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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2548 del 19 maggio 2000
«Il provvedimento di rateizzazione della pena pecuniaria, attribuito alla competenza del magistrato di sorveglianza dall'art. 660, comma 3, c.p.p. (dovendosi considerare implicitamente abrogati l'art. 237 del R.D. 23 gennaio 1865 n. 2701 e gli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6654 del 2 febbraio 1996
«Presupposto della conversione di pene pecuniarie, di cui agli artt. 136 c.p., 660 comma 2 c.p.p., e 102 L. 24 novembre 1981 n. 689 è l'effettiva insolvibilità del condannato, intesa come situazione oggettiva e permanente di impossibilità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1233 del 20 aprile 1995
«Il provvedimento con il quale il magistrato di sorveglianza, a fronte della richiesta, da parte del pubblico ministero, di conversione di pena pecuniaria per insolvibilità di condannato irreperibile, declini la competenza propria e di qualsiasi...»
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Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 373 del 1 aprile 1994
«Il pubblico ministero presso la pretura non è legittimato a proporre impugnazione avverso l'ordinanza con la quale il magistrato di sorveglianza dichiara inammissibile la richiesta di conversione della pena pecuniaria, atteso che il magistrato di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3378 del 10 giugno 1997
«Attesa la inscindibilità fra provvedimento di conversione della pena pecuniaria per insolvibilità del condannato e provvedimento di determinazione delle modalità di esecuzione delle pene conseguenti alla conversione, di cui all'art. 107 della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1874 del 17 marzo 1997
«La competenza a disporre la conversione delle pene pecuniarie per insolvibilità del condannato spetta al magistrato di sorveglianza avente giurisdizione sull'istituto penitenziario nel quale si trovava, all'atto della richiesta del P.M., il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19974 del 9 maggio 2013
«Non osta alla configurabilità dell'aggravante della premeditazione il fatto che il soggetto agente abbia condizionato l'attuazione del proposito criminoso alla mancata verificazione di un evento ad opera della vittima, quando la condizione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47250 del 20 dicembre 2011
«In tema di omicidio volontario, non è sicuro indice rivelatore della premeditazione, che si sostanzia in una deliberazione criminosa coltivata nel tempo e mai abbandonata, l'intervallo di una notte tra la preparazione e l'esecuzione, sì come non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12875 del 24 marzo 2009
«La circostanza aggravante della premeditazione, che implica l'esistenza del dolo intenzionale, non è applicabile al concorrente chiamato a rispondere di un reato diverso da quello voluto, la cui condotta in riguardo al reato diverso non può essere...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 337 del 9 gennaio 2009
«Elementi costitutivi della circostanza aggravante della premeditazione sono un apprezzabile intervallo temporale tra l'insorgenza del proposito criminoso e l'attuazione di esso, tale da consentire una ponderata riflessione circa l'opportunità del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7766 del 20 febbraio 2008
«Il dolo «condizionato» è pienamente compatibile con l'aggravante della premeditazione, la quale ricorre anche quando l'attuazione del proposito criminoso è condizionata al verificarsi, o non, di un determinato evento.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24733 del 31 maggio 2004
«In tema di omicidio volontario, l'agguato costituisce una modalità di esecuzione del delitto e può assumere rilevanza probatoria ai fini dell'aggravante della premeditazione quando dimostri che il delitto è stato deliberato in un arco di tempo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8346 del 13 settembre 1997
«In materia di valutazione delle circostanze aggravanti o attenuanti (art. 118 c.p.), la premeditazione (che attiene all'intensità del dolo sotto il profilo del perdurare nel tempo, all'interno del soggetto, di una risoluzione criminosa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3082 del 26 marzo 1996
«In tema di omicidio (art. 575 c.p.), va affermata la distinzione tra mera preordinazione del delitto — intesa come apprestamento dei mezzi minimi necessari all'esecuzione, nella fase a questa ultima immediatamente precedente — e premeditazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1910 del 17 febbraio 1996
«Non osta alla configurabilità dell'aggravante della premeditazione il fatto di avere il soggetto agente condizionato l'attuazione del proposito criminoso al mancato verificarsi di un evento ad opera della vittima, quando la condizione risolutiva...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12787 del 29 dicembre 1995
