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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4065 del 20 febbraio 2014
«In tema di vizi del consenso, vige il principio "fraus omnia corrumpit", in virtù del quale il dolo decettivo conduce all'annullamento del contratto (come pure del negozio unilaterale) qualunque sia l'elemento sul quale il "deceptus" sia stato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7708 del 2 agosto 1990
«Al di fuori di tali ipotesi, eventuali vizi del negozio divisionale cui l'ordinanza inerisce, come la mancata partecipazione al procedimento di un avente diritto comportante nullità del contratto divisionale, possono essere dedotti e fatti valere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2913 del 4 aprile 1997
«Se un progetto di divisione, in cui sono stati inclusi altri beni rispetto a quelli indicati nella domanda giudiziale, è stato dichiarato esecutivo ai sensi dell'art. 789, terzo comma, c.p.c., mentre i condividenti sono rimasti contumaci - nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15691 del 15 luglio 2011
«Attesa la struttura unitaria della delegazione, che è composta di un rapporto unico con tre soggetti e due rapporti sottostanti, debbono sussistere per gli effetti delegatori due condizioni, vale a dire che il delegante sia creditore del delegato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1419 del 10 febbraio 1987
«La differenza tra simulazione assoluta e simulazione relativa assume rilevanza, anche ai fini probatori, qualora con quest'ultima si intenda far valere il contratto dissimulato, ma non quando si miri a far dichiarare l'inefficacia del negozio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15821 del 14 dicembre 2001
«Nella revocatoria fallimentare l'inefficacia non costituisce una forma di tutela di una parte del negozio contro l'altra e prescinde dalle situazioni di validità ed efficacia del rapporto tra le parti originarie (salvo che l'atto, per nullità e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21141 del 10 ottobre 2007
«Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo il creditore assume la veste sostanziale di attore, sicché, laddove l'opponente abbia contestato l'ammontare degli interessi dovuti, il giudice, nel determinare tali interessi, e dovendo utilizzare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1783 del 27 aprile 1999
«La reiterazione del beneficio della sospensione condizionale della pena non è consentita a favore di chi ne abbia già usufruito due volte, quale che sia la specie e l'entità delle pene sospese, inflitte con le due precedenti condanne; ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3041 del 5 giugno 1997
«Ne consegue che la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'art. 444 c.p.p., la quale abbia recepito il negozio processuale che prevede la concessione del beneficio per la terza volta, è affetta da nullità e, in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5394 del 13 aprile 1989
«La nullità di un determinato negozio non incide in alcun modo sulla sua natura giuridica, che deriva dalla sua particolare struttura e dal suo contenuto; pertanto, costituisce in ogni caso testamento olografo — equiparato, quoad penam, all'atto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5814 del 23 marzo 2016
«In tema di condominio, poiché le attribuzioni dell'assemblea sono limitate alla verifica ed all'applicazione dei criteri stabiliti dalla legge, è nulla, anche se assunta all'unanimità, la delibera che modifichi il criterio legale di ripartizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19196 del 28 settembre 2016
«La violazione di una norma imperativa non dà luogo necessariamente alla nullità del contratto, giacché l'art. 1418, comma 1, c.c., con l'inciso «salvo che la legge disponga diversamente», impone all'interprete di accertare se il legislatore, anche...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, sentenza n. 9401 del 10 maggio 2016
«L'azione di simulazione, sia assoluta che relativa, in quanto diretta ad accertare la nullità del negozio apparente perché, in ogni caso, privo di causa per mancanza dello scopo economico sociale cui il contratto simulato è destinato, è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23064 del 11 novembre 2016
«Poiché, ai sensi dell'art. 1418, comma 2, c.c., l'illiceità del contratto consegue solo all'illiceità della causa o del motivo comune ad entrambi i contraenti, la dichiarazione di nullità della transazione presuppone un'indagine volta a stabilire...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7093 del 20 marzo 2017
«In tema di simulazione assoluta di un negozio soggetto a forma scritta a pena di nullità, il documento che può costituire principio di prova per iscritto deve provenire dalla controparte e non dalla parte che chiede la prova, né da un terzo, e non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1580 del 20 gennaio 2017
«Nella controversia inerente alla validità ed efficacia di una fideiussione prestata in favore di un istituto di credito per tutte le obbligazioni derivanti da future operazioni con il debitore principale (cd. fideiussione "omnibus"), la...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 16 del 30 giugno 2000
«Tuttavia tale negozio processuale di tipo abdicativo può avere ad oggetto esclusivamente i poteri che rientrano nella sfera di disponibilità degli interessati, ma resta privo di negativa incidenza sul potere-dovere del giudice di essere, anche in...»
