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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37567 del 3 ottobre 2003
«La bancarotta fraudolenta per distrazione in ambito societario (artt. 216 comma 1 e 223 comma primo del R.D. 16 marzo 1942, n. 267) è figura di reato complessa, che comprende tra i propri elementi costitutivi una condotta di appropriazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15168 del 1 aprile 2003
«Il concorso tra il reato di cui all'art. 40, comma 1 lett. c) del D.L.vo n. 504 del 1995 e quello di cui all'art. 40, comma 3 della medesima legge (rispettivamente destinazione e tentativo di destinazione ad uso soggetto ad imposta maggiore di oli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7451 del 24 giugno 1998
«In tema di conversione di decreto legge, all'introduzione di emendamenti nella legge di conversione non sempre può ricondursi la conseguenza di determinare automaticamente la perdita di efficacia ex tunc del decreto legge, né, correlativamente,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10812 del 31 ottobre 1995
«Con riguardo alla privazione della libertà personale, (art. 605 c.p.) quando questa sia stata limitata al tempo necessario alla consumazione della rapina e si è identificata ed esaurita con il mezzo immediato e diretto di esecuzione della rapina...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2837 del 16 marzo 1992
«Il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione previsto dall'art. 630 c.p. è una figura autonoma di reato, qualificabile come reato complesso, poiché confluiscono in esso, come elementi costitutivi, fatti che costituirebbero per sè stessi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37020 del 26 ottobre 2006
«La gelosia quale stato passionale, in soggetti normali, si manifesta come idea generica portatrice di inquietudine, non diminuisce e tanto meno esclude la capacità di intendere e di volere del soggetto, salvo che essa derivi da un vero e proprio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 967 del 27 gennaio 1998
«Gli stati emotivi o passionali, per loro stessa natura, sono tali da incidere, in modo più o meno massiccio, sulla lucidità mentale del soggetto agente senza che ciò, tuttavia, per espressa disposizione di legge, possa escludere o diminuire...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1435 del 7 febbraio 1996
«La falsa opinione sul tradimento del coniuge può atteggiarsi o come idea portatrice di inquietudini, di per sé sole ininfluenti, o come stato delirante che, nell'incidere sul processo di determinazione e di inibizione, travolge l'agente in una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11373 del 22 novembre 1995
«In tema di imputabilità, affinché una reazione «a corto circuito» costituisca manifestazione di una vera e propria malattia che comprometta la capacità di intendere e di volere del soggetto, è necessario che essa si inquadri in una preesistente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4954 del 13 maggio 1993
«In tema di imputabilità, gli artt. 88 e 89 c.p. postulano una infermità di tale natura e intensità da compromettere seriamente i processi conoscitivi e volitivi della persona, eliminando o attenuando la capacità della medesima di rendersi conto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6710 del 14 luglio 1983
«Gli stati emotivi e passionali, che, a norma dell'art. 90 c.p., non escludono né diminuiscono la imputabilità, possono eccezionalmente avere rilievo sull'anzidetta imputabilità allorquando travalichino la sfera puramente psicologica e degenerino...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3171 del 11 aprile 1981
«Il semplice stato di agitazione non determina infermità che faccia escludere la capacità di intendere e di volere, non essendo un vero e proprio stato morboso.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7157 del 22 maggio 1990
«Nel caso di ubriachezza volontaria, colposa o preordinata, la presunzione legale d'imputabilità non è sufficiente a fondare un giudizio di responsabilità penale, occorre, infatti, accertare la colpevolezza dell'ubriaco secondo i normali criteri...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2509 del 22 febbraio 1990
«In tema di accertamento del dolo omicida, nel caso in cui il fatto sia commesso con arma da sparo, la volontà omicida non deve necessariamente manifestarsi con l'esplosione di tutti i colpi di cui l'agente e l'arma siano dotati, quando sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 607 del 7 giugno 1973
«La peculiarità della normativa degli artt. 92 e 93 c.p. comporta che l'autore del fatto previsto come reato debba rispondere penalmente come se egli fosse rimasto capace di intendere e di volere nel momento in cui lo commise, e ciò postula che si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7363 del 14 febbraio 2003