«In tema di omicidio premeditato, il nesso tra elemento psicologico ed elemento cronologico può esistere anche se la preordinazione viene disposta all'ultimo momento. (Fattispecie nella quale la Suprema Corte ha ritenuto corretto l'operato dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4612 del 13 ottobre 1995
«Deve essere posto a carico di tutti i partecipi ad una spedizione punitiva - dei quali uno solo fornito di arma, peraltro già pronta all'uso, e gli altri di spranghe - l'omicidio in cui sia sfociata la rissa programmata, essendo prevedibile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7317 del 27 giugno 1995
«In tema di tentativo gli atti devono essere ritenuti idonei ogniqualvolta gli stessi — con un giudizio effettuato ex ante — siano adeguati in concreto al raggiungimento dello scopo, tenuto conto del contesto delle circostanze in cui opera...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3240 del 18 marzo 1994
«In tema di imputabilità di persone concorrenti nel reato, accertata la piena capacità di intendere e di agire di ciascun singolo imputato, non è corretto dedurre la seminfermità di mente dall'intreccio delle interazioni e dalle influenze...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10359 del 15 novembre 1993
«L'agguato di per sé attiene alle modalità di esecuzione del delitto, per cui tale elemento non basta per dimostrare la premeditazione, essendo necessario che risulti che il reato sia stato deliberato in uno spazio di tempo apprezzabile in concreto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7266 del 24 luglio 1993
«Anche circostanze verificatesi successivamente alla commissione del delitto - quali, nella specie, l'abbandono dell'arma dell'omicidio in un cassonetto d'immondizie ed il recarsi al lavoro dopo il fatto di reato - possono essere probatoriamente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2611 del 18 marzo 1993
«È configurabile l'aggravante della premeditazione condizionata quando, accertata l'esistenza dei necessari elementi cronologico e ideologico, quest'ultimo si concreti in una risoluzione criminosa precisa e ferma in tutte le sue componenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8057 del 16 luglio 1992
«In tema di omicidio, la circostanza aggravante della premeditazione può risultare incompatibile con il vizio di mente nella sola ipotesi in cui venga a risultare null'altro che una manifestazione dell'infermità psichica da cui è affetto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7948 del 10 luglio 1992
«Non può ravvisarsi ipotesi alcuna di incompatibilità fra il mancato accertamento del movente di un omicidio e la ricorrenza dell'aggravante della premeditazione, posto che questa ultima può ben essere dimostrata, e quindi legittimamente ritenuta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5441 del 9 maggio 1992
«L'aggravante della premeditazione implica un elemento ideologico, consistente nel perdurare di una conduzione criminosa, e un elemento cronologico rappresentato dal trascorrere, fra l'insorgenza e l'attuazione del proposito criminoso, di un lasso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8128 del 25 luglio 1991
«In tema di premeditazione, per la ricorrenza dell'elemento cronologico è necessario che tra l'insorgenza e l'attuazione del proposito criminale sia intercorso un apprezzabile lasso di tempo, la cui durata in termini minimi non è determinabile con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 345 del 15 gennaio 1991
«In tema di premeditazione, se il movente del delitto non è da solo sufficiente a dimostrarla o ad escluderla, tuttavia esso può e deve essere tenuto presente come elemento indiziante.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 122 del 12 gennaio 1990
«L'indagine introspettiva è utile ed ordinario strumento di rilevazione dei processi mentali variamente pertinenti al reato e perciò anche di quello relativo alla premeditazione, composto da una pluralità di pulsioni e di ideazioni, anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17589 del 19 dicembre 1989
«La premeditazione consiste in un fatto interiore di non agevole accertamento, sicché va necessariamente desunta da fatti estrinseci, tra i quali si colloca anche l'anticipata manifestazione del proposito delittuoso, ma altresì la causale, la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15023 del 29 marzo 2004
«Ai limitati fini della configurabilità della circostanza aggravante dell'omicidio prevista dall'art. 577 n. 1 c.p. (fatto commesso contro l'ascendente o il discendente), la filiazione naturale della vittima — equiparata a quella legittima, ai...»