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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 171 del 11 gennaio 1997
«In tema di «condono edilizio», qualora la domanda di oblazione ed il versamento della somma dovuta siano effettuati da persona diversa dall'imputato, quest'ultimo non può trarre vantaggio dall'iniziativa di altro soggetto, sia per il carattere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3982 del 12 aprile 1995
«In tema di condono edilizio, qualora la domanda di oblazione ed il versamento della somma dovuta siano effettuate da persone diverse dagli imputati, questi ultimi non possono trarre vantaggio dall'iniziativa di altro soggetto, sia per il carattere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1877 del 22 giugno 1994
«Poiché, ai sensi dell'art. 183, comma 1, c.p., la causa estintiva opera al momento del suo intervento, la fruizione del beneficio dell'indulto, ancorché necessariamente oggetto di successiva ricognizione giudiziale, deve ritenersi avvenuta già...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12628 del 20 settembre 1990
«Gli estremi della condotta del reato di millantato credito, prevista dall'art. 346, primo comma, c.p., devono intendersi realizzati nel solo fatto di chi, vantando in modo esplicito o dando ad intendere di avere possibilità di influire sul...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2388 del 25 giugno 1996
«La pena inflitta per un reato coperto da amnistia impropria non è eseguibile e non può ricomprendersi nel provvedimento di unificazione delle pene, né può costituire oggetto di applicazione dell'indulto, in quanto va applicata prima di tale...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6168 del 21 aprile 1989
«Al fine di escludere la responsabilità per reati colposi dei soggetti obbligati ex art. 4 del D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547 a garantire la sicurezza dello svolgimento del lavoro, non è sufficiente che tali soggetti impartiscano le direttive da...»
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Corte costituzionale, sentenza n. 98 del 6 aprile 1998
«È costituzionalmente illegittimo l'art. 188, secondo comma, c.p., nella parte in cui non prevede la non trasmissibilità agli eredi dell'obbligo di rimborsare le spese del processo penale; è illegittimo costituzionalmente l'art. 273, primo periodo,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28081 del 22 marzo 2013
«La condanna al pagamento delle spese processuali ha ad oggetto un obbligazione civile e non una pena accessoria, con la conseguenza che non può esserne sospesa l'esecuzione in caso di concessione all'imputato della sospensione condizionale della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5404 del 23 gennaio 2001
«Le spese della custodia cautelare — che devono essere distinte da quelle di mantenimento in carcere del condannato in espiazione di pena definitiva, come si evince dal combinato disposto degli artt. 188, 189 nn. 2 e 3, 191 c.p., 692, commi 1 e 3,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4023 del 30 aprile 1981
«Gli effetti dell'estinzione del reato sulle obbligazioni civili da esso derivanti e sull'azione civile esercitata nel processo penale non sono regolati dalle norme sul concorso di cause estintive del reato e della pena (art. 183 c.p.), ma trovano...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3596 del 10 dicembre 1971
«È bensì vero che, quando sia intervenuta l'estinzione del reato, il giudice civile ha il potere-dovere di sostituirsi al giudice penale per accertare, con piena libertà di apprezzamento, se nel fatto lesivo, già costituente reato, ricorrano gli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13039 del 7 aprile 2005
«Il disposto dell'art. 200, comma primo, c.p. — secondo cui le misure di sicurezza sono regolate dalla legge in vigore al momento della loro applicazione — deve essere interpretato nel senso che, mentre non può applicarsi una misura di sicurezza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7045 del 14 giugno 2000
«Poiché, a norma dell'art. 200 c.p., le misure di sicurezza sono regolate dalla legge in vigore al tempo della loro applicazione, la modificazione, ad opera dell'art. 1 del decreto legislativo n. 113 del 1999, dell'art. 12, comma quarto, del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3651 del 6 marzo 1997
«In virtù del combinato disposto degli artt. 199 e 200 c.p. e dei principi affermati dall'art. 25 Cost., deve escludersi che in tema di applicazione delle misure di sicurezza operi il principio di irretroattività della legge di cui all'art. 2 c.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 775 del 26 gennaio 1996
«La confisca, come tutte le misure di sicurezza, è regolata dalla legge in vigore al tempo della sua applicazione (art. 200 c.p.), cioè al tempo nel quale il presupposto della sua applicazione è divenuto apprezzabile o è stato apprezzato dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3391 del 6 novembre 1995
