilità di identificare fisicamente l'imputato e non la difficoltà o l'incertezza di pervenire alla esatta acquisizione delle generalità,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 217 del 22 marzo 1995
«Al termine «identità fisica» della persona, di cui all'art. 66, comma 2, c.p.p., si deve attribuire il significato che l'espressione assumeva nell'art. 81 dell'abrogato codice di procedura, e cioè quello di identità tra la persona nei cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 37103 del 29 settembre 2003
«L'identificazione dell'imputato avvenuta sulla base delle dichiarazioni da lui fornite alla polizia giudiziaria, consente di affermare in capo a lui la responsabilità in quanto l'ordinamento non impone l'espletamento delle procedure previste...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1338 del 4 aprile 1998
«Una volta che l'azione penale sia stata esercitata con l'emissione del decreto di citazione a giudizio da parte del P.M. presso la pretura, non è ammissibile, per il principio di irretrattabilità dell'azione penale, una successiva richiesta di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11584 del 15 dicembre 1997
«L'incertezza sull'individuazione anagrafica dell'imputato è irrilevante ai fini della prosecuzione del processo penale, allorché sia certa l'identità fisica della persona nei cui confronti sia stata iniziata l'azione penale, potendosi pur sempre...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10177 del 11 novembre 1997
«L'incertezza sull'individuazione anagrafica, quando sia certa l'identità fisica dell'imputato, non pregiudica il compimento di atti di indagine e la celebrazione del giudizio, competendo rispettivamente prima al pubblico ministero e poi al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10004 del 8 novembre 1997
«Poiché con il ricorso per saltum non può essere denunciato il vizio della motivazione di cui all'art. 606, lett. e), c.p.p., deve essere convertita in appello, ai sensi dell'art. 569, terzo comma, c.p.p., l'impugnazione del pubblico ministero...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9936 del 5 novembre 1997
«In forza dell'art. 66 del vigente codice di procedura penale deve escludersi che l'impossibilità di attribuire all'imputato le sue esatte generalità possa pregiudicare il compimento di alcun atto dell'autorità procedente allorquando sia certa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5945 del 12 giugno 1996
«Allorquando sia certa l'identità fisica dell'autore del reato, nei confronti dello stesso — identificabile con qualsiasi mezzo idoneo a fornire una dimostrazione scientifica dell'identità — deve essere esercitata l'azione penale.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6873 del 14 giugno 1995
«L'incertezza sulla individuazione anagrafica dell'imputato è irrilevante ai fini della prosecuzione del processo penale, quando sia certa l'identità fisica della persona, nei cui confronti è stata iniziata l'azione, potendosi, pur sempre,...»