-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6312 del 22 giugno 1999
«Nella materia dell'affidamento di figli minori, in cui il giudice della separazione e del divorzio devono attenersi al criterio fondamentale dell'interesse della prole, la circostanza che uno dei genitori risieda all'estero non limita di per sè...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12775 del 13 dicembre 1995
«L'art. 6 della legge 1 dicembre 1970, n. 898 (come modificato dall'art. 2 della legge 6 marzo 1987, n. 74), applicabile analogicamente alla separazione personale dei coniugi, nel disporre che «ove il tribunale lo ritenga utile all'interesse dei...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 259 del 20 gennaio 1978
«Nell'ipotesi di separazione tra i coniugi o di divorzio, anche il coniuge non affidatario ha il dovere di vigilare e collaborare allo sviluppo fisico e psichico del figlio; ne consegue che il giudice, pur avendo in materia un potere discrezionale,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3905 del 17 febbraio 2011
«In tema di accertamento della capacità economica dei genitori, ai fini della determinazione dell'assegno di mantenimento dei figli minori in sede di divorzio, alle risultanze delle dichiarazioni fiscali dei redditi dev'essere attribuito valore...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6215 del 28 giugno 1994
«Ai fini della determinazione del contributo al mantenimento dei figli il criterio di riferimento è dettato dall'art. 148, comma 1, c.c., secondo il quale i coniugi devono adempiere l'obbligazione «in proporzione alle rispettive sostanze e secondo...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 505 del 23 gennaio 1996
«La determinazione compiuta dal giudice della separazione in ordine all'assegno di mantenimento dovuto per il figlio non è vincolante per il giudice del divorzio che può rivedere la relativa statuizione, in relazione alle possibilità economiche dei...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21087 del 3 novembre 2004
«In tema di separazione o divorzio e nella ipotesi in cui uno dei coniugi abbia chiesto un assegno di mantenimento per i figli, la domanda, se ritenuta fondata, deve essere accolta, in mancanza di espresse limitazioni, dalla data della sua...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3050 del 29 marzo 1994
«La sentenza di divorzio, mentre ha importanza costitutiva rispetto all'assegno che uno degli ex coniugi debba all'altro per le esigenze proprie di quest'ultimo (importanza temperata per effetto della modifica apportata all'art. 4, L. 1 dicembre...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9047 del 3 novembre 1994
«In tema di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, nel caso in cui l'assegno di mantenimento dei figli minori a favore dell'ex coniuge affidatario sia determinato in una somma fissa mensile, deve ritenersi, in mancanza di...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11138 del 13 dicembre 1996
«In tema di divorzio, l'obbligo del genitore affidatario di provvedere, pur con il concorso dell'altro ex coniuge, il mantenimento dei figli minori è tendenzialmente illimitato, in quanto l'affidatario medesimo deve permanentemente sopportare le...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13039 del 21 dicembre 1995
«In tema di assegno di mantenimento per i figli e con riguardo al disposto dell'art. 6, undicesimo comma, dalla legge 1 dicembre 1970, n. 898 (come sostituito dall'art. 11 della legge 6 marzo 1987, n. 74) che impone obbligatoriamente l'adeguamento...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3777 del 11 giugno 1981
«In tema di divorzio, il preventivo accordo con cui gli interessati stabiliscono, in costanza di matrimonio, il relativo regime giuridico, anche in riferimento ai figli minori, convenendone l'immodificabilità per un dato periodo di tempo, è...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 26414 del 19 ottobre 2018
«In caso di contestazione di interposizione, i maggiori redditi devono essere attribuiti solamente al soggetto interponente, in qualità di titolare del reddito, e non al soggetto interposto, in quanto l'art. [[n37dispaccimpred]], commi 3 e 4, del...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 13803 del 7 novembre 2001
«L'alternatività dei tre criteri di individuazione della residenza fiscale del contribuente in Italia previsti dall'art. 2 comma 2 D.P.R. 22 dicembre 1986 n. 917, permette di assoggettare a tassazione in Italia il soggetto che vi abbia la sede...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 21437 del 10 ottobre 2014
«In tema di imposte sui redditi, si applica anche a vantaggio del contribuente che invochi il regime nazionale a lui più favorevole il comma 2 bis dell'art. 2 del D.P.R. 27 dicembre 1986 n. 917, che, nel prevedere, per i cittadini italiani...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 6501 del 31 marzo 2015
