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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5451 del 23 novembre 1996
«La revoca della sospensione condizionale della pena può essere disposta dal giudice dell'esecuzione solo nel caso in cui si verta in un'ipotesi di revoca obbligatoria, di cui all'art. 168, comma primo, nn. 1 e 2, c.p., perché le ipotesi di revoca...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2672 del 9 settembre 1996
«Il giudice della cognizione può ugualmente concedere la sospensione condizionale della pena, nonostante l'ostacolo di due precedenti benefici, quando qualcuno di questi si riferisca a fatto che non costituisca più reato a seguito di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4093 del 21 settembre 1995
«Allorché il giudice di cognizione non abbia provveduto alla individuazione del reato più grave tra quelli unificati per continuazione, il giudice dell'esecuzione ha il potere-dovere di individuare la violazione più grave per ogni finalità inerente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3751 del 21 luglio 1995
«Quando la disciplina del reato continuato viene applicata in sede di esecuzione, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., il giudice è privo del potere discrezionale relativo all'individuazione della violazione più grave. Quest'ultima, infatti, va ravvisata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 662 del 1 aprile 1994
«In tema di applicazione della disciplina del reato continuato in sede esecutiva, spetta al giudice dell'esecuzione, ove il giudice della cognizione non abbia già escluso l'esistenza di un medesimo disegno criminoso, individuare, in base alle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4322 del 3 febbraio 1994
«In tema di applicazione in sede esecutiva della disciplina del reato continuato, la prova dell'unicità del disegno criminoso, riferendosi all'interiorità psichica dell'agente e non potendo emergere in detta sede dalle interessate dichiarazioni del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4097 del 2 dicembre 1992
«Ai sensi del disposto del comma primo dell'art. 671 c.p.p., il giudice dell'esecuzione non può ritenere la continuazione tra reati quando la stessa sia stata esclusa in sede di cognizione. Al riguardo si rivelano irrilevanti la ricerca e la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7565 del 27 giugno 1992
«Nell'ipotesi in cui l'imputato abbia avanzato espressa richiesta di applicazione della continuazione ed il giudice della cognizione abbia affermato la insussistenza dei presupposti processuali, pur senza esaminare il problema dell'unicità del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 710 del 9 marzo 1992
«L'art. 671 c.p.p. contiene una precisa ed incontestabile causa di preclusione all'applicazione della continuazione in sede esecutiva, costituita dalla circostanza che, in sede di cognizione, risulti già esclusa l'applicabilità della relativa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 259 del 28 febbraio 1992
«Ai fini del riconoscimento del vincolo della continuazione in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., il giudice dell'esecuzione non può prescindere dalla considerazione dell'eventuale analogo riconoscimento già operato in sede di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 132 del 4 gennaio 2013
«Il giudice dell'esecuzione quando sia richiesto dell'applicazione dell'indulto o comunque sia investito di un incidente di esecuzione ha il compito di interpretare il giudicato, al fine di verificare la sussistenza delle condizioni di legge per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41938 del 30 ottobre 2009
«All'errata applicazione in eccesso dell'indulto, determinata da svista o erronea interpretazione normativa del giudice della cognizione, si può porre rimedio solo attraverso tempestiva impugnazione del P.M., non in sede esecutiva con la procedura...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46246 del 16 dicembre 2008
«L'indulto, se estingue la pena e ne fa cessare l'espiazione, non ha però efficacia ablativa ed eliminatoria degli altri effetti scaturenti "ope legis", quale può essere l'effetto della somma delle pene irrogate sul limite di concedibilità della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43055 del 18 novembre 2008
«È ammissibile l'applicazione dell'indulto a pena dichiarata interamente espiata per effetto del principio di fungibilità, purché sussista un concreto interesse del condannato al conseguimento di qualche effetto favorevole (nella specie, la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42724 del 24 novembre 2001
«In tema di riabilitazione, ove sia stata condonata la pena inflitta con la sentenza in relazione alla quale il condannato chiede di essere riabilitato, il termine previsto dall'art. 179 c.p. per la concessione del beneficio decorre - atteso il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 749 del 16 maggio 2000
