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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11523 del 29 novembre 1990
«Ai fini del riconoscimento del diritto al mantenimento, in favore del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, è necessario che questo sia privo di redditi che gli consentano di mantenere un tenore di vita analogo a quello goduto in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7156 del 29 novembre 1983
«L'infedeltà apparente, fra coniugi separati, integra l'ipotesi dell'ingiuria grave e costituisce causa di addebito qualora: a) la condotta del coniuge infedele sia tale da ingenerare nell'altro coniuge e nei terzi il fondato sospetto del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17056 del 3 agosto 2007
«In tema di separazione personale dei coniugi, l'abbandono della casa familiare, di per sè costituisce violazione di un obbligo matrimoniale, non essendo decisiva la prova della asserita esistenza di una relazione extraconiugale in costanza di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24574 del 3 ottobre 2008
«Nel giudizio di separazione personale, ove venga dedotto come causa di addebitabilità della separazione il mancato accordo sulla fissazione della residenza familiare, il giudice di merito, al fine di valutare i motivi del disaccordo, deve tenere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6063 del 4 dicembre 1985
«Nel procedimento di separazione giudiziale dei coniugi, l'affidamento dei figli minori si sottrae sia alla volontà dei genitori, sia alle scelte dei figli medesimi (i quali non hanno veste di litisconsorti e non abbisognano delle nomina di un...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 6192 del 16 marzo 2007
«In tema di imposta comunale sugli immobili, il coniuge affidatario dei figli al quale sia assegnata la casa di abitazione posta nell'immobile di proprietà (anche in parte) dell'altro coniuge non è soggetto passivo dell'imposta per la quota...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6625 del 29 marzo 2005
«La dichiarazione di addebito della separazione personale dei coniugi può essere richiesta e adottata solo nell'ambito del giudizio di separazione, dovendosi escludere l'esperibilità, in tema di addebito, di domande successive a tale giudizio,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2788 del 15 marzo 1991
«L'accordo con il quale i coniugi pongono consensualmente termine alla convivenza può anche riguardare rapporti non immediatamente riferibili, né collegati in relazione causale al regime di separazione o ai diritti ed agli obblighi del perdurante...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 224 del 17 gennaio 1977
«L'esistenza di patrimoni individuali dei singoli partecipanti non è incompatibile con la figura della comunione tacita familiare, perché questa non attrae nella sua sfera tutti gli averi e proventi del singolo componente, ma soltanto quelli che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6167 del 27 aprile 2002
«L'ordinanza con la quale il giudice di merito (nella specie, tribunale ordinario) dichiari la propria incompetenza a conoscere di un'istanza introduttiva di un procedimento unilaterale di volontaria giurisdizione (nella specie, richiesta di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7060 del 14 aprile 2004
«Il principio generale dell'accessione posto dall'art. 934 c.c., in base al quale il proprietario del suolo acquista ipso iure al momento dell'incorporazione la proprietà della costruzione su di esso edificata e la cui operatività può essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24061 del 25 settembre 2008
«In tema di regime della comunione legale fra i coniugi, la dichiarazione di cui è onerato il coniuge acquirente, prevista nella lett. f) del primo comma dell'art. 179 c.c., al fine di conseguire l'esclusione, dalla comunione, dei beni acquistati...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1917 del 19 febbraio 2000
«In caso di acquisto di bene immobile, o mobile registrato, effettuato da uno dei coniugi dopo il matrimonio, il secondo comma dell'art. 179 c.c., al fine di escludere la comunione legale, richiede, oltre alla sussistenza di uno dei requisiti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14791 del 15 novembre 2000
«Il progetto divisionale di un bene immobile predisposto e voluto dalle parti e dichiarato esecutivo con ordinanza dal giudice istruttore, all'esito di un subprocedimento nel corso di un giudizio di separazione, ha natura di negozio, alla cui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7372 del 14 maggio 2003
«Una volta intervenuta la separazione personale dei coniugi in regime patrimoniale di comunione dei beni, va escluso che continui a sussistere, a vantaggio dei terzi, una generale presunzione di comunione relativa ai beni che sono nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21786 del 28 agosto 2008
