-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7067 del 23 febbraio 2011
«In tema di falsa perizia, nel contesto di accertamenti valutativi (nella specie valutazione di ramo aziendale), la presenza di difformi autorevoli pareri nonché l'adesione del primo giudice ad una stima diversa da quella accolta dal giudice di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10386 del 14 luglio 1989
«Il peculato per appropriazione di denaro o cosa mobile, appartenenti alla P.A., si realizza ogni qualvolta il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che ne ha il possesso per ragioni di ufficio, converta nelle proprie disponibilità...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4299 del 29 gennaio 2013
«Ai fini della configurabilità del delitto di falsa testimonianza, la valutazione sulla pertinenza (da intendersi come riferibilità o afferenza dell'oggetto della testimonianza ai fatti che il processo è destinato ad accertare) e sulla rilevanza...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9206 del 1 marzo 2004
«Il reato di falsa testimonianza (art. 372 c.p.) si reitera soltanto se la condotta tipica viene posta in essere in una successiva deposizione autonoma davanti ad una diversa autorità giudiziaria, vale a dire in una diversa fase processuale....»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11612 del 20 marzo 2007
«In tema di falsa testimonianza, l'apparente non decisività delle dichiarazioni mendaci rispetto alla pronuncia del giudice non esclude la rilevanza delle stesse quando in realtà sussisteva una oggettiva ed elevata idoneità ad alterare...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7732 del 23 febbraio 2004
«Ai fini della configurazione del delitto di falsa testimonianza è richiesta la valutazione sulla pertinenza e sulla rilevanza della deposizione da compiere con riferimento alla situazione processuale esistente al momento in cui il reato viene...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42898 del 28 novembre 2001
«Le dichiarazioni assunte dal giudice nel procedimento cautelare civile, ai sensi dell'art. 669 sexies c.p.c., hanno natura di testimonianza e, pertanto, la loro eventuale falsità integra gli estremi del reato di falsa testimonianza previsto...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29883 del 23 luglio 2007
«Le false dichiarazioni rese dal convenuto al giudice civile in sede di interrogatorio formale non integrano né il delitto di falso giuramento della parte né il delitto di falsa testimonianza.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2124 del 16 febbraio 1990
«Ai fini della sussistenza o meno del delitto di falsa testimonianza, non rileva l'uso che il giudice del processo principale abbia fatto della deposizione o l'esito della sua utilizzazione nell'insieme delle prove di cui disponeva, essendo...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6945 del 4 luglio 1986
«Il bene giuridico protetto dal reato di falsa testimonianza è il normale svolgimento dell'attività giudiziaria, che potrebbe essere fuorviata da deposizioni false o reticenti. Poiché trattasi di reato di pericolo, è sufficiente, per la sua...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4349 del 27 maggio 1986
«Ai fini della configurabilità del delitto di falsa testimonianza non si richiede che il giudice sia rimasto ingannato, ma è sufficiente che mendacio e reticenza abbiano potenziale idoneità a trarlo in errore, in quanto si tratta di un reato di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1206 del 3 febbraio 1986
«Per la sussistenza del reato di falsa testimonianza è sufficiente che la circostanza, sulla quale il teste rende mendace dichiarazione, sia pertinente alla causa ed abbia la possibilità, sia pure astratta, di influire sulla decisione. Ne deriva...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3923 del 23 marzo 1976
«Con la reticenza il teste, pur rifiutandosi di prestarsi all'esame, lo rende inutile in tutto o in parte e, tacendo, mentre potrebbe parlare, o affermando di nulla sapere, viene meno al dovere di riferire tutto quello di cui è a conoscenza intorno...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44745 del 20 novembre 2003
«Nella fattispecie criminosa prevista dall'art. 374 bis c.p., la destinazione delle false dichiarazioni, o attestazioni, sulle condizioni, qualità personali, trattamenti terapeutici, rapporti di lavoro, ad essere prodotti all'autorità giudiziaria,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32962 del 4 settembre 2001
«Il reato di false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria previsto dall'art. 374 bis c.p. si configura quando l'attività di documentazione di circostanze non rispondenti al vero è destinata all'autorità giudiziaria...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4933 del 18 aprile 1980
