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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14659 del 29 dicembre 1999
«Il dolo specifico del reato di spendita ed introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate non può essere desunto, con riferimento alla detenzione di una sola banconota falsa ed a fronte della prospettazione difensiva di averla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11676 del 29 novembre 1985
«Ai fini dell'affermazione di responsabilità per il delitto di spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate, di cui all'art. 455 c.p., deve sussistere sia il dolo generico, consistente nella volontà cosciente di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7276 del 10 settembre 1984
«Il reato previsto dall'art. 455 c.p. si consuma con la detenzione al fine della messa in circolazione della banconota, senza che sia necessaria l'accettazione del prenditore.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8605 del 5 ottobre 1982
«Il reato di spendita di moneta falsa non è reato di danno, ma di pericolo, avendo per oggetto soltanto la possibilità della lesione giuridica; per la configurabilità del reato non si richiede, pertanto, che il fine di mettere in circolazione la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28443 del 10 luglio 2009
«Il reato d'introduzione nello Stato o di messa in circolazione di monete false, da parte di chi non ha concorso nella falsificazione, non concorre con quello di ricettazione, che resta in esso assorbito per il principio di specialità.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 25773 del 25 giugno 2008
«Non sussiste rapporto di specialità tra le disposizioni di cui agli artt. 455 c.p. (spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate ) e 648 bis c.p. (riciclaggio ), atteso che le norme tutelano beni giuridici diversi: la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 882 del 21 luglio 1993
«In tema di patteggiamento è consentita la confisca soltanto delle cose costituenti il prezzo del reato o di quelle intrinsecamente criminose. Al riguardo per «prezzo del reato» deve intendersi il compenso per commettere il reato ovverosia il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6713 del 7 luglio 1981
«Le norme di cui agli artt. 455 e 640 c.p. tutelano beni giuridici diversi: la prima attiene alla regolare circolazione monetaria e dunque all'autorità e alla credibilità degli interessi patrimoniali e finanziari degli istituti di emissione; la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9391 del 12 novembre 1979
«Il reato di falso nummario, che è reato di pericolo e non di danno, ha come oggetto giuridico la tutela della pubblica fede ossia della fiducia che deve essere risposta nella circolazione monetaria. Esula, quindi, dalla sfera della tutela penale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3905 del 8 aprile 1975
«Il falso nummario è reato contro la fede pubblica, siccome diretto a tutelare la legalità della circolazione monetaria; ed è anche essenzialmente un reato di pericolo, pur tutelando anche l'interesse patrimoniale dell'istituto di emissione, nonché...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1145 del 13 novembre 1973
«Il reato di falso nummario è un reato contro la fede pubblica che ha lo scopo di tutelare la regolarità della circolazione monetaria e quindi è essenzialmente un reato di pericolo, diretto anche a salvaguardare gli interessi patrimoniali e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37355 del 14 ottobre 2011
«In tema di reati contro la fede pubblica, la diminuente di cui all'art. 52 quater, comma terzo, D.L.vo n. 213 del 1998 - per il quale le pene rispettivamente stabilite per i delitti di falso in monete, in carte di pubblico credito e in valori di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9085 del 3 luglio 1989
«Ai fini della configurabilità del reato di falsificazione di monete ovvero di spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, si intende per corso legale non soltanto la libera circolazione della moneta accettata come...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1416 del 11 febbraio 1985
«In tema di falso nummario l'alterazione integra estremi di reato (artt. 453, n. 3, 454 c.p.) solo se vale ad attribuire alla moneta l'apparenza di un valore superiore o inferiore. Sicché, nell'ipotesi in cui vengano manipolate delle banconote,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41108 del 24 ottobre 2011
«In tema di falso nummario, la grossolanità della contraffazione, che dà luogo al reato impossibile, si apprezza solo quando il falso sia "ictu oculi" riconoscibile da qualsiasi persona di comune discernimento ed avvedutezza e non si debba far...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2558 del 21 luglio 1992
