-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2341 del 5 aprile 1985
«La disposizione contenuta nel capoverso dell'art. 46 c.c., secondo cui, qualora la sede legale della persona giuridica è diversa da quella effettiva, i terzi possono considerare come sede della persona giuridica anche quest'ultima, vale pure ai...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7860 del 19 luglio 1995
«Poiché il pagamento eseguito al rappresentante apparente del creditore libera il debitore in buona fede, ai sensi dell'art. 1189 c.c., (al pari del pagamento fatto al creditore apparente) solo se l'apparenza sia giustificata da circostanze...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10133 del 26 maggio 2004
«Il concorso del fatto colposo del creditore è inconciliabile con le situazioni nelle quali operi il principio dell'apparenza del diritto, atteso che quest'ultimo, riconducibile al più generale principio dell'affidamento incolpevole (che può essere...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7650 del 13 luglio 1995
«L'impugnazione avverso una sentenza pronunciata nei confronti di una società in accomandita semplice posta in liquidazione e cancellata dal registro delle imprese — ma ancora munita di soggettività e connessa capacità processuale, estinguendosi...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9710 del 17 novembre 1994
«Quando l'attività di gestione di una società dotata di personalità giuridica è affidata ad un consiglio di amministrazione si verifica (a differenza del caso dell'amministratore unico) una separazione del potere deliberativo, diretto a formare la...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 936 del 7 febbraio 1984
«Se il rappresentante di una società di persone non spende il nome della società (o il nome degli altri soci, quando si tratta di socio di una società di fatto), il negozio concluso spiega effetto solo nei confronti del rappresentante medesimo,...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15981 del 18 luglio 2007
«La domanda giudiziale con cui la parte intenda far accertare la nullità di un contratto, al fine di poterne disconoscere gli effetti, si pone, rispetto ad un'ipotetica domanda di annullamento di quel medesimo contratto dipendente da una invalidità...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1525 del 26 gennaio 2006
«In tema di società di capitali, l'atto compiuto da un componente del consiglio di amministrazione in assenza della preventiva deliberazione dell'organo competente e senza spendita del nome sociale è equiparabile al negozio compiuto dal "falsus...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4045 del 7 luglio 1983
«L'art. 1396 c.c., secondo il quale la modificazione e la revoca della procura devono essere portate a conoscenza dei terzi con mezzi idonei, e, in mancanza, non sono opponibili se non si provi che i terzi medesimi le conoscevano, trova...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1844 del 17 giugno 1971
«Pertanto è personalmente responsabile nei confronti del terzo l'amministratore di una società di capitali, che, agendo oltre i limiti dei poteri risultanti dall'atto costitutivo o dallo statuto della società, abbia cagionato un danno a chi abbia...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 204 del 10 gennaio 2003
«In tema di rappresentanza, l'applicabilità del principio dell'apparenza del diritto richiede che il rappresentato abbia tenuto un comportamento colposo tale da ingenerare nel terzo il ragionevole convincimento che al rappresentante apparente fosse...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 408 del 12 gennaio 2006
«L'accertamento degli elementi obiettivi idonei a giustificare la ragionevole convinzione del terzo circa la corrispondenza della situazione apparente a quella reale - e, cioè, degli elementi richiesti perchè si possa attribuire rilevanza giuridica...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17145 del 27 luglio 2006
«Il leasing finanziario non dà luogo ad un unico contratto trilaterale o plurilaterale ma realizza un'ipotesi di collegamento negoziale tra il contratto di leasing ed il contratto di fornitura, dalla società di leasing concluso allo scopo noto al...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7180 del 30 maggio 2000
«Ai fini dell'opponibilità al terzo contraente delle limitazioni dei poteri di rappresentanza degli organi di società di capitali, il requisito dell'avere «intenzionalmente agito a danno della società» previsto dall'art. 2384 c.c. non solo non...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13375 del 8 giugno 2007
«In tema di mandato senza rappresentanza, la disposizione dell'articolo 1705, secondo comma, c.c. (secondo cui «il mandante, sostituendosi al mandatario, può esercitare i diritti di credito derivanti dall'esecuzione del mandato») non può trovare...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8512 del 5 maggio 2004
