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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39241 del 7 ottobre 2004
«Il delitto di simulazione di reato è integrato, sul piano dell'elemento materiale, anche quando venga falsamente descritta la quantità e la qualità delle cose costituenti l'oggetto di un illecito effettivamente avvenuto. (Fattispecie nella quale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5786 del 18 maggio 2000
«Ai fini della configurabilità della simulazione di reato, di cui all'art. 367 c.p., che, essendo un reato di pericolo, risulta integrato allorché la falsa denuncia di reato determini l'astratta possibilità di un'attività degli organi inquirenti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6156 del 19 giugno 1996
«Deve ritenersi integrato il presupposto oggettivo del reato di simulazione di reato quando la differenza tra il reato denunciato e quello realmente avvenuto investe non un certo numero di cose indiscriminatamente considerate, bensì cose la cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8437 del 2 ottobre 1985
«Sussiste il delitto di simulazione, anche nell'ipotesi in cui si faccia apparire come consumato da ignoti un reato commesso dallo stesso autore della denuncia.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5364 del 28 maggio 1985
«Ai fini della sussistenza del delitto di simulazione di reato, di cui all'art. 367 c.p., non si richiede che sia stato concretamente instaurato un procedimento penale, ovvero siano state iniziate indagini di polizia giudiziaria aventi ad oggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2273 del 20 febbraio 1987
«Colui, il quale denunzi di aver subito un furto, anziché una rapina, realmente effettuata in suo danno e attribuisca il fatto ad ignoti invece che alla persona da lui ben conosciuta, venendo in tal modo ad alterare il reato non solo nella sua...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4130 del 12 aprile 1975
«Per la integrazione della fattispecie di simulazione di reato a mezzo denunzia non è necessario che questa rivesta tutti i requisiti formali previsti dalla legge, avendo ad essa il legislatore fatto riferimento per indicare qualunque informazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11134 del 22 novembre 1985
«In tema di simulazione di reato, qualsiasi modifica delle circostanze di un fatto realmente avvenuto integra l'ipotesi criminosa, ove si voglia far apparire che il fatto inerente al reato presupposto sia diverso o più grave di quello reale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2050 del 3 marzo 1984
«Si ha reato strutturalmente diverso, come tale idoneo ad integrare il presupposto oggettivo del delitto di cui all'art. 367 c.p., quando la differenza fra il fatto denunciato e quello realmente avvenuto è solo apparentemente quantitativa, nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12565 del 30 dicembre 1985
«Ai fini della configurabilità del delitto di simulazione di reato, il raffronto fra realtà ed apparenza non va condotto con esclusivo riguardo all'astratta definizione giuridica del fatto denunziato, dovendosi, invece, valutare anche quelle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4081 del 21 aprile 1982
«L'inverosimiglianza del fatto denunciato fa venir meno la sussistenza del delitto di simulazione di reato solo quando la denuncia appaia fin dal principio assolutamente inidonea a determinare la semplice possibilità dell'inizio di un procedimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45291 del 14 dicembre 2005
«In tema di simulazione di reato (art. 367 c.p.), la denuncia all'Autorità nella quale si affermi falsamente un delitto mai avvenuto costituisce corpo di reato che, in quanto tale, deve essere sottoposto a sequestro ed acquisito agli atti del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 716 del 19 gennaio 2000
«In tema di simulazione di reato, la ritrattazione della falsa denuncia può escludere il delitto solo allorché con essa si impedisca il venire a esistenza dell'evento lesivo della condotta, che consiste nel pericolo dell'inizio di un procedimento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19077 del 16 maggio 2011
«La simulazione di reato ha natura di reato istantaneo e di pericolo, e si consuma con la semplice denuncia idonea a provocare investigazioni e accertamento della polizia giudiziaria. (La Corte ha precisato che, nonostante tale natura giuridica, è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8264 del 1 luglio 1980
