-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38303 del 19 ottobre 2005
«L'aberratio ictus bioffensiva (art. 82, comma secondo, c.p.), che si realizza allorché l'autore abbia arrecato offesa alla persona diversa e anche a quella cui originariamente era diretta la sua azione, attribuisce la responsabilità per la parte...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43234 del 30 novembre 2001
«Le circostanze di reato attinenti all'intensità del dolo, tra le quali deve ricomprendersi la premeditazione prevista dall'art. 577, comma primo, n. 3, c.p., sono valutabili a carico dell'agente anche nel caso dell'aberratio ictus, di cui all'art....»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40513 del 14 novembre 2001
«È configurabile la partecipazione, a titolo di concorso morale, nell'omicidio di persona diversa da quella cui l'aggressione era diretta (aberratio ictus), in quanto l'errore esecutivo non ha alcuna incidenza sull'elemento soggettivo del partecipe...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35386 del 27 settembre 2001
«La disciplina del c.d. «concorso anomalo», contenuta nell'art. 116 c.p., può trovare applicazione anche nel caso di delitti caratterizzati dall'offesa a persona diversa da quella cui l'aggressione era diretta (aberratio ictus), non incidendo la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17098 del 6 dicembre 1989
«La configurabilità della partecipazione a titolo di concorso anomalo non è esclusa nell'ipotesi di delitti caratterizzati dall'offesa di persona diversa da quella cui l'aggressione era diretta (aberratio ictus), stante che la divergenza degli...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8505 del 29 luglio 1988
«Nel caso di omicidio di una persona diversa e di ferimento di una persona contro la quale era diretta l'azione omicida deve, nell'offesa relativa a quest'ultima ravvisarsi una ipotesi di tentato omicidio e non già di lesione volontaria. Quando,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 48841 del 5 dicembre 2013
«In tema di imputabilità, ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, possono rientrare nel concetto di "infermità" anche i disturbi della personalità o comunque tutte quelle anomalie psichiche non inquadrabili nel ristretto...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21867 del 5 giugno 2007
«In tema di imputabilità, esula dalla nozione di infermità mentale il gruppo delle cosiddette «abnormità psichiche» come nevrosi d'ansia o reazioni a «corto circuito» che hanno natura transitoria e non sono indicative di uno stato morboso, inteso...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8282 del 8 marzo 2006
«In tema di imputabilità, il «disturbo antisociale della personalità» può rientrare nella nozione di infermità e può incidere, escludendola o scemandola grandemente, sulla capacità di intendere o di volere. Quest'ultima può assumere rilevanza...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 958 del 24 aprile 1991
«Gli artt. 88 e 89 del codice penale che disciplinano, rispettivamente, l'infermità totale o parziale di mente, come cause che escludono o diminuiscono notevolmente l'imputabilità, ossia la capacità di intendere e di volere, postulano — secondo il...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4385 del 24 aprile 1982
«L'accertamento sull'infermità di mente dell'imputato va compiuto in relazione al fatto concreto addebitato ed al tempo in cui il fatto medesimo è stato commesso. L'indagine già esperita in altro processo non è pertanto mai vincolante nel...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17305 del 5 maggio 2011
«Ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, nessun rilievo può assumere la presenza, in capo all'autore della condotta delittuosa, di un generico stato di agitazione determinato da una crisi di astinenza dall'abituale consumo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37353 del 10 ottobre 2007
«La concessione delle circostanze attenuanti generiche non è incompatibile con la riconosciuta esistenza di un disturbo della personalità, ancorché non riconducibile allo schema tipico del vizio di mente, in quanto sono diversi i presupposti...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29106 del 18 luglio 2001
«L'accertamento del fatto-reato in tutte le sue componenti, comprese quelle circostanziali, presenta carattere di priorità rispetto a quello dell'imputabilità del soggetto cui il fatto medesimo viene attribuito. (Nella specie, in applicazione di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6357 del 24 giugno 1996
«Non tutti gli stati di tossicomania, la quale è una dipendenza meramente psichica alla droga, o di tossicodipendenza, che è una assuefazione cronica alla stessa, producono di per sé alterazione mentale rilevante agli effetti di cui agli artt. 88 e...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4041 del 3 aprile 1992
