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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4072 del 7 aprile 1994
«Il delitto di corruzione (art. 318 c.p.) non è configurabile nel caso di donativi soltanto se questi, per la loro modicità, escludono la ipotizzabilità di corrispettivo dell'atto di ufficio, previo giudizio di proporzione tra il dono e l'atto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 277 del 27 marzo 1993
«Il delitto di corruzione, attiva o passiva (artt. 318, 319 c.p.), può sussistere se ed in quanto il patto di corruzione coinvolga il pubblico ufficiale (o l'incaricato di pubblico servizio). Ne consegue che, ogni qual volta vi sia un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5843 del 23 aprile 1990
«In tema di corruzione impropria anteriore all'atto prevista dall'art. 318, primo comma, c.p., l'atto, in vista del quale l'accordo criminoso viene stipulato, deve essere conforme ai doveri del funzionario. Ed invero l'interesse tutelato dalla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13048 del 21 marzo 2013
«Il delitto di corruzione può ritenersi consumato quando fra le parti sia stato raggiunto anche solo un accordo di massima sulla ricompensa da versare in cambio dell'atto o del comportamento del pubblico agente, anche se restino da definire ancora...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3234 del 13 marzo 1998
«Il delitto di corruzione è configurato quale reato di evento caratterizzato dalla particolarità di perfezionarsi alternativamente o con l'accettazione della promessa o col ricevimento dell'utilità promessa. Ne consegue che, quando entrambi gli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4300 del 9 maggio 1997
«Il delitto di corruzione si configura come reato a duplice schema, principale e sussidiario. Secondo quello principale, il reato viene commesso con due attività, l'accettazione della promessa e il ricevimento della utilità e il momento consumativo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4177 del 4 febbraio 2004
«Ai fini della configurabilità tanto delle corruzione impropria, prevista dall'art. 318, comma primo, c.p., quanto di quella propria, prevista dall'art. 319, comma primo, stesso codice, è sufficiente che vi sia stata ricezione della indebita...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6038 del 13 maggio 1999
«Ai fini dell'integrazione dei reati di cui agli articoli 318 e 319 c.p., acquistano la qualità di pubblici ufficiali ai sensi dell'articolo 357 c.p., coloro che concorrono in qualità di organi a formare la volontà e ad attuare gli scopi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3945 del 25 marzo 1999
«In tema di reati di corruzione, la evidente sproporzione tra le somme versate e l'attività compiuta (omessa o ritardata) appare indice univoco, sulla base delle più elementari massime di esperienza, della contrarietà agli atti di ufficio di quanto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1252 del 20 gennaio 2004
«Nel caso che il pubblico ufficiale ponga in essere una condotta contraria ai doveri del suo ufficio, dietro consegna o promessa di denaro od altra utilità, e con tale condotta aiuti taluno, dopo che fu commesso un delitto punito con sanzione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38698 del 22 novembre 2006
«La circostanza aggravante prevista dall'art. 319 bis c.p. (avere conferito pubblici impieghi, stipendi o pensioni o stipulato contratti interessanti la P.A. di appartenenza) si applica anche ai dirigenti di aziende municipalizzate in relazione ai...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16335 del 26 aprile 2011
«In tema di distinzione tra i reati di corruzione e concussione, non è ravvisabile l'ipotesi della concussione cosiddetta "ambientale" qualora il privato si inserisca in un sistema nel quale il mercanteggiamento dei pubblici poteri e la pratica...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4898 del 6 febbraio 2004
«I reati di concussione e di corruzione presentano un elemento necessariamente comune, e cioè l'esistenza di una indebita erogazione (necessario solo nella corruzione propria), e cioè l'esercizio antigiuridico dei propri compiti, e un elemento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44761 del 20 novembre 2003
«Sussiste il delitto di concussione allorquando la vittima, pur versando in una situazione di illeceità e pur fruendo di qualche vantaggio dall'accettazione della pretesa del pubblico ufficiale, è costretta a sottostare all'illegittima richiesta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36551 del 23 settembre 2003
«In tema di distinzione tra i reati di corruzione e concussione, non è ravvisabile l'ipotesi della concussione cosiddetto “ambientale” qualora il privato si inserisca in un sistema nel quale il mercanteggiamento dei pubblici poteri e la pratica...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11918 del 21 novembre 2000
