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Diritto commerciale -

L'aumento di capitale sociale nelle societą in crisi

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2024
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Palermo
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Tesi selezionata dalla Fondazione Italia – USA per ricevere il Premio America Gio vani per il talento universitario, conferito il 16 gennaio 2025 a Roma presso la Camera dei Deputati.
La tesi analizza in modo approfondito l’istituto dell’aumento di capitale sociale come strumento da utilizzare nei piani di risanamento delle società in crisi, con particolare attenzione alla sua applicazione nell’ambito del concordato preventivo.
L’elaborato indaga le modalità, i limiti e le implicazioni giuridiche dell’operazione, alla luce della normativa italiana, delle recenti riforme e dell’esperienza internazionale. La tesi si interroga sulla persistente rilevanza dell’istituto del capitale sociale nelle moderne dinamiche di crisi d’impresa. Sebbene alcuni autori ne denuncino la perdita di funzione, l’elaborato sostiene che l’aumento di capitale - se ben strutturato - resta uno strumento efficace per la continuità aziendale, la tutela dei creditori e la riorganizzazione societaria.
In dettaglio, l’aumento di capitale si configura come un’operazione di riferimento per il reperimento di risorse finanziarie, sia in contesti di equilibrio economico sia, in particolare, qualora emergano situazioni di crisi. In tali contesti, l’operazione appare generalmente ammissibile in quanto assume una funzione di tutela dei creditori e di rilancio dell’attività d’impresa ma, d’altra parte, solleva questioni critiche in termini di governance, di esercizio dei diritti dei soci e di compatibilità con le norme del diritto societario.
Il lavoro, innanzitutto, analizza il rapporto tra le operazioni di aumento e di riduzione del capitale sociale attraverso il dibattito dottrinale e giurisprudenziale sull’ammissibilità dell’aumento del capitale in presenza di perdite, con o senza preventiva riduzione.
Si percorrono, quindi, le varie modalità attuative dell’operazione che possono sostanziarsi n ell’aumento gratuito ed oneroso, nella compensazione con i crediti postergati, nell’utilizzo delle riserve disponibili e nella conversione dei debiti in strumenti finanziari partecipativi (SFP).
Viene, pertanto, prospettato l’aumento di capitale come una misura di riequilibrio patrimoniale, anche con esclusione del diritto di opzione, all’interno della procedura di concordato preventivo. L’attuazione dell’operazione in questione viene descritta in tutti i suoi aspetti, partendo dalla competenza esclusiva degli amministratori della società ai fini dell’accesso alla procedura e percorrendo le fasi che portano all’emanazione del provvedimento di omologazione del progetto di concordato.
Vengono esaminati vari aspetti problematici del tema: la limitazione/esclusione del diritto di opzione (ammessa se giustificata da un interesse della società, soprattutto per attrarre nuovi investitori o soddisfare creditori); la posizione dei soci e dei creditori sociali (evidenziando il conflitto tra l’interesse dei soci alla conservazione della partecipazione e quello dei creditori alla soddisfazione del credito); l’ammissibilità delle proposte concorrenti dei creditori (anche con esclusione del diritto di opzione); l’ostruzionismo dei soci (in caso di inerzia o di opposizione è prevista l’attuazione coattiva mediante nomina di un amministratore giudiziario); la sospensione degli obblighi societari (specificamente di riduzione del capitale e di scioglimento per perdite, derogando alla regola “ricapitalizza o liquida”) in pendenza di procedura.
Inoltre, vengono prospettate le modalità operative dell’aumento di capitale nei contesti degli ulteriori strumenti di regolazione della crisi (ad esempio gli accordi di ristrutturazione e i piani attestati) e delle società a partecipazione pubblica. Da ultimo, viene esposto un confronto con l’ordinamento statunitense che evidenzia l’assenza, in Italia, di strumenti - come l’involuntary petition - che consentirebbero una più rapida emersione della crisi.
Il lavoro si conclude auspicando un maggiore coordinamento tra diritto societario e diritto della crisi, in un’ottica di flessibilità e di efficienza.

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