«Ai fini della sussistenza del vizio di mente, anche nei casi di epilessia conclamata i soggetti che ne soffrono non patiscono alcuna diminuzione delle loro capacità psichiche, al di fuori dei momenti di crisi e al di fuori dei casi in cui, per la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11061 del 15 novembre 1988
«L'infermità di mente, che esclude o diminuisce la imputabilità, deve sempre dipendere da una causa patologica, produttiva di alterazione dei processi volitivi o intellettivi. La sindrome ansiosa depressiva, invece, in quanto si innesta su una...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36190 del 3 ottobre 2007
«In tema di imputabilità, il disturbo della personalità, per rilevare ai fini del vizio parziale di mente, deve influire concretamente sul motivo e la decisione che conducono alla commissione del reato. Ne consegue che, in relazione a un soggetto...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22765 del 22 maggio 2003
«In tema di imputabilità, gli articoli 88 e 89 c.p. - che disciplinano rispettivamente l'infermità totale e parziale di mente, quali cause che escludono o diminuiscono la capacità di intendere e di volere - postulano l'esistenza di una vera e...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1078 del 27 gennaio 1998
«In tema di imputabilità, in mancanza di una infermità o malattia mentale, o comunque di una alterazione anatomico-funzionale della sfera psichica, le alterazioni di tipo caratteriale ed i connessi disturbi della personalità non acquistano rilievo...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 19248 del 20 maggio 2005
«La diminuente del vizio parziale di mente è compatibile con una maggiore intensità del dolo, che può giustificare il diniego delle attenuanti generiche in considerazione delle gravi modalità della condotta criminosa. (Nel caso di specie, la Corte...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3633 del 4 aprile 1995
«Sussiste piena compatibilità logica e giuridica tra ritenuta intensità del dolo e riconoscimento del vizio parziale di mente. Tra la diminuente del vizio parziale di mente, che attiene alla capacità di intendere e di volere ed all'imputabilità, e...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13852 del 17 ottobre 1989
«Il giudice, una volta accertato l'elemento intenzionale del reato, risultante dalla volontà dell'agente e dalla rappresentazione dell'evento da parte del medesimo, non è tenuto, se l'imputato è seminfermo di mente, ad alcuna particolare indagine...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8719 del 6 agosto 1988
«Il dolo eventuale — inteso come atteggiamento di accettazione del rischio di un certo risultato — è compatibile con la seminfermità mentale, a meno che non si dimostri in concreto che la malattia incideva su un particolare aspetto di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13010 del 2 ottobre 1989
«L'accertamento sull'infermità di mente dell'imputato deve essere compiuto in relazione al fatto concreto addebitato ed al tempo in cui il fatto medesimo è stato commesso. L'indagine già esperita in altro procedimento non è vincolante nel...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5815 del 9 maggio 1987
«Il vizio parziale di mente va considerato come elemento accidentale del reato, e quindi non può essere preso in considerazione dal giudice della impugnazione ove non formi oggetto di uno specifico punto di gravame o non sia, a questo,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40812 del 18 novembre 2010
«Il vizio parziale di mente, attenendo alla sfera dell'imputabilità, è una circostanza inerente alla persona del colpevole ed è pertanto soggetto al giudizio di comparazione, che ha carattere unitario.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21405 del 21 maggio 2009
«L'attenuante della provocazione è incompatibile con la diminuente del vizio parziale di mente nei casi in cui vi sia sostanziale coincidenza tra lo stato d'ira e l'infermità mentale o quest'ultima abbia avuto preponderante incidenza sul primo.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8771 del 5 agosto 1992
«La premeditazione non è incompatibile con il vizio parziale di mente, in quanto anche un seminfermo di mente può essere capace di concepire un atteggiamento psicologico e volitivo più o meno fermo e di subire, opponendovi una diversa resistenza,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2268 del 2 marzo 1992
«Non sussiste incompatibilità concettuale tra la circostanza aggravante della premeditazione e vizio parziale di mente operando la prima sul piano del dolo ed il secondo sull'imputabilità. Ciò però non esclude che sul piano concreto, si verifichi...»