«I coniugi uniti in matrimonio prima dell'entrata in vigore della legge 19 maggio 1975, n. 151, e che, con apposita convenzione, abbiano deciso di ricomprendere nella comunione legale tutti i loro beni, ivi compresi quelli personali acquistati...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9897 del 20 giugno 2003
«A differenza della impresa collettiva esercitata per mezzo di società semplice, la quale appartiene per quote, eguali o diverse, a più persone (artt. 2251 e ss. c.c.), l'impresa familiare di cui all'art. 230 bis c.c. appartiene solo al suo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1917 del 6 marzo 1999
«Ai fini della disciplina di diritto internazionale privato, nel regime anteriore alla riforma introdotta con la legge 31 maggio 1995 n. 218, è da escludere che l'impresa familiare di cui all'art. 230 bis c.c. sia riconducibile ai rapporti di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4171 del 13 maggio 1997
«La volontà dei partecipanti alla comunione tacita familiare può essere manifestata anche attraverso un comportamento tacito concludente e non richiede uno specifico atto di conferimento di beni patrimoniali, essendo sufficiente lo svolgimento di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3793 del 15 marzo 2002
«Nell'ipotesi di nascita per fecondazione naturale, la paternità è attribuita come conseguenza giuridica del concepimento, sicché è esclusivamente decisivo l'elemento biologico e, non occorrendo anche una cosciente volontà di procreare, nessuna...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6302 del 16 marzo 2007
«I termini di decadenza per l'esercizio dell'azione di disconoscimento di paternità concorrono, unitamente ai casi in cui tale azione è consentita, a definire l'ambito nel quale il disconoscimento di paternità è esperibile e, con esso, a delineare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6557 del 3 dicembre 1988
«Nel procedimento di cui all'art. 250 quarto comma c.c., promosso dal genitore che intenda riconoscere il figlio infrasedicenne per superare l'opposizione dell'altro genitore che abbia già effettuato il riconoscimento, la sentenza del tribunale per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5818 del 29 dicembre 1989
«Il procedimento contemplato dall'art. 264 secondo comma c.c., al fine dell'autorizzazione all'impugnazione del riconoscimento del minore, nonché della nomina di un curatore speciale, non ha natura contenziosa e si mantiene nell'ambito della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9446 del 7 settembre 1991
«La legittimazione, per provvedimento del giudice, del figlio naturale riconosciuto da entrambi i genitori, secondo le previsioni dell'art. 284 (nuovo testo) c.c., deve ritenersi consentita in presenza della volontà di detti genitori di non unirsi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4258 del 13 aprile 1995
«Il limite previsto per la revoca del consenso alla adozione, che, ai sensi dell'art. 47, L. n. 184 del 1983, non può essere successivo al decreto che pronuncia l'adozione, non impedisce all'adottante di far valere, con il reclamo di cui all'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1133 del 4 febbraio 1988
«Il decreto, con il quale la corte d'appello, in sede di reclamo, ai sensi dell'art. 313 (nuovo testo) c.c., provvede in materia di adozione di persona di maggiore età, è impugnabile per cassazione, trattandosi di provvedimento, ancorché emesso in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5847 del 25 maggio 1993
«I provvedimenti del giudice, previsti dall'art. 317 bis c.c. in materia di esercizio della patria potestà sul figlio minore riconosciuto da entrambi i genitori naturali, concludono procedimenti di giurisdizione non contenziosa ma volontaria, con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11756 del 14 maggio 2010
«I provvedimenti, emessi in sede di volontaria giurisdizione, che limitino o escludano la potestà dei genitori naturali ai sensi dell'art. 317 bis c.c., che pronuncino la decadenza dalla potestà sui figli o la reintegrazione in essa, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14091 del 17 giugno 2009
«I provvedimenti modificativi, ablativi o restitutivi della potestà dei genitori, resi dal giudice minorile ai sensi degli artt. 330, 332, 333 e 336 c.c., configurano espressione di giurisdizione volontaria non contenziosa, perché non risolvono...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11026 del 15 luglio 2003
«Quando il provvedimento impugnato sia privo dei caratteri della decisorietà e definitività in senso sostanziale (come nel caso dei provvedimenti, emessi in sede di volontaria giurisdizione, che limitino o escludano la potestà dei genitori naturali...»