«Il contratto di commissione, essendo un sottotipo qualificato di mandato senza rappresentanza, si distingue dal mandato con rappresentanza per l'assenza della contemplatio domini (cioè della spendita del nome del mandante), cosicché mentre il...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 842 del 5 febbraio 1985
«L'agente che impegna la società preponente, di cui ha la rappresentanza, in atti di vendita con acquirenti fittiziamente indicati, trattenendo per sé le merci costituenti oggetto di dette vendite, resta debitore del relativo prezzo nei confronti...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7033 del 7 luglio 1999
«In tema di rappresentanza processuale dell'agente di assicurazioni deve distinguersi il caso in cui non vi è conferimento di potere rappresentativo da parte della società da quello opposto. Nel primo la rappresentanza è fondata sull'art. 1903 c.c....»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3962 del 21 aprile 1999
«La conoscenza delle concrete circostanze del rischio, da parte di agenti, incaricati o dipendenti della società assicuratrice, comporta la conoscenza legale delle suddette circostanze anche da parte della società, a condizione che i soggetti...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8609 del 6 maggio 2004
«Gli agenti generali di una compagnia di assicurazione stanno in giudizio non in proprio, ma in nome e per conto della compagnia stessa, come specificato dall'art. 1903, secondo comma, c.c., per le obbligazioni nascenti dai contratti conclusi in...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6757 del 17 maggio 2001
«La modifica del rischio assunto è rilevante nel contratto di assicurazione tipico, mentre nessun rilievo svolge nell'assicurazione fideiussoria, che ha come causa non il rischio assunto dal primo fideiussore, ma la garanzia dell'adempimento del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5786 del 11 giugno 1999
«...privo del potere di rappresentanza dell'ente o che abbia agito con eccesso di potere non è inficiato da nullità assoluta, ma è annullabile unicamente a istanza della società datrice di lavoro, che può ratificarlo a norma dell'art. 1399 c.c.»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13094 del 10 dicembre 1992
«In tema di rappresentanza delle società, se ai fatti ad essa inerenti (cessazione, attribuzione della stessa ad altro soggetto, estensione o riduzione del suo ambito) non sia stata data la prescritta pubblicità, gli atti compiuti in nome e per...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8538 del 5 maggio 2004
«All'interno di tali atti, pertanto, non si pone alcuna differenza, nemmeno in relazione al carattere dispositivo o conservativo dell'atto stesso, rilevando soltanto l'incidenza che l'atto abbia sugli elementi costitutivi dell'impresa e sulla...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3903 del 30 marzo 2000
«Anche nell'ipotesi di rappresentanza sociale è necessaria la contemplatio domini, onde, se il rappresentante di una società non ne spende il nome, il negozio dallo stesso concluso non spiega effetti nei confronti della società medesima.»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7692 del 21 agosto 1996
«Con riferimento alle società di fatto (società in nome collettivo irregolari per la mancata iscrizione nel registro delle imprese) — nelle quali, ai sensi degli artt. 2297 e 2266 c.c., la rappresentanza della società e il potere di compiere tutti...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3887 del 26 aprile 1996
«La rappresentanza legale della società semplice, a norma dell'art. 2266, comma 2, c.c., spetta a ciascun socio amministratore, in mancanza di diversa disposizione del contratto; con la conseguenza che le parti possono pattiziamente derogare a tale...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20947 del 30 settembre 2009
«Il fallimento di una società e dei suoi amministratori non determina il venir meno di questi ultimi, perché la società rimane in vita ed essi restano in carica, salva la loro sostituzione; ne consegue che, ove detta società ritorni "in bonis" a...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10027 del 14 ottobre 1997
«Per quanto attiene, più in particolare, alle società in nome collettivo, gli amministratori che abbiano avuto conferita la rappresentanza della società, conservano tale rappresentanza, fino all'eventuale nomina dei liquidatori, poiché la società —...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10555 del 2 agosto 2001
«Poiché la cancellazione dal registro delle imprese non produce l'estinzione della società fino a quando non siano liquidati tutti i rapporti derivati dall'attività sociale ad essa connessi, la legittimazione ad impugnare con l'appello la sentenza...»