«In tema di falso nummario, ai fini della sussistenza della grossolanità della falsità, da cui discende l'esclusione della punibilità dei reati di cui agli artt. 453, 455 e 457 c.p., è richiesto che la diversità delle caratteristiche della moneta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3672 del 27 marzo 1992
«In tema di falso nummario, la grossolanità della contraffazione, inquadrabile nello schema del reato impossibile, si verifica quando il falso sia riconoscibile ictu oculi da qualsiasi persona di comune discernimento, non debba, cioè, farsi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5737 del 8 giugno 1981
«La grossolanità del falso va intesa come inidoneità assoluta dell'azione e si inquadra nell'ipotesi del reato impossibile. Pertanto, in tema di falsificazione di banconote, essa ricorre ed esclude la punibilità solo quando il falso sia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2522 del 13 marzo 1995
«Ai fini della fattispecie di cui all'art. 453, n. 3, c.p., l'identificazione del falsario o dell'intermediario non è necessaria per ritenere il previo concerto, quando questo sia desumibile da elementi indiziari, quali la quantità delle banconote,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5551 del 12 maggio 1992
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 453, n. 3, c.p., il fatto che le banconote falsificate siano state portate da un'altra persona nel luogo in cui doveva avvenire lo scambio non esclude la detenzione da parte dell'imputato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5006 del 10 aprile 1989
«Il reato di spendita di monete false previo concerto non richiede, per la sua esistenza, la prova della costituzione di una particolare associazione in seno alla quale i singoli svolgono specifici ruoli, essendo sufficiente, invece, la prova della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13266 del 25 novembre 1986
«In tema di detenzione e spaccio di monete falsificate, ciò che distingue i reati di cui agli artt. 453 e 455 c.p. da quello previsto dall'art. 457 c.p. è che nei primi la consapevolezza della falsità delle monete deve sussistere nell'agente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1437 del 8 febbraio 1979
«Perché vi sia spendita, previo concerto, di monete falsificate, nel senso di cui all'art. 453 n. 3 c.p., anziché la minore ipotesi di spendita, senza concerto, prevista dall'art. 455, non occorre una specifica organizzazione o associazione nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35774 del 3 ottobre 2011
«Integra il reato tentato - e non consumato - di contraffazione di moneta nazionale (art. 56 e 453, comma primo, c.p.), la condotta di colui che riproduca immagini corrispondenti a quelle di banconote (nella specie di 50 euro) su fogli formato 4,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3635 del 20 aprile 1984
«Il contraffattore di carta-moneta, che ha adottato solo nell'operazione di riproduzione un accorgimento tecnico inidoneo che abbia reso inutile l'azione quasi completata, risponde di tentativo nel delitto di contraffazione.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10348 del 15 ottobre 1980
«La scoperta di un notevole quantitativo di monete false e l'ammissione del possessore di averle ricevute con l'intesa che avrebbe provveduto a metterle in circolazione, possono costituire elementi sufficienti per ritenere il denaro frutto di un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5132 del 5 maggio 1978
«Ai sensi della legge penale, è intermediario per l'introduzione o la spendita nello Stato di monete alterate o contraffatte colui che inserendosi in una catena di trapassi consente di attingere alla sorgente della falsificazione. In mancanza di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1323 del 5 febbraio 1986
«Per la sussistenza del reato di cui all'art. 453 nn. 3 e 4 c.p. occorre dimostrare il concerto tra colui che spende, mette o fa mettere in circolazione le monete falsificate e che ha eseguito la falsificazione o un suo intermediario. Fuori da tale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32816 del 29 marzo 2007
«Non integra il delitto previsto dall'art. 462 c.p. la contraffazione di biglietti per il trasporto aereo che sia meramente finalizzata alla falsa attestazione di un pregresso espletamento di missioni e non alla loro messa in circolazione quali...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12487 del 25 novembre 1980
«Le matrici dei biglietti ferroviari e le conseguenti registrazioni contabili rientrano nella categoria degli atti pubblici, in quanto direttamente riferentisi all'aspetto documentativo e, quindi, amministrativo, della gestione di un pubblico...»