«Affinché si possa ritenere esclusa o diminuita la imputabilità dell'agente, l'intossicazione da sostanze stupefacenti deve essere caratterizzata dalla permanenza e dall'irreversibilità e, cioè, da condizioni psichiche che permangono...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3351 del 2 marzo 1989
«Gli stati di tossicodipendenza possono produrre un'alterazione dei processi intellettivi e volitivi di un soggetto, così incidendo sulla sua imputabilità solo quando raggiungono il livello di una grave e permanente intossicazione determinante un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 541 del 28 gennaio 1989
«La possibilità del lavoratore di procedere all'esecuzione sulla base della sola copia del dispositivo, ai sensi dell'art. 431, secondo comma, c.p.c., in pendenza del termine per il deposito della sentenza presuppone il riconoscimento, ad opera del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7633 del 24 giugno 1987
«Lo stato di intossicazione acuta da sostanze stupefacenti, al pari dell'ubriachezza accidentale, costituisce una eccezione rispetto a quella volontaria e colposa e, quindi, è assolutamente irrilevante ai fini dell'accertamento dell'imputabilità,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8918 del 11 ottobre 1985
«Non influisce sull'imputabilità, ad eccezione del caso fortuito della forza maggiore, lo stato di intossicazione temporanea da assunzione di stupefacenti, che altera la capacità di intendere e di volere soltanto correlativamente all'azione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2116 del 1 marzo 1985
«Anche al di fuori dell'ipotesi di intossicazione cronica, l'uso e l'abuso di sostanze stupefacenti (o alcooliche) possono concorrere a determinare una condizione giuridica di minorata o esclusa capacità di intendere e di volere, ma solo quando...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4420 del 12 maggio 1984
«Ai fini dell'accertamento della capacità di intendere e di volere, lo stato di intossicazione da stupefacenti deve essere riferito al momento della consumazione del reato, con la più ampia discrezionalità per il giudice di accertarne l'entità e...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 841 del 23 gennaio 1989
«La linea di demarcazione tra l'intossicazione derivante da un uso abituale di sostanze stupefacenti (art. 94, terzo comma c.p.) e l'intossicazione cronica prevista dall'art. 95 c.p. (che il legislatore considera uno stato patologico assimilato al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35872 del 1 ottobre 2007
«La situazione di tossicodipendenza che influisce sulla capacità di intendere e di volere è solo quella che, per il suo carattere ineliminabile e per l'impossibilità di guarigione, provoca alterazioni patologiche permanenti, cioè una patologia a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3191 del 18 marzo 1992
«L'intossicazione da alcool o da sostanze stupefacenti di cui all'art. 95 c.p., in riferimento agli artt. 88 e 89 stesso codice, influisce sulla capacità di intendere e di volere se e in quanto, per il suo carattere ineliminabile e per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1180 del 11 febbraio 1984
«L'eroina esercita una devastante azione distruttrice sui sentimenti e sulla volontà di chi ne abusa, sì da distogliere, deviare ed alterare i primi, subordinati all'esclusivo interesse di comunque assicurarsi la droga, e da esaltare il dinamismo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7885 del 16 giugno 1999
«Per escludere (o diminuire) l'imputabilità, l'intossicazione da sostanze stupefacenti non solo deve essere cronica (cioè stabile), ma deve produrre un'alterazione psichica permanente, cioè una patologia a livello cerebrale implicante psicopatie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15444 del 21 novembre 1990
«In tema di imputabilità, non vi è necessaria coincidenza fra gli stati di tossicodipendenza o di tossicomania e la cronica intossicazione da sostanze stupefacenti di cui all'art. 95 c.p. Quest'ultima ricorre nei soli casi in cui l'abuso di droga...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3073 del 3 marzo 1990
«Non tutti gli stati di tossicomania o di tossicodipendenza inducono un'alterazione mentale o psichica del soggetto che assuma, anche abitualmente, sostanze stupefacenti, ma solo gli stati di intossicazione cronica e gravi i quali, determinando una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10005 del 26 settembre 1991
«Lo stato di cronica intossicazione da stupefacenti è ravvisabile solo quando l'assunzione di droga sia pervenuta a tale stato e grado da determinare nel soggetto una autentica affezione cerebrale o una permanente alterazione psichica sì da far...»