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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7327 del 28 luglio 1982
«Ai fini dell'imputabilità, l'espressione capacità di intendere indica l'idoneità del soggetto a valutare il significato e gli effetti della propria condotta, mentre quella di volere indica l'attitudine dello stesso ad autodeterminarsi in relazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16260 del 7 aprile 2003
«L'imputabilità, quale capacità di intendere e di volere, e la colpevolezza, quale coscienza e volontà del fatto illecito, esprimono concetti diversi ed operano anche su piani diversi, sebbene la prima, quale componente naturalistica della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 485 del 19 gennaio 1989
«Il delitto di omicidio preterintenzionale richiede la volontarietà delle percosse e delle lesioni, alle quali consegue la morte dell'aggredito non voluta neppure nella forma eventuale ed indiretta della previsione e del rischio. Tale elemento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10440 del 20 novembre 1984
«Colpevolezza e imputabilità agiscono su piani diversi, poichè la seconda costituisce il presupposto non solo logico e giuridico, ma anzitutto naturalistico della prima. Pertanto, i due concetti sono fra loro indipendenti, sicchè l'indagine sulla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3170 del 23 marzo 1995
«In tema di imputabilità le c.d. «reazioni a corto circuito», anche se normalmente sono riferibili a stati emotivi e passionali non integranti una condizione patologica, possono tuttavia costituire, in determinate situazioni, manifestazioni di una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12366 del 14 settembre 1990
«Nel caso in cui le reazioni «a corto circuito» sono caratterizzate dal fatto che tra la rappresentazione nella coscienza del fattore motivante (stimolo) e la conseguente esecuzione trascorre un certo lasso di tempo durante il quale il soggetto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1298 del 10 febbraio 1993
«In tema di imputabilità, posto che la capacità di intendere e di volere dell'adulto (a differenza di quanto si verifica nel caso del minore ultraquattordicenne), forma oggetto di una vera e propria presunzione, sia pure iuris tantum, l'obbligo di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17701 del 18 aprile 2013
«In tema di imputabilità, il sordomutismo non è uno stato necessariamente psicopatologico, ma richiede soltanto che tanto la capacità, quanto l'incapacità nel sordomuto formino oggetto di uno specifico accertamento che deve essere compiuto caso per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31753 del 28 luglio 2003
«Perchè un minore di età sia riconosciuto — ai sensi del combinato disposto degli artt. 85, 88, 89 e 90 c.p. — incapace di intendere e di volere al momento della commissione del reato, è necessario l'accertamento di un'infermità di natura ed...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 22834 del 23 maggio 2003
«In tema di imputabilità, le anomalie caratteriali e le disarmonie della personalità, le quali non sono conseguenti ad uno stato patologico ma si collegano ad uno sviluppo mentale non molto progredito, non eliminano, né diminuiscono la capacità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5885 del 17 giugno 1997
«In tema di imputabilità, il complesso normativo costituito dagli artt. 85, 88, 89 e 90 del codice penale richiede, ai fini della esclusione o della attenuazione di essa, una infermità (termine inteso in una accezione più lata di quello «malattia»)...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8038 del 2 settembre 1997
«Non esiste incompatibilità logico-giuridica tra due sentenze, emesse nei confronti dello stesso imputato per fatti diversi commessi in tempi diversi, delle quali una lo ritenga incapace e l'altra, viceversa, capace di intendere e di volere (ovvero...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2406 del 12 marzo 1985
«L'accertamento dell'infermità di mente dell'imputato va compiuto in relazione al fatto concreto addebitatogli, perché quello eseguito in altro procedimento, relativo a diverso fatto non è mai vincolante nel giudizio successivo. L'indagine ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3164 del 28 gennaio 1997
«Le condizioni di mente dell'imputato ai fini della imputabilità debbono essere accertate in relazione al tempo in cui è stato commesso il reato da giudicare, perché può ben darsi il caso che il vizio di mente, riscontrato in relazione ad un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1204 del 11 febbraio 1984