«Al fine di vincere la presunzione di residenza fiscale in Italia dei cittadini italiani cancellati dalle anagrafi della popolazione residente e trasferiti in Stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato, il contribuente deve dimostrare...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 6117 del 1 marzo 2019
«In tema di IRPEF, è escluso dalla base imponibile, ai sensi dell'art. 3, comma 3, lett. c), del T.U.I.R. - abrogato a decorrere dall'anno di imposta 2001 - il reddito derivante da lavoro dipendente (nonché il relativo TFR) prestato all'estero in...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 8627 del 28 marzo 2019
«In tema di ICI, la detrazione di cui all'art. 8, comma 2, del d.lgs. n. 504 del 1992 non è necessariamente correlata alla residenza anagrafica del contribuente, essendo consentito a quest'ultimo di dimostrare che l'abitazione principale si trova...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 16233 del 19 agosto 2004
«L'esenzione prevista dall'art. 3 del D.P.R. n. 917 del 1986 non opera rispetto ai redditi assoggettati a tassazione separata in quanto essi sono per altro verso esclusi dalla determinazione del reddito complessivo del contribuente.»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 2736 del 24 febbraio 2001
«In tema di imposte sui redditi, i redditi di partecipazione societaria di un coniuge, rientrando tra i frutti civili di "beni" oggetto di comunione legale, vanno imputati, in applicazione dell'art. 4 D.P.R. 29 settembre 1973 n. 597, a ciascuno dei...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8423 del 15 ottobre 1994
«Ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 5 del d.P.R. 29 settembre 1973 n. 597 contenente l'istituzione e la disciplina dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, nell'ipotesi che nel corso di un esercizio sociale di una società in nome...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 19238 del 16 dicembre 2003
«In tema di redditi prodotti in forma associata, qualora nel corso di un esercizio sociale di una società di persone si sia verificato il mutamento della compagine sociale, con il subentro di un socio nella posizione giuridica di un altro, i...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 29437 del 17 dicembre 2008
«Laddove il socio non abbia a contestare l'entità del reddito imputato alla società ma puramente e semplicemente la propria qualità di socio e l'esistenza del vincolo sociale, la controversia dedotta non è riconducibile alle ipotesi di...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 12953 del 23 maggio 2017
«Dopo la riforma del diritto societario, attuata dal D.Lgs. n. 6/2003, qualora all'estinzione della società, di persone o di capitali, conseguente alla cancellazione dal Registro delle imprese, non corrisponda il venir meno di ogni rapporto...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 8085 del 3 aprile 2018
«L'avviso di accertamento IRAP e IVA, emesso nei confronti di una società di persone, impone che il processo innanzi la Commissione tributaria competente si svolga con le modalità del litisconsorzio necessario, pena la nullità dei giudizi emessi, e...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9238 del 23 ottobre 1996
«Quando nel corso di una fase di impugnazione di capo della sentenza di divorzio — passata in giudicato quanto alla cessazione degli effetti civili del matrimonio — relativo alla quantificazione della misura dell'assegno stabilito, per il...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4205 del 24 febbraio 2006
«Il ricorso introduttivo del giudizio di divorzio rappresenta l'atto di riscontro della tempestività delle domande proposte dal ricorrente, cosicché la domanda del ricorrente, non contenuta nel ricorso introduttivo ma avanzata nella fase dinanzi al...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11297 del 28 ottobre 1995
«Anche nel vigore della L. 6 marzo 1987, n. 74, il cui art. 11 ha sostituito l'art. 6 della L. 1 dicembre 1970, n. 898, la disposizione del comma 6 di quest'ultima norma, in tema di assegnazione della casa familiare, non attribuisce al giudice il...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11696 del 18 settembre 2001
«In materia di divorzio, l'assegnazione della casa coniugale è finalizzata alla protezione della prole e non è prevista in funzione della debolezza economica di uno dei coniugi, alle cui esigenze è destinato l'assegno divorzile, con la conseguenza...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4089 del 28 aprile 1987
«La disposizione dell'art. 155, quarto comma, c.c. (nel testo novellato con la L. 19 maggio 1975, n. 151), che attribuisce al giudice della separazione personale il potere di assegnare l'abitazione della casa familiare al coniuge cui vengono...»