«Ai fini della configurabilità del reato di concussione c.d. «ambientale» (e della sua differenziazione rispetto al reato di corruzione) non è sufficiente l'accertamento di una situazione ambientale in cui sia diffuso il mercanteggiamento dei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9879 del 17 settembre 1998
«La distinzione del reato di corruzione da quello di concussione va individuata, a prescindere dal soggetto che assume l'iniziativa, nell'esistenza di un rapporto sinallagmatico tra le prestazioni, che delinea una situazione tale da qualificare il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5114 del 29 aprile 1998
«In tema di distinzione fra corruzione e concussione, nella prima figura criminosa gli agenti trattano pariteticamente e si accordano nel pactum sceleris con convergenti manifestazioni di volontà, mentre nella concussione la par condicio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 652 del 19 gennaio 1996
«Anche se il danno non costituisce condizione perché il reato di cui all'art. 317 c.p. venga consumato, è certo che solo quando dall'abuso discenda un pericolo di pregiudizio per il privato è ipotizzabile il delitto di concussione, perché se il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5579 del 27 maggio 1991
«In materia di reati contro la pubblica amministrazione, dopo la modifica introdotta dalla L. 26 aprile 1990, n. 86, risulta confermata la tradizionale distinzione tra concussione e corruzione: nella prima viene in evidenza lo stato di soggezione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1944 del 17 febbraio 1994
«Il reato di truffa aggravata dalla qualità di pubblico ufficiale e quello di concussione, nella forma della induzione (per frode o per persuasione), si distinguono per le modalità dell'azione dell'agente nel senso che nella prima è necessario che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9832 del 20 settembre 1991
«Il reato di concussione per induzione e quello di truffa aggravata dalla qualità di pubblico ufficiale si distinguono tra loro per le modalità dell'azione messa in opera dall'agente: deve ravvisarsi concussione quando l'abuso della qualità assuma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7080 del 18 maggio 1990
«Il delitto di concussione si distingue da quello di truffa aggravata ai sensi dell'art. 61, n. 9 c.p. perché nel primo reato l'abuso della qualità di pubblico ufficiale o delle relative funzioni si atteggia, sulla determinazione della volontà del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8963 del 27 febbraio 2015
«In relazione al delitto di induzione indebita previsto dall'art. 319 quater cod. pen., introdotto dalla l. n. 190 del 2012, qualora rispetto al vantaggio prospettato, quale conseguenza della promessa o della dazione indebita dell'utilità, si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29338 del 9 luglio 2013
«A seguito dell'entrata in vigore della l. n. 190 del 2012, l'elemento che differenzia le nozioni di induzione e costrizione, che costituiscono l'elemento oggettivo rispettivamente dei delitti di cui gli artt. 319 quater e 317 c.p., non va...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26285 del 17 giugno 2013
«A seguito dell'entrata in vigore della L. 6 novembre 2012, n. 190, la minaccia, esplicita o implicita, di un danno ingiusto, finalizzata a farsi dare o promettere denaro o altra utilità, posta in essere con abuso della qualità o dei poteri,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23954 del 3 giugno 2013
«Qualora il giudice di merito, vigente l'art. 317 c.p., antecedente le modifiche apportate dalla L. 6 novembre 2012, n. 190, abbia proceduto, con motivazione approfondita e non illogica, a qualificare la condotta del pubblico agente in termini di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21975 del 22 maggio 2013
«I reati di concussione e di indebita induzione di cui agli artt. 317 e 319 quater c.p. (come rispettivamente sostituito il primo ed inserito il secondo dall'art. 1, comma 75, della legge n. 190 del 2012) si distinguono fra loro, in quanto il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18372 del 22 aprile 2013
«Integra, anche dopo le modifiche intervenute da parte della legge n. 190 del 2012, il delitto di concussione il comportamento dell'impiegato provinciale del lavoro, addetto alla formazione delle graduatorie del collocamento obbligatorio, che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17593 del 17 aprile 2013
«A seguito dell'entrata in vigore della l. n. 190 del 2012, l'elemento che differenzia le nozioni di induzione e costrizione, che costituiscono l'elemento oggettivo rispettivamente dei delitti di cui gli artt. 319 quater e 317 cod. pen., non va...»