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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6669 del 22 dicembre 1984
«Al fine della sussistenza dell'indegnità a succedere di cui all'art. 463, n. 1, c.c., l'attentato alla vita del de cuius deve essere commesso volontariamente con la conseguenza che tale ipotesi di indegnità non è ravvisabile quando venga esclusa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5124 del 9 giugno 1997
«Alla risoluzione della disposizione testamentaria domandata dall'erede nei confronti del legatario (o del coerede) inadempiente all'eventuale modus apposto dal testatore (espressamente qualificata in termini di risoluzione per inadempimento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3732 del 20 aprile 1985
«La seminfermità mentale e le circostanze aggravanti della premeditazione e del motivo abietto o futile operano su piani distinti: l'una (la seminfermità) è aspetto della capacità di intendere e di volere, ossia dell'imputabilità, la quale è a sua...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4953 del 27 aprile 1993
«In tema di nullità di matrimonio, l'art. 129 bis c.c., relativo alla responsabilità del coniuge in mala fede al quale sia imputabile la nullità, sebbene formulato lessicalmente in modo diverso dall'art. 139 c.c. (che commina una sanzione penale al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26 del 3 gennaio 1991
«Ai fini dell'addebitabilità della separazione, assume rilievo il comportamento complessivo dei coniugi anche successivo alla introduzione del giudizio di separazione, in quanto durante tale giudizio permane a carico dei medesimi il dovere del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8013 del 8 agosto 1990
«Al fine dell'addebitabilità della separazione, il comportamento di un coniuge, rivolto ad imporre i propri particolari principi o la propria particolare mentalità, può assumere rilevanza solo se si traduca in violazione dei doveri discendenti dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11652 del 4 dicembre 1990
«Ai sensi degli artt. 1176 e 1218 c.c., nelle obbligazioni di mezzi, quando la prestazione del debitore non è mancata, grava sul creditore l'onere di allegare (e provare), mediante eccezione in senso proprio soggetta alla preclusione di cui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15718 del 2 luglio 2010
«Posto che, in generale, la circostanza che l'errore commesso dall'avvocato nel giudizio di primo grado possa essere rimediato attraverso la proposizione dell'appello contro la sentenza sfavorevole non è sufficiente, di per sé, ad escludere che la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9714 del 3 maggio 2011
«In tema di obbligazioni, lo stato soggettivo di buona fede non è idoneo, di per sé, ad escludere l'imputabilità dell'inadempimento, incombendo sul debitore, a tal fine, l'onere di provare che l'inadempimento (o il ritardo nell'adempimento) siano...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3724 del 9 aprile 1991
«Anche per le obbligazioni negative vige il principio della presunzione di colpa di cui all'art. 1218 c.c., superabile soltanto con la prova che l'inadempimento — che, ai sensi dell'art. 1222 c.c. si verifica per il fatto della violazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7604 del 19 agosto 1996
«La disposizione di cui all'art. 1218 codice civile pone a carico del debitore l'onere della prova di non aver potuto adempiere l'obbligazione o di non aver potuto eseguire esattamente e nel tempo previsto la prestazione dovuta per cause a lui non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13923 del 16 giugno 2006
«Ai sensi dell'art. 1224, secondo comma, c.c., ai fini della configurabilità del diritto al risarcimento del maggior danno derivante dal ritardato pagamento di un debito pecuniario è sufficiente — fatto salvo l'onere a carico del creditore di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4332 del 5 maggio 1994
«Quando un soggetto incapace di intendere e di volere, per minore età o per altra causa, subisca un evento di danno, in conseguenza del fatto illecito altrui in concorso causale con il proprio fatto colposo, l'indagine deve essere limitata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7580 del 22 dicembre 1983
«La sopravvenuta impossibilità della prestazione, se non è imputabile al debitore, determina l'estinzione dell'obbligazione, mentre, se è imputabile al debitore, determina la conversione dell'obbligazione di adempimento in quella di risarcimento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9388 del 6 settembre 1991
«... L'anzidetto collegamento può peraltro assumere carattere unilaterale, nel senso che la dipendenza logica e giuridica è limitata per volontà delle parti ad uno solo dei contratti, destinato quindi a subire l'influenza dell'altro.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6590 del 11 giugno 1991
