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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6190 del 28 novembre 1984
«Nel diritto vigente, la successione testamentaria può coesistere con quella legittima nel senso che se attraverso le disposizioni testamentarie non è esaurita l'intera massa dei beni di cui il testatore può disporre, la parte restante — salva...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3696 del 12 marzo 2003
«La semplice delazione che segue l'apertura della successione, pur rappresentandone un presupposto, non è di per sè sufficiente per l'acquisto della qualità di erede, ma diventa operativa soltanto se il chiamato alla successione accetta di essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9782 del 16 settembre 1995
«La delazione conseguente all'apertura della successione ereditaria, pur costituendone un presupposto, non è sufficiente per l'acquisto dell'eredità, a tal fine occorrendo anche che il chiamato proceda all'accettazione mediante una dichiarazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4827 del 14 luglio 1983
«L'applicabilità dell'art. 1424 ,c.c., sulla conversione dei contratti nulli, anche ai negozi unilaterali, in virtù del richiamo di cui al precedente art. 1324, comporta solo la convertibilità di un negozio unilaterale nullo in un altro negozio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6400 del 6 dicembre 1984
«L'accettazione, espressa o tacita, dell'eredità, implicando l'effettivo subingresso dell'erede nella totalità o in una parte frazionaria dell'universum jus costituente l'asse ereditario, prescinde dalla specificazione di singoli beni o rapporti,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26258 del 30 ottobre 2008
«La dichiarazione d'indegnità a succedere, ai sensi dell'art. 463, n. 4), c.c., per captazione della volontà testamentaria, richiede la dimostrazione dell'uso, da parte sua, di mezzi fraudolenti tali da trarre in inganno il testatore, suscitando in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9274 del 9 aprile 2008
«L'ipotesi di indegnità a succedere prevista dall'art. 463, n. 5. c.c. rientra tra quelle dirette a ledere la libertà di testare e, conseguentemente, richiede un comportamento che abbia impedito il realizzarsi delle ultime volontà del testatore,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6669 del 22 dicembre 1984
«Al fine della sussistenza dell'indegnità a succedere di cui all'art. 463, n. 1, c.c., l'attentato alla vita del de cuius deve essere commesso volontariamente con la conseguenza che tale ipotesi di indegnità non è ravvisabile quando venga esclusa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3309 del 30 maggio 1984
«Affinché determini indegnità a succedere, il fatto della soppressione o dell'alterazione del testamento, ovvero del suo celamento (peraltro non
ravvisabile nella violazione dell'obbligo ex art. 620 c.c. del possessore di testamento olografo di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2663 del 22 marzo 1999
«La ricerca della volontà di accettare l'eredità attraverso l'accertamento e l'interpretazione degli atti compiuti dal chiamato si risolve in un'indagine di fatto non suscettibile di censura in sede di legittimità, purché il risultato sia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12753 del 17 novembre 1999
«L'accettazione tacita di eredità può desumersi soltanto dall'esplicazione di un'attività personale dei chiamato tale da integrare gli estremi dell'atto gestorio incompatibile con la volontà di rinunziare, e non altrimenti giustificabile se non in...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 16507 del 19 luglio 2006
«In tema di successione mortis causa la delazione ereditaria ed il possesso dei beni ereditari da parte del chiamato, pur non risultando sufficienti ai fini dell'acquisto della qualità di erede, in quanto la prima ne costituisce soltanto il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10197 del 3 agosto 2000
«Il chiamato dell'eredità che non sia nel possesso dei beni ereditari non può stare in giudizio in rappresentanza dell'eredità (ipotesi prevista dall'art. 486 c.c. soltanto per il chiamato in possesso dei beni ereditari) e pertanto nei suoi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15583 del 10 dicembre 2001
«Il provvedimento di fissazione del termine per la liquidazione dell'eredità beneficiata previsto dall'art. 500 c.c. ha natura volontaria e non contenziosa e va assunto con ordinanza, impugnabile con reclamo, ove si limiti a concedere o negare le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3244 del 27 marzo 1998
«In tema di eredità giacente, il rigetto, da parte del pretore, della richiesta di fissazione di un termine per il rendiconto e per la liquidazione delle attività (artt. 496 e 500 c.c.) può essere impugnato, sotto forma di reclamo, al competente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5182 del 16 ottobre 1984