«Il provvedimento applicativo dell'indulto, emesso in sede di cognizione, in quanto condizionato ex lege, non ha carattere definitivo, potendo essere sempre revocato in executivis, pur se erroneamente emesso in presenza di una causa di revoca, a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5569 del 16 dicembre 1998
«È illegittimo il provvedimento del giudice dell'esecuzione che de plano applichi l'amnistia, dopo aver fissato la data del commesso reato non precisata dal giudice della cognizione. E invero, in materia di applicazione dei provvedimenti di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3961 del 16 luglio 1998
«Nell'ipotesi di plurima applicazione del medesimo indulto in relazione a diverse condanne, avvenuta in sede di cognizione, la riduzione del beneficio in sede esecutiva, entro i limiti consentiti dal decreto di clemenza, è legittima quando...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2628 del 27 febbraio 1998
«L'indulto non opera automaticamente ma solo a seguito del provvedimento di applicazione da parte della competente autorità giudiziaria ex art. 672 c.p.p.; risponde pertanto di evasione il detenuto che si allontana dagli arresti domiciliari a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5159 del 19 novembre 1996
«L'erronea applicazione dell'entità dell'indulto da parte del giudice della cognizione, causata dall'omesso calcolo della detenzione presofferta, non è di ostacolo, sempre che la questione non abbia formato oggetto di contestazione e di risoluzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4301 del 26 settembre 1996
«In tema di applicazione di benefici in sede esecutiva, l'avvenuto inserimento, nel quarto comma dell'art. 672 c.p.p., dell'espressa previsione circa l'applicabilità dell'indulto anche alla pena già espiata (previsione non contenuta nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1319 del 20 marzo 1996
«In tema di indulto, il principio secondo il quale il reato continuato va scisso nei singoli elementi che lo compongono, al fine di applicare il beneficio ai reati che vi rientrano, è stato espressamente accolto dall'art. 8, ultimo periodo, D.P.R....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6388 del 1 febbraio 1996
«Nel concorso di cause estintive della pena e del reato deve avere la prevalenza, ai sensi dell'art. 183, secondo comma, c.p., la causa che estingue il reato anche se intervenuta successivamente; ne consegue che in sede di esecuzione, non è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2332 del 24 febbraio 1994
«Nel caso di omessa applicazione dell'indulto, non si può ritenere integrata alcuna violazione della legge penale qualora il condono non sia stato negato dal giudice di merito, ma sia stato implicitamente riservato alla sede esecutiva ogni...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4648 del 7 maggio 1993
«L'art. 672 c.p.p., innovando la disciplina contenuta nell'art. 593 del previgente codice, secondo cui solo il pretore poteva procedere d'ufficio, quale giudice dell'esecuzione, all'applicazione dell'amnistia o dell'indulto al condannato, ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3656 del 23 novembre 1992
«Il procedimento cosiddetto de plano disciplinato dall'art. 667, comma quarto, c.p.p., può essere adottato soltanto nei casi previsti dalla legge. Tra tali casi è compresa l'applicazione dell'indulto (art. 672, comma primo, c.p.p.) ma non la revoca...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3150 del 27 luglio 1992
«Non è applicabile la procedura de plano di cui all'art. 667, quarto comma, c.p.p., richiamato dall'art. 672, primo comma, c.p.p., ma deve osservarsi la procedura ordinaria di cui all'art. 666 c.p.p., quando l'applicazione dell'indulto presupponga...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1086 del 22 giugno 1992
«L'amnistia e l'indulto possono essere applicati soltanto su richiesta del condannato, ai sensi del comma quarto dell'art. 672 c.p.p., «anche se è terminata l'esecuzione della pena», quando, cioè, non vi sia più possibilità di incidenza del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 412 del 25 maggio 1992
«L'art. 672, primo comma, c.p.p., innovando la disciplina prevista dall'art. 593, primo e terzo comma, c.p.p. previgente — il quale prevedeva che solo il pretore poteva procedere di ufficio all'applicazione dell'amnistia e dell'indulto al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6593 del 3 giugno 1994
«Quando all'applicazione dell'indulto non abbia provveduto il giudice della cognizione, procede a norma dell'art. 672 c.p.p. il giudice dell'esecuzione: conseguentemente il ricorso per cassazione con il quale si lamenti la mancata applicazione del...»