«Il bando di concorso indetto per l'assunzione, in regime privatistico, di personale, all'esito di determinate procedure selettive, costituisce un'offerta al pubblico, ossia una proposta di contratto da cui deriva, in favore di coloro i quali si...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2380 del 13 giugno 1975
«Deve respingersi qualsiasi analogia tra la caparra confirmatoria e la clausola risolutiva espressa, per la differenza che esiste tra la struttura e gli effetti dei due istituti (artt. 1385 e 1456 c.c.). La caparra confirmatoria, infatti, oltre a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9158 del 27 agosto 1991
«Anche quando l'indagine del giudice sia rivolta ad accertare quale dei due contraenti sia inadempiente, al fine di stabilire a quale di essi spetti il diritto di recesso ex art. 1385 c.c., occorre procedere ad una valutazione comparativa del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7829 del 19 maggio 2003
«In tema di risoluzione del contratto per inadempimento, qualora la parte adempiente abbia proposto domanda di risoluzione e di risarcimento dei danni da inadempimento, non limitandosi a chiedere la condanna generica, il danno può essere liquidato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2553 del 6 febbraio 2007
«La clausola risolutiva espressa non comporta automaticamente lo scioglimento del contratto a seguito del previsto inadempimento, essendo sempre necessario, per l'articolo 1218 c.c., l'accertamento dell'imputabilità dell'inadempimento al debitore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9356 del 14 luglio 2000
«La risoluzione di diritto del contratto conseguente all'applicazione di una clausola risolutiva espressa postula non soltanto la sussistenza, ma anche l'imputabilità dell'inadempimento, in quanto la pattuizione di tale modalità di scioglimento dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8881 del 3 luglio 2000
«In presenza di un termine essenziale la risoluzione di diritto del contratto prescinde ad una indagine sulla rilevanza dell'inadempimento (essendo stata tale importanza valutata anticipatamente dai contraenti) postulando solo la sussistenza e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18143 del 9 settembre 2004
«Nei contratti a prestazioni corrispettive (nella specie, preliminare di compravendita di immobile), la retroattività della pronuncia costitutiva di risoluzione stabilita dall'art. 1458, c.c., in ragione del venir meno della causa giustificatrice...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7470 del 4 giugno 2001
«Una volta pronunciata la risoluzione del contratto in forza della operatività retroattiva di essa, stabilita dall'art. 1458 c.c., si verifica per ciascuno dei contraenti ed indipendentemente dall'imputabilità dell'inadempienza, rilevante ad altri...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7266 del 28 giugno 1995
«Nella disposizione di cui al secondo comma dell'art. 1526 c.c. per la quale, qualora sia convenuto che le rate pagate restino acquisite al venditore a titolo di indennità, questa può essere ridotta dal giudice il ricorso al termine «indennità»,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4656 del 23 maggio 1990
«Le obbligazioni costituite con il contratto di subappalto, ancorché dipendenti dal contratto d'appalto, hanno propria autonomia ed individualità, e, in particolare, non si sottraggono alla regola secondo cui l'impossibilità sopravvenuta è ragione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11903 del 13 maggio 2008
«In tema di danni prodotti dalla cosa locata, il principio secondo cui sul proprietario locatore che ha l'obbligo, imposto dall'art. 1575 c.c., di consegnare al conduttore la cosa locata in buono stato di manutenzione e di conservarla in condizioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14218 del 17 dicembre 1999
«In tema di appalto, l'onere della denuncia del vizio dell'edificio appaltato sorge, a norma dell'art. 1669 c.c., non già per effetto della semplice manifestazione e percezione del difetto costruttivo, ma per effetto della riconducibilità del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20497 del 25 luglio 2008
«Il recesso per giusta causa previsto dall'art. 2119 c.c. si applica anche al contratto di agenzia purché vi sia un'inadempienza imputabile all'agente, la quale, per la sua gravità, non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto. Non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6242 del 4 giugno 1993
«Nel caso di perdita della cosa data in deposito, il depositario, per liberarsi dall'obbligo di risarcimento del danno, deve provare che l'evento era imprevedibile e inevitabile o estraneo al comportamento da lui tenuto nell'esecuzione del...»