«Ai sensi dell'art. 503 c.c., colui che abbia accettato l'eredità con il beneficio d'inventario, ha la facoltà di avvalersi della procedura di liquidazione concorsuale dell'eredità, anche se non abbia ricevuto opposizione alla liquidazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22286 del 4 settembre 2008
«In base al disposto dell'art. 510 cod. civ., a norma del quale la redazione dell'inventario da parte di uno dei coeredi giova anche agli altri che non siano accettanti puri e semplici, la volontà di giovarsi di tale forma di accettazione, sebbene...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8912 del 9 settembre 1998
«Il chiamato all'eredità, che vi abbia inizialmente rinunciato, può, ex art. 525 c.c., successivamente accettarla (in tal modo revocando implicitamente la precedente rinuncia) in forza dell'originaria delazione — e sempre che questa non sia venuta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2549 del 19 ottobre 1966
«L'irrevocabilità della rinuncia alla eredità, una volta intervenuta l'accettazione degli altri chiamati — accettazione che, peraltro, nel caso di concorso di eredi che abbiano già accettato, non ha bisogno di una specifica manifestazione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6771 del 17 maggio 2001
«Il provvedimento di nomina del curatore dell'eredità giacente, ex art. 528 c.c., è atto di volontaria giurisdizione privo del requisito della decisorietà e dell'attitudine ad acquistare autorità di cosa giudicata sostanziale. Come tale non è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9065 del 28 agosto 1999
«Lo stato di figlio legittimo non è incompatibile con una indagine incidenter tantum, ai fini dell'esercizio dei diritti successori, di cui agli artt. 537, 580 e 594 c.c., su una diversa procreazione naturale (salvo che non si profili l'incesto)...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1403 del 12 settembre 1970
«Il primo comma dell'art. 733 c.c. riconosce al testatore il potere di dettare norme per la composizione delle porzioni, i cosiddetti assegni obbligatori divisionali, attribuendo all'assegnatario il diritto di pretendere che nella futura divisione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5779 del 15 marzo 2006
«In tema di diritti riservati ai legittimari, l'attribuzione patrimoniale oggetto del legato in sostituzione di legittima è caratterizzata dall'intenzione del testatore di soddisfare integralmente mediante la stessa i diritti del legittimario, non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15124 del 22 giugno 2010
«In materia di successioni "mortis causa", l'esercizio dell'azione di riduzione non può, di per sé, far presumere la volontà di rinunciare al legato, essendo a tal fine necessario considerare il comportamento del legatario, anteriore e successivo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26955 del 11 novembre 2008
«In materia di diritti riservati ai legittimari, poiché il legato si acquista senza bisogno di accettazione, la semplice acquisizione, da parte del legittimario, dell'oggetto del legato in sostituzione della legittima non implica automatica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13785 del 22 luglio 2004
«Il potere attribuito al legittimario, in favore del quale il testatore abbia disposto un legato tacitativo, di conseguire la parte dei beni ereditari spettantegli ex lege anzichè conservare il legato – potere configurabile non come diritto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4971 del 18 aprile 2000
«La mancanza della rinunzia al legato in sostituzione di legittima, da parte del legittimario che agisce in riduzione ai sensi dell'art. 564 c.c., è rilevabile d'ufficio, senza necessità di eccezione della controparte, né il comportamento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4196 del 19 dicembre 1975
«L'erede, al quale venga lasciato un legato in sostituzione della [legittima] non può esercitare la facoltà di rinunziare al legato e chiedere la [legittima], esercitando l'azione di riduzione delle disposizioni testamentarie lesive, qualora,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2276 del 27 febbraio 1995
«L'art. 471 c.c., disponendo che le eredità devolute ai minori e agli interdetti non si possono accettare se non con il beneficio di inventario, esclude che il rappresentante legale dell'incapace possa accettare l'eredità in modo diverso da quello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3013 del 10 febbraio 2006
«Poiché la collazione ha la funzione di assicurare nella divisione della massa attiva del patrimonio del de cuius l'osservanza delle quote spettanti agli eredi — estendendo l'art. 737 c.c. ai figli, ai loro discendenti e al coniuge l'obbligo del...»