«Il reato di cui all'art. 367 c.p. è reato istantaneo che si consuma con la semplice denuncia idonea a provocare investigazioni e accertamenti della polizia giudiziaria, né l'omissione della firma del verbale di denuncia può avere alcuna influenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38814 del 19 novembre 2002
«Il privato che presenti una falsa denuncia di smarrimento di un assegno firmato in bianco e negoziato a favore di una ben individuata persona non risponde del delitto di simulazione di reato, ma bensì del delitto di calunnia in danno del soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9056 del 12 ottobre 1985
«È configurabile la simulazione di reato, ai sensi dell'art. 367 c.p., in caso di denuncia di un furto il quale sia stato realmente consumato, ma in ordine a beni in tutto o in parte diversi, sotto il profilo qualitativo, dagli oggetti di cui è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3374 del 8 marzo 1990
«È ammissibile il concorso tra i reati di autocalunnia e falsa testimonianza ex artt. 369 e 372 c.p., avendo essi una diversa obiettività giuridica, in quanto lesivi di interessi dell'attività giudiziaria di specie diversa.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8606 del 25 agosto 1986
«Il termine «confessione» adottato dall'art. 369 c.p. (autocalunnia) non vale a limitare la sussistenza del reato solo al caso dell'autoincolpazione avvenuta davanti al giudice, ma ad esso si riferisce come ad una delle modalità tipiche di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 403 del 23 gennaio 1981
«Sussiste il concorso nel reato di autocalunnia quando l'azione del soggetto attivo essenziale è stata concordata con terzi, tanto più se questi intervengano a sostenere le false autoincolpazioni.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37016 del 26 settembre 2003
«Nel delitto di autocalunnia la “ritrattazione” dell'incolpazione è idonea ad elidere l'offensività dell'azione solo se interviene senza soluzione di continuità con la presentazione della falsa denuncia e nel medesimo contesto, prima cioè che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3897 del 23 marzo 1976
«È configurabile il delitto di autocalunnia mediante incolpazione implicita allorché taluno dichiari, all'autorità giudiziaria o ad altra autorità tenuta a riferire alla predetta, non rispondente al vero l'accusa precedentemente formulata nei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44737 del 20 novembre 2003
«Commette autocalunnia e non favoreggiamento personale chi, pur di giovare al vero autore di un delitto che è stato già commesso, si addebita elementi, sia pure esclusivamente materiali del fatto, che lo espongono alla instaurazione del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4934 del 18 aprile 1980
«Commette autocalunnia e non favoreggiamento personale chi, pur di giovare al vero autore di un delitto che è stato già commesso, si addebita elementi, sia pure esclusivamente materiali del fatto, che lo espongono all'instaurazione del procedimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5675 del 24 maggio 1975
«L'autocalunnia è un reato istantaneo che si perfeziona nel momento stesso in cui l'autoaccusa viene manifestata all'autorità giudiziaria o a quella che alla stessa ha l'obbligo di riferire. Pertanto, la ritrattazione successiva al suindicato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2288 del 16 novembre 1970
«Per la sussistenza del delitto di autocalunnia non è sufficiente che l'agente sostenga una qualche falsità da cui successivamente possa derivare una sua incriminazione, ma occorre anche che egli, al momento della falsa dichiarazione, si renda...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36328 del 22 settembre 2003
«Il reato di falso giuramento è delitto contro l'amministrazione della giustizia e mira a tutelare l'intera collettività, pertanto la persona singola che abbia subito anche un danno diretto può assumere la qualifica di persona danneggiata dal reato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9433 del 11 novembre 1983
«Nel delitto di falso giuramento, l'interesse penalmente protetto riguarda l'esigenza di tutelare la veridicità della dichiarazione giurata, in funzione della corretta amministrazione della giustizia civile, stante il valore di prova legale che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 445 del 10 gennaio 1980
«L'interesse penalmente protetto con la norma di cui all'art. 371 c.p. è la veridicità del mezzo di prova legale per una corretta amministrazione della giustizia civile e tale interesse subisce lesione irreversibile dalla dichiarazione giurata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15096 del 31 marzