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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12165 del 28 marzo 2002
«L'incompatibilità alla prestazione dell'ufficio di perito prevista dall'art. 222, comma 1, lett. d), c.p.p. non opera con riguardo all'attività di trascrizione delle intercettazioni, disciplinata dall'art. 268, comma 7, c.p.p., atteso che il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5886 del 19 maggio 1998
«Nei confronti del consulente tecnico del P.M. nominato ex art. 233 c.p.p. fuori dei casi di perizia, non sussistono le cause di incompatibilità richiamate dal comma terzo dell'art. 225 c.p.p., previste, per evidenti ragioni di imparzialità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8854 del 30 luglio 1998
«Alla luce delle disposizioni della legge 24 dicembre 1993, n. 537, il cui art. 10, comma sesto, prevede che «la costruzione e la gestione delle autostrade è l'oggetto principale della Soc. Autostrade spa», si devono ribadire le finalità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2164 del 2 marzo 1995
«Il divieto di utilizzabilità a fini probatori delle registrazioni di conversazioni non debitamente autorizzate è posto a tutela del diritto, costituzionalmente garantito, al rispetto della vita privata da intromissioni estranee; l'esercizio di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 16 del 29 gennaio 2000
«L'inammissibilità non è la sanzione per un vizio dell'atto diverso dalla nullità, ma la conseguenza di particolari nullità dell'appello e del ricorso per cassazione, e non è comminata in ipotesi tassative ma si verifica ogniqualvolta - essendo...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2080 del 9 settembre 1996
«Nessuna norma processuale vieta l'emissione di una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere, in base a nuovi elementi non presi precedentemente in considerazione, anche se erano noti al P.M. precedente. A tal fine è solo necessario che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11965 del 13 marzo 2003
«In tema di incompatibilità dello stato di salute dell'indagato con la detenzione in carcere, l'art. 275, comma 4 bis c.p.p. pone una presunzione in bonam partem che, ai sensi del successivo comma 4 ter, può essere superata non in base all'art....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5827 del 4 febbraio 2000
«In materia di criteri di scelta delle misure cautelari personali, la disposizione di cui al quarto comma dell'art. 275 c.p.p. relativa alla verifica dell'incompatibilità delle condizioni di salute dell'imputato o dell'indagato con lo stato di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19 del 12 aprile 1999
«In tema di misure cautelari, a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 439 del 1995, non sussiste più incompatibilità presunta tra il regime detentivo e lo stato di salute particolarmente grave di un indagato; ciò di conseguenza non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1057 del 27 maggio 1995
«La particolare gravità delle condizioni di salute, richiesta dal quarto comma dell'art. 275 c.p.p. come presupposto per l'operatività del divieto di custodia cautelare in carcere, va inteso non come assoluta incompatibilità con la detenzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6304 del 17 gennaio 1996
«Per chi abbia superato l'età di settanta anni, l'incompatibilità con il regime carcerario è presunta dalla legge, senza che sia necessario accertare la sussistenza di infermità particolarmente gravi. Ne consegue che, in tal caso, ogni indagine...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46290 del 16 dicembre 2008
«Non sussiste il divieto di custodia cautelare in carcere dell'imputato padre di prole infratreenne, qualora l'impedimento della madre ad assisterla sia costituito dalla sua attività lavorativa. (Nella specie, si è ritenuto che non ricorresse...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5271 del 4 febbraio 1997
«Ai fini del ripristino della custodia cautelare in carcere nel caso previsto dall'art. 307, comma secondo, lett. b) c.p.p., l'indebita valutazione fatta dal giudice anche delle esigenze cautelari previste dall'art. 274, lett. c) stesso codice, non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4941 del 18 dicembre 1997
«In tema di compatibilità tra custodia cautelare e detenzione, il criterio stabilito dall'art. 297 comma 5 c.p.p., ai fini della decorrenza dei termini di custodia cautelare in costanza di detenzione per altro titolo, è richiamato dall'art. 298...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 903 del 13 marzo 1998
«La liberazione condizionale può, in linea di principio, essere concessa anche a soggetto che sia sottoposto, per altri fatti, alla misura cautelare degli arresti domiciliari, dovendosi solo verificare (indipendentemente dalle altre condizioni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35773 del 28 settembre 2007
