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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10258 del 12 luglio 1989
«Ai fini dell'esclusione del delitto di frode nell'esercizio del commercio, di cui all'art. 515 c.p.p., non rileva che alla consegna della cosa (una caldaia per impianto di riscaldamento) diversa da quella pattuita si accompagni la relativa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4333 del 7 maggio 1985
«Sussiste il delitto di frode in commercio, qualora vengano consegnati all'acquirente, senza preventiva informazione, agrumi non maturi, la cui buccia presenti un colore arancione, ottenuto a mezzo di trattamento chimico (cosiddetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3361 del 20 marzo 1982
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 515 c.p. non ha alcuna rilevanza l'accettazione da parte dell'acquirente del prodotto che abbia caratteristiche organolettiche diverse da quello richiesto, anche se a questo uguale come...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5736 del 7 novembre 1979
«L'ultimo comma dell'art. 383 c.p.c. — secondo cui la Corte di cassazione, se riscontra una nullità del giudizio di primo grado per la quale il giudice d'appello avrebbe dovuto rimettere le parti al primo giudice, rinvia la causa a quest'ultimo —...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10913 del 17 settembre 1978
«Risponde del delitto di frode in commercio colui che, nell'esercizio di attività commerciale di deposito di prodotti petroliferi, con il sistema della doppia fatturazione fa ritenere ai clienti di consegnare loro olio combustibile fluido o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 354 del 27 febbraio 1973
«Il reato di cui all'art. 515 c.p. (frode nell'esercizio del commercio) si perfeziona con la consegna intenzionale dell'aliud pro alio. L'accettazione della cosa diversa da parte dell'acquirente — che non assume rilevanza qualora interviene dopo la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7553 del 19 maggio 1989
«In tema di reato di frode nell'esercizio del commercio, la volgarizzazione di un marchio può dirsi verificata quando l'espressione che lo costituisce assume, nel linguaggio della generalità, un significato ampio, non più idoneo a distinguere il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3547 del 9 marzo 1989
«L'uso generalizzato di un marchio nel linguaggio comune per indicare tutto il genere dei prodotti analoghi a quello, per il quale lo stesso marchio è stato registrato, può certamente incidere sull'elemento soggettivo del reato, inducendo il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14806 del 26 marzo 2004
«La detenzione di alimenti congelati o surgelati in un esercizio commerciale e l'omessa indicazione nella lista delle vivande di tale precondizione dell'alimento integra il reato di tentativo di frode in commercio, ed in proposito non è necessario...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2038 del 3 agosto 1998
«La detenzione di cibi congelati o surgelati accompagnata dalla mancata segnalazione nel menù di tale stato di conservazione degli alimenti ipotizza il reato di cui agli artt. 56 e 515 c.p., a condizione che vi sia stato un inizio di pattuizione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10739 del 18 ottobre 1994
«Quando, nello svolgimento di un'attività commerciale avente ad oggetto la vendita al minuto di prodotti surgelati destinati all'alimentazione umana, si effettui la sostituzione dell'etichetta originaria indicante la data di scadenza già superata,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 663 del 25 gennaio 1993
«Il congelamento, di prodotti alimentari freschi con strumenti tecnologicamente inidonei, che ne provochi l'alterazione qualitativa, al solo fine di conservare le scorte ed il successivo scongelamento dei detti prodotti per le confezioni...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44969 del 4 dicembre 2007
«In tema di frode nell'esercizio del commercio, compete al giudice di merito l'accertamento della esistenza degli elementi costitutivi del reato con riferimento alla valutazione delle differenze qualitative del prodotto commercializzato rispetto a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23819 del 9 giugno 2009
«Il delitto di frode nell'esercizio del commercio è configurabile anche nel caso in cui l'acquirente non effettui alcun controllo sulla merce offerta in vendita, essendo irrilevanti sia l'atteggiamento, fraudolento o meno, del venditore, che la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6207 del 20 giugno 1985
«In tema di frode commerciale, la circostanza che un cartello esposto al pubblico sia stato predisposto dall'associazione commercianti non esclude il dolo dell'esercente, che deve controllare se tutte le diciture portate nel cartello siano...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6436 del 13 giugno 1975
