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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4799 del 20 aprile 1988
«Perché un atto possa considerarsi pubblico ai fini della applicazione delle norme sul falso documentale, non occorre necessariamente la sottoscrizione da parte del pubblico ufficiale al quale l'atto risale, sempre che essa non sia richiesta come...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9573 del 24 ottobre 1985
«In tema di falso in atto pubblico, il documento costituisce un bene giuridico a sé stante, meritevole di tutela indipendentemente dalla validità del rapporto in esso rappresentato. L'invalidità di tale rapporto esclude il delitto di falso soltanto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9423 del 11 novembre 1983
«Il delitto di falso documentale, nell'ipotesi di falso materiale per alterazione, postula l'esistenza di un atto definitivamente formato. Fino a quando l'atto resta nell'ambito della legittima facoltà di disposizione del suo autore, non è...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10929 del 10 dicembre 1981
«In tema di falsità il concetto di atto pubblico è certamente più ampio di quello desumibile dagli artt. 2699 e 2700 c.c., posto che la legge penale ha per oggetto la tutela dell'anzidetto atto non solo quale strumento probatorio ma anche, in sé e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12242 del 21 novembre 1980
«L'interesse giuridico alla tutela della pubblica fede è leso anche nei casi in cui la falsità riguardi i cosiddetti atti interni, e cioè quegli atti del pubblico ufficiale destinati ad assumere funzione probatoria nei confronti della sola pubblica...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23327 del 19 maggio 2004
«Le modifiche o le aggiunte in un atto pubblico, dopo che è stato regolarmente e definitivamente formato, integrano un falso punibile anche quando il soggetto abbia agito per stabilire la verità effettuale del documento; tuttavia ai fini della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1740 del 11 febbraio 1988
«L'elemento soggettivo della falsità materiale commessa dal privato in atti pubblici consiste nel dolo generico, cioè nella consapevolezza della falsa attestazione, non essendo richiesto né un animus decipiendi, né un animus nocendi. Ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1358 del 6 febbraio 1987
«Ai fini della sussistenza del delitto di falsità, materiale o ideologica, in atto pubblico, è sufficiente il dolo generico. Ciò non importa, però, che il dolo inest in re ipsa; al contrario, esso deve essere sempre rigorosamente provato e deve...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4818 del 4 giugno 1986
«Con la previsione dei vari reati di falso documentale la legge penale intende colpire, a tutela della fede pubblica, il contrasto con la realtà nel quale il documento è stato volutamente posto dall'agente. Pertanto, la formazione di un nuovo atto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18015 del 29 aprile 2015
«Nei reati di falso in atti la punibilità è esclusa solo nel caso di grossolana falsificazione, immediatamente riconoscibile da chiunque. (Nella specie, relativa alla falsificazione di ricevute di pagamento di somme versate all'amministrazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7714 del 19 febbraio 2015
«L'alterazione della copia informale di una bolletta di pagamento non integra il reato di cui agli artt. 476 - 482 c.p., che sussiste solo in presenza dell'alterazione di copie autentiche di atti pubblici, né il meno grave reato di cui all'art. 485...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38720 del 14 ottobre 2008
«È innocuo, e quindi non punibile per inidoneità dell'azione, il falso, sia ideologico che materiale, che determina un alterazione irrilevante ai fini dell'interpretazione dell'atto, non modificandone il senso.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10259 del 27 ottobre 1992
«In tema di falso documentale, ai fini dell'esclusione della punibilità per inidoneità dell'azione ai sensi dell'art. 49 c.p., occorre che appaia in maniera evidente la falsificazione dell'atto e non solo la sua modificazione grafica. Di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7227 del 24 giugno 1992
«I mandati di pagamento e le richieste di emissione di assegni di organi fallimentari sono atti pubblici in quanto estrinsecazione di potestà del curatore e del giudice delegato. (Fattispecie in tema di falsità materiale commessa da pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2456 del 23 febbraio 1991
«In tema di falsità materiale, l'esclusione della punibilità si ha solo nell'ipotesi di una assoluta inidoneità dell'azione che renda impossibile e non solo improbabile l'evento costitutivo dell'inganno della pubblica fede per manifesta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10715 del 3 novembre 1988