«Allorché la falsa testimonianza sia avvenuta in una causa civile la ritrattazione effettuata nel processo penale esclude la punibilità solo quanto il colpevole manifesta il vero prima che sulla domanda giudiziale sia pronunciata sentenza...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 403 del 22 febbraio 1974
«Qualora la falsa deposizione sia intervenuta in una causa civile, il colpevole non è punibile se ritratta il falso e manifesta il vero, prima che sulla domanda giudiziale sia pronunziata sentenza definitiva, anche se non irrevocabile. Per sentenza...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12016 del 29 settembre 1977
«Perché si realizzi il reato di subornazione è necessario che il subornato assuma la qualità di testimone con la citazione, anche orale, dinanzi al giudice o al P.M. mentre non acquista tale qualità chi sia esaminato dagli organi di polizia...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1360 del 24 novembre 1970
«Il delitto di subornazione di testimone richiede che la persona verso la quale è diretta l'opera del subornatore abbia acquistato, al momento dell'offerta o della promessa del denaro, la qualità di testimone. Il testimone esercita una pubblica...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9773 del 6 luglio 1989
«Nei casi in cui un soggetto diverso dal colpevole sottrae al controllo della polizia il prodotto del delitto, l'elemento discretivo fra il delitto di favoreggiamento reale e quello di favoreggiamento personale consiste nell'attitudine della...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10411 del 7 ottobre 1987
«La competenza territoriale del giudice nella ipotesi di consumazione del delitto di associazione per delinquere, sia di diritto comune che rivolta alla commissione dei reati previsti dalla legge sugli stupefacenti, si incardina nel luogo in cui...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39924 del 3 novembre 2005
«Nell'accertamento del reato di infedele patrocinio il giudice non può limitarsi alla valutazione di singoli atti o di scelte avulsi dal contesto nel quale sono inseriti, ma deve collocare l'attività professionale svolta nel quadro della linea...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11951 del 25 marzo 2005
«Integra il reato di infedele patrocinio la condotta del difensore che si appropri di somme ottenute in via transattiva per conto della parte assistita in un giudizio in corso. (Fattispecie nella quale l'imputato, nei confronti del quale il proprio...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13106 del 2 aprile 2001
«La condotta punibile del reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice (nella specie, un sequestro conservativo) nella forma dell'elusione della misura cautelare a difesa del credito (art. 388, secondo comma, c.p.), ricorre...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5172 del 30 aprile 1988
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 382 c.p. non occorre che sia immediatamente operativa la situazione nel cui contesto il millantatore fa credere al cliente di dover agire per compiere il favore di uno dei soggetti...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3861 del 30 giugno 1997
«Il reato di favoreggiamento personale ha come presupposto la commissione, da parte di un altro soggetto, di un altro delitto per il cui accertamento siano in corso indagini, e si concreta con l'agevolazione prestata a sottrarsi alle indagini...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41675 del 25 ottobre 2012
«Integra il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, la condotta del proprietario che disdica i contratti di fornitura delle utenze domestiche -a lui intestate- relative ad un appartamento dato in locazione, al...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7911 del 12 agosto 1997
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (artt. 392 e 393 c.p.), l'effettiva azionabilità della pretesa in sede giurisdizionale e la possibilità di realizzarla in virtù di una pronuncia giudiziale non costituiscono presupposto...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11381 del 10 novembre 1994
«Per la sussistenza del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose (art. 392 c.p.), non è rilevante che il diritto che si sia inteso tutelare, in concreto sussista, bensì solo che, invece di farlo valere in...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19040 del 26 maggio 2006
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, non è invocabile la scriminante di cui all'art. 51 c.p. da parte del titolare di un diritto di servitù di passaggio che abbia abbattuto il cancello posto dal proprietario della strada per...»