«L'elemento psicologico del delitto di frode in commercio consiste nel solo dolo generico, ossia nella coscienza e volontà di consegnare cosa diversa da quella pattuita. I moventi dell'azione criminosa sono, invece, estranei ed irrilevanti ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 338 del 26 febbraio 1973
«Per la sussistenza del delitto di frode nell'esercizio del commercio non occorrono artifizi e raggiri da parte del venditore, essendo insito l'inganno nella obiettività della consegna di una cosa per un'altra (aliud pro alio), ovvero di una cosa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13151 del 12 aprile 2005
«In base al dettato dell'art. 6 c.p., il reato si considera commesso nel territorio dello Stato quando l'azione od omissione che lo costituisce è ivi avvenuta, in tutto od in parte, ovvero si è verificato nel territorio italiano l'evento che è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8383 del 19 febbraio 2003
«Il reato di frode in commercio, nel caso di vendita di merce da piazza a piazza, si consuma non nel luogo in cui il venditore si libera della propria obbligazione, ai sensi dell'art. 1510 c.c., con la consegna della merce al vettore o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16386 del 20 novembre 2002
«Nel giudizio di opposizione instaurato dal datore di lavoro contro il decreto ingiuntivo per il pagamento di somme richieste dal lavoratore, dovendo la domanda del creditore opposto essere individuata in relazione alle richieste formulate con il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3953 del 12 aprile 1995
«L'elemento materiale del delitto di cui all'art. 515 c.p. (frode nell'esercizio del commercio) consiste nel consegnare all'acquirente cosa mobile non conforme a quella convenuta ed il termine «consegna» fa riferimento ad un'attività contrattuale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1593 del 7 marzo 1984
«Sia il sequestro che il provvedimento di deposito del documento, relativamente al quale sia stata proposta querela di falso, sono rimessi alla discrezionalità del giudice che deve adottarli ove ne ravvisi la necessità in relazione alle peculiarità...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 22313 del 6 giugno 2011
«Integra il tentativo di frode in commercio la detenzione, presso il magazzino di prodotti finiti dell'impresa di produzione, di prodotti alimentari con false indicazioni di provenienza, destinati non al consumatore finale ma ad utilizzatori...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 41758 del 25 novembre 2010
«Il tentativo di frode nell'esercizio del commercio non richiede, ai fini della sua configurabilità, l'effettiva messa in vendita del prodotto, essendo sufficiente l'accertamento della destinazione alla vendita del prodotto diverso per origine,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27704 del 16 luglio 2010
«Integra il reato di tentativo di frode in commercio il detenere, anche presso un esercizio commerciale di distribuzione e vendita all'ingrosso, prodotti privi di marcatura "CE" o con marcatura "CE" contraffatta. (In motivazione la Corte ha...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26109 del 23 giugno 2009
«Integra il reato di frode nell'esercizio del commercio la messa in vendita di prodotti scaduti o prossimi alla scadenza con apposizione di una data di scadenza diversa da quella originaria, in quanto la divergenza qualitativa idonea a configurare...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 19992 del 19 maggio 2008
«In tema di frode nell'esercizio del commercio, è configurabile il reato di cui all'art. 515 c.p. anche nel caso di vendita di una sola bottiglia di prodotto distillato recante sull'etichetta una gradazione alcolica superiore rispetto a quella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 510 del 10 gennaio 2003
«In tema di frode in commercio, non raggiunge la soglia del tentativo punibile la condotta del soggetto costituita dalla sola accertata detenzione, nello stabilimento di produzione, in vista della futura commercializzazione, di prodotti alimentari...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 19395 del 20 maggio 2002
«La detenzione di prodotti congelati nei frigoriferi di un esercizio commerciale e la omessa indicazione nel menù di tale precondizione dell'alimento integra il reato di tentativo di frode in commercio, atteso che la predisposizione di una lista...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10145 del 12 marzo 2002
«La detenzione all'interno di un ristorante di alimenti surgelati destinati alla somministrazione alla clientela, senza che sulla lista delle vivande messa a disposizione degli avventori sia indicata detta qualità, configura l'ipotesi di reato di...»