«In materia di falso l'idoneità dell'azione deve essere valutata con un giudizio «a posteriori», nel senso che la punibilità non è esclusa quando l'atto, sia pure falsificato grossolanamente, ha sorpreso la buona fede del destinatario e comunque in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7875 del 30 giugno 1987
«Così come il falso non è punibile, per inidoneità dell'azione, quando sia grossolano, allo stesso modo e per le medesime ragioni nemmeno può ritenersi punibile, in quanto innocua, la falsità che si riveli in concreto inidonea a ledere l'interesse...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6485 del 27 giugno 1986
«La non punibilità del falso ex art. 49 c.p. si ha solo nella ipotesi di inidoneità dell'azione che renda impossibile e non solo improbabile l'evento costitutivo dell'inganno della pubblica fede, per cui non si può parlare di «grossolanità del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6089 del 26 giugno 1986
«In tema di falsità materiale in atti non è ravvisabile la inidoneità assoluta dell'azione (e quindi l'impossibilità dell'inganno) quando la modificazione materiale dell'atto, pur se immediatamente riconoscibile da chiunque, consista nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46310 del 16 dicembre 2008
«In tema di falsità documentale commessa dal pubblico ufficiale, ai fini dell'individuazione di tale qualifica occorre, avere riguardo non tanto al rapporto di dipendenza tra il soggetto e la P.A., ma ai caratteri propri dell'attività in concreto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5052 del 7 giugno 1996
«La locuzione «nell'esercizio delle funzioni», contenuta nell'art. 476 c.p., non va intesa in senso specifico, ma generico, ossia come «ambito delle funzioni». Conseguentemente, risponde del reato previsto dalla suddetta norma incriminatrice, e non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 834 del 1 febbraio 1993
«Quando l'autore della falsità è lo stesso soggetto che deve formare l'atto, non vi può essere falsificazione ideologica o alterazione materiale punibile fino a quando l'atto rimane nell'ambito della facoltà di disposizione dell'agente, il quale,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3113 del 9 marzo 1988
«La locuzione «nell'esercizio delle proprie funzioni», di cui all'art. 476, deve essere intesa non in senso specifico, bensì generico di ambito delle funzioni, nel senso, cioè, che l'atto contraffatto o alterato deve rientrare, per sua natura,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5245 del 26 maggio 1982
«All'espressione «nell'esercizio delle sue funzioni» di cui agli artt. 476 e seguenti c.p. non può essere attribuito un significato strettamente limitato al tempo e al luogo in cui il pubblico ufficiale svolge la sua attività; nell'espressione va...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11944 del 18 marzo 2009
«Riveste natura di atto pubblico fidefacente l'attestazione del funzionario di dogana in ordine al numero dei campioni esaminati (nella specie fusti contenenti olio), trattandosi di annotazione che attesta il compimento da parte del pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7921 del 26 febbraio 2007
«Integra il delitto di falsità materiale commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico fidefaciente, la condotta del medico ospedaliero che rediga un certificato con false attestazioni, in quanto ciò che caratterizza l'atto pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8684 del 26 febbraio 2004
«In tema di falso documentale, il registro di protocollo è atto di fede privilegiata, in quanto in esso il pubblico ufficiale attesta l'avvenuta ricezione di un documento dall'esterno, la data della ricezione e la numerazione progressiva che gli...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46863 del 5 dicembre 2003
«In tema di falso documentale, il timbro del protocollo apposto sulla corrispondenza pervenuta ad un ufficio pubblico ha natura di atto pubblico; ed infatti, posto che il registro di protocollo è indiscutibilmente atto di fede privilegiata, in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6695 del 10 giugno 1994
«In tema di falso in atto pubblico, il registro di protocollo nel quale l'impiegato comunale annota in ordine cronologico la ricezione o la spedizione degli atti (provenienti dai privati o altre pubbliche amministrazioni) è atto di fede...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12091 del 3 dicembre 1987
«Nel falso materiale in atto pubblico è sufficiente, ai fini della rilevanza penale del falso, che l'atto sia apparentemente valido nel momento in cui viene formato, poiché ciò che conta è la possibilità - valutata ex ante - della lesione della...»