«Il disposto dell'art. 200, comma 1, c.p. — secondo cui le misure di sicurezza sono regolate dalla legge in vigore al momento della loro applicazione — va interpretato nel senso che non potrà mai applicarsi una misura di sicurezza per un fatto che,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41677 del 25 novembre 2010
«Il giudice che ritenga di applicare una misura di sicurezza personale ha l'obbligo di motivare in ordine alla accertata attuale pericolosità sociale dell'imputato, mentre non è richiesta alcuna esplicita motivazione nel caso in cui detta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40808 del 18 novembre 2010
«Agli effetti penali la pericolosità sociale rilevante ai fini dell'applicazione di una misura di sicurezza consiste nel pericolo di commissione di nuovi reati e deve essere valutata autonomamente dal giudice che deve tener conto dei rilievi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9847 del 8 marzo 2007
«In materia di misure di sicurezza personale, il giudice, nell'effettuare la prognosi di pericolosità sociale sotto il profilo penale, non può limitarsi a far proprio il giudizio espresso nella relazione criminologica, ma deve verificare se...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24009 del 30 maggio 2003
«Al fine di accertare l'attuale pericolosità sociale del soggetto, nel momento in cui deve essere applicata in concreto una misura di sicurezza, il giudice deve tenere conto non solo della gravità del fatto-reato, ma anche dei fatti successivi,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1313 del 14 gennaio 2003
«In materia di misure di sicurezza personale, ai fini della prognosi di pericolosità sociale il giudice non può prendere in considerazione le sole emergenze di natura medico-psichiatrica, ma deve procedere alla verifica di tutte le circostanze di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3811 del 6 dicembre 1997
«In tema di misure di prevenzione lo stato di detenzione, anche se prolungato nel tempo, non è elemento idoneo ad escludere la pericolosità sociale, in quanto la rescissione dei legami con la associazione di appartenenza non è conseguenza diretta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8996 del 8 ottobre 1996
«Ai fini della applicabilità delle misure di sicurezza personali, la pericolosità sociale — stante la sua correlazione con le circostanze indicate nell'art. 133 c.p. — non può essere confusa con la pericolosità valutata esclusivamente sul piano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2356 del 7 luglio 1992
«La pericolosità sociale, ai fini dell'applicazione di misure di sicurezza, può desumersi anche da semplici indizi, sempre che questi siano costituiti da elementi di fatto certi, dai quali sia possibile far discendere, sul piano congetturale, la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 686 del 17 maggio 1990
«L'art. 203 c.p., nella parte in cui enuncia il principio che agli effetti della legge penale è persona socialmente pericolosa quella, anche se non imputabile o non punibile, che abbia commesso un fatto dalla legge preveduto come reato, è una norma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9656 del 8 gennaio 2010
«È illegittimo il provvedimento con cui il Tribunale del riesame sostituisca la misura di sicurezza provvisoria del ricovero presso una casa di cura psichiatrica interna al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria con altra misura di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2095 del 10 luglio 1993
«Il magistrato di sorveglianza, nel disporre la libertà vigilata nei confronti di persona condannata alla quale sia stata comminata tale misura di sicurezza, è tenuto ad accertare la persistenza della pericolosità sociale riferita al momento...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5856 del 19 giugno 1986
«È costituzionalmente legittima la presunzione di pericolosità sociale e cioè l'obbligatorietà ed automatica applicazione della misura di sicurezza quando si sia in presenza di condizioni, le quali consentono di far ritenere, sulla base di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 133 del 8 gennaio 2003
«In caso di unificazione di più misure di sicurezza, l'assorbimento della misura meno grave in quella più grave non ne comporta l'estinzione, ma ne determina soltanto una diversa durata o la trasformazione in un'altra di specie diversa in base ai...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1333 del 29 marzo 1971
«Per l'art. 209 comma quarto c.p., la unificazione di più misure di sicurezza analoghe ordinate a carico della stessa persona deve essere effettuata tanto nel caso in cui una di esse sia ancora in corso di esecuzione mentre l'altra dovrebbe ancora...»