«In tema di revoca o sostituzione delle misure coercitive, l'art. 299, comma quarto-ter, c.p.p., prevede, in relazione all'accertamento delle condizioni di salute dell'imputato, l'obbligo di disporre la perizia con esclusivo riferimento al caso in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4107 del 25 gennaio 1995
«Il tribunale, in sede di appello avverso un'ordinanza reiettiva di un'istanza di revoca della custodia cautelare in carcere, non può dare rilievo ad un eventuale aggravamento delle condizioni di salute dell'indagato (intervenuto tra la pronuncia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12271 del 17 marzo 2003
«In tema di revoca o sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere, la previsione di cui all'art. 299, comma 4 ter, c.p.p. — disponendo che se la richiesta è basata sulle condizioni di salute di cui all'art. 275, comma 4, c.p.p.,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7381 del 25 marzo 2013
«Una dichiarazione è qualificabile come confessione ove sussistano un elemento soggettivo, consistente nella consapevolezza e volontà di ammettere e riconoscere la verità di un fatto a sé sfavorevole e favorevole all'altra parte, ed un elemento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7527 del 15 maggio 2012
«La prescrizione presuntiva, anche se fondata su di una presunzione, non è un mezzo di prova, ma incide direttamente sul diritto sostanziale limitandone la protezione giuridica, in modo per sua natura non diverso, anche se più limitato, rispetto a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41398 del 28 ottobre 2009
«In tema di responsabilità da reato degli enti, è inammissibile l'appello avverso il rigetto dell'istanza di restituzione dei beni sottoposti a sequestro preventivo presentata dal legale rappresentante della persona giuridica, divenuto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1235 del 1 aprile 1998
«Nell'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, la polizia giudiziaria dispone di un margine di autonoma operatività non solo prima della comunicazione al P.M. della notizia di reato (art. 347 c.p.p.), ma anche dopo tale comunicazione (art....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37321 del 1 ottobre 2008
«La condotta di uno dei genitori integra il reato di cui all'art. 574 c.p. qualora, contro la volontà dell'altro, egli sottragga il figlio per un periodo di tempo rilevante, impedendo l'altrui esercizio della potestà genitoriale e allontanando il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23894 del 11 luglio 2006
«La connessione probatoria di cui all'art. 371, comma secondo, lett. b), c.p.p., tale da determinare l'incompatibilità con l'ufficio di testimone di cui all'art. 197, comma primo lett. b), c.p.p., deve riferirsi ad elementi oggettivi di modo che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9540 del 17 marzo 2006
«L'inutilizzabilità delle dichiarazioni indizianti, ai sensi dell'art. 63 comma secondo c.p.p., opera soltanto quando si tratta di dichiarazioni rese da un soggetto nei cui confronti sussistevano, fin dall'inizio, indizi in ordine al medesimo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13308 del 18 marzo 2004
«Sussiste il collegamento probatorio previsto dall'art. 371, comma secondo, lett. b) c.p.p., che dà luogo all'incompatibilità con l'ufficio di testimone ai sensi dell'art. 197 lett. a) c.p.p., allorché vi sia anche un semplice rapporto di influenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3273 del 5 agosto 1992
«Costituisce atto abnorme quello che, per la singolarità e stranezza del suo contenuto, sta la di fuori delle norme legislative e dell'intero ordinamento processuale, di guisa che non rientra nei poteri dell'organo decidente per la sua...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4464 del 3 maggio 1996
«Deve ritenersi inevitabile l'ignoranza della legge penale, quando l'agente sia incorso nella trasgressione nonostante si sia attenuto correttamente e con l'ordinaria diligenza all'obbligo di informazione e di conoscenza dei precetti normativi,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4999 del 15 gennaio 1996
«Spetta al collegio per i reati ministeriali decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio: né a tale conclusione può opporsi che in tal modo, avendo detto collegio svolto l'istruttoria, si violerebbe il principio ricavabile dalle norme vigenti, di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9213 del 22 ottobre 1996
«Il potere del giudice di dare in sentenza al fatto una definizione giuridica diversa da quella enunciata nell'imputazione, previsto dall'art. 521, comma primo, c.p.p., è esercitabile anche con la sentenza emessa a seguito di giudizio abbreviato,...»