«L'imputabilità deve sussistere in tutti e tre i momenti in cui si sviluppano il reato e le sue conseguenze: quello attuativo, quello del suo accertamento, quello dell'esecuzione della relativa sanzione penale (detentiva). La sua mancanza produce...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1775 del 16 gennaio 2003
«Per escludere lo stato di imputabilità non è sufficiente la condizione generica di tossicodipendenza, ma accorre che l'intossicazione da sostanze stupefacenti sia cronica ed abbia prodotto un'alterazione psichica permanente, ossia una...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15224 del 21 novembre 1990
«Nel reato colposo conseguente ad incidente stradale il malore improvviso del conducente di un veicolo va considerato sotto il profilo dell'imputabilità, e non del caso fortuito, poichè il fatto patologico sopprime la capacità di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1945 del 12 febbraio 1990
«In tema di reati colposi connessi alla circolazione stradale, poichè il malore improvviso incide sull'imputabilità, non rientrando nella categoria giuridica del caso fortuito, deve essere accertato d'ufficio dal giudice e non provato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 779 del 20 aprile 1970
«Per l'imputabilità del reato di falsità in sigilli o segni di autenticazione o certificazione è sufficiente il dolo generico che consiste nella volontà cosciente e libera dell'agente di commettere il fatto.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2205 del 11 gennaio 1993
«Il vizio parziale di mente, attenendo alla sfera dell'imputabilità, è una circostanza inerente alla persona del colpevole. Essa quindi è soggetta al giudizio di bilanciamento.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 48841 del 5 dicembre 2013
«In tema di imputabilità, ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, possono rientrare nel concetto di "infermità" anche i disturbi della personalità o comunque tutte quelle anomalie psichiche non inquadrabili nel ristretto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21867 del 5 giugno 2007
«In tema di imputabilità, esula dalla nozione di infermità mentale il gruppo delle cosiddette «abnormità psichiche» come nevrosi d'ansia o reazioni a «corto circuito» che hanno natura transitoria e non sono indicative di uno stato morboso, inteso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8282 del 8 marzo 2006
«In tema di imputabilità, il «disturbo antisociale della personalità» può rientrare nella nozione di infermità e può incidere, escludendola o scemandola grandemente, sulla capacità di intendere o di volere. Quest'ultima può assumere rilevanza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 958 del 24 aprile 1991
«Gli artt. 88 e 89 del codice penale che disciplinano, rispettivamente, l'infermità totale o parziale di mente, come cause che escludono o diminuiscono notevolmente l'imputabilità, ossia la capacità di intendere e di volere, postulano — secondo il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37353 del 10 ottobre 2007
«La concessione delle circostanze attenuanti generiche non è incompatibile con la riconosciuta esistenza di un disturbo della personalità, ancorché non riconducibile allo schema tipico del vizio di mente, in quanto sono diversi i presupposti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29106 del 18 luglio 2001
«L'accertamento del fatto-reato in tutte le sue componenti, comprese quelle circostanziali, presenta carattere di priorità rispetto a quello dell'imputabilità del soggetto cui il fatto medesimo viene attribuito. (Nella specie, in applicazione di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11061 del 15 novembre 1988
«L'infermità di mente, che esclude o diminuisce la imputabilità, deve sempre dipendere da una causa patologica, produttiva di alterazione dei processi volitivi o intellettivi. La sindrome ansiosa depressiva, invece, in quanto si innesta su una...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36190 del 3 ottobre 2007
«In tema di imputabilità, il disturbo della personalità, per rilevare ai fini del vizio parziale di mente, deve influire concretamente sul motivo e la decisione che conducono alla commissione del reato. Ne consegue che, in relazione a un soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22765 del 22 maggio 2003
«In tema di imputabilità, gli articoli 88 e 89 c.p. - che disciplinano rispettivamente l'infermità totale e parziale di mente, quali cause che escludono o diminuiscono la capacità di intendere e di volere - postulano l'esistenza di una vera e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1078 del 27 gennaio 1998
«In tema di imputabilità, in mancanza di una infermità o malattia mentale, o comunque di una alterazione anatomico-funzionale della sfera psichica, le alterazioni di tipo caratteriale ed i connessi disturbi della personalità non acquistano rilievo...»