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Cassazione civile, Sez. I, ordinanza n. 11190 del 9 maggio 2018
«In tema di contratti degli enti pubblici, stante il requisito della forma scritta imposto a pena di nullità per la stipulazione di tali contratti, la volontà degli enti predetti dev'essere desunta esclusivamente dal contenuto dell'atto,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7459 del 26 marzo 2018
«L'accertamento della simulazione assoluta determina la nullità del negozio o del contratto, per anomalia della causa rispetto allo schema tipico che ne giustifica il riconoscimento normativo.»
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Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 20971 del 22 agosto 2018
«Il legittimario totalmente pretermesso dall'eredità che, a tutela del proprio diritto alla reintegrazione della quota di legittima, impugna per simulazione un atto compiuto dal "de cuius", agisce in qualità di terzo e non in veste di erede -...»
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Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 27414 del 29 ottobre 2018
«Peraltro, l'intervento del terzo, se avvenuto in epoca successiva alla redazione, non impedisce al negozio "mortis causa" di conservare il suo valore tutte le volte in cui sia comunque possibile accertare la originaria e genuina volontà del "de...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8462 del 17 ottobre 1994
«I contratti stipulati dal custode giudiziario, con o senza l'autorizzazione del giudice, non possono mai pregiudicare in nessun modo il diritto del proprietario a ricevere il bene nella condizione giuridica in cui è stato trasmesso dal suo diretto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6248 del 23 giugno 1998
«In tema di interpretazione di una clausola compromissoria, il carattere rituale ovvero irrituale dell'arbitrato in essa previsto va desunto con riguardo alla volontà delle parti ricostruita secondo le ordinarie regole di ermeneutica contrattuale,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9440 del 21 settembre 1998
«Occorre, dunque, di volta in volta, una indagine in concreto, diretta a verificare la sussistenza di un rapporto di pregiudizialità tra le due cause, idoneo a giustificare l'applicazione del citato art. 295 c.p.c. (Nella specie, la S.C. ha cassato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12155 del 29 ottobre 1999
«Allorquando le parti di un rapporto giuridico conferiscono ad un terzo l'incarico di svolgere, in base alla sua specifica capacità tecnica, constatazioni e accertamenti, il cui esito esse si impegnano ad accettare, ricorre l'ipotesi della perizia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8222 del 16 giugno 2000
«Il principio dell'autonomia della clausola compromissoria rispetto al negozio di riferimento vale in relazione all'arbitrato rituale, che si attua, per volontà delle parti compromittenti, mediante l'esercizio di una podestà decisoria alternativa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3929 del 19 marzo 2001
«Detta preclusione, pertanto, non si verifica quando il capo della sentenza comportante, con una decisione di merito, la definizione implicita di questioni pregiudiziali o preliminari sia investito dalla impugnazione, ancorché limitatamente alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14102 del 23 settembre 2003
«Pertanto, non sussiste un'ipotesi di litisconsorzio necessario allorché il giudice proceda in via meramente incidentale e con effetto limitato alle parti in giudizio ad accertare una situazione giuridica che riguardi anche la parte in esso non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8206 del 29 aprile 2004
«In tema di impugnazione per nullità del lodo arbitrale, le nullità del patto compromissorio, menzionate nell'art. 829, primo comma, n. 1, c.p.c., non sono solo quelle che derivano da vizi di forma estrinseca, ma comprendono anche quelle che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10215 del 28 aprile 2010
«Il patto parasociale che impegna i soci a votare in assemblea contro l'eventuale proposta di intraprendere l'azione di responsabilità sociale nei confronti degli amministratori, non è contrario all'ordine pubblico, ma agli art. 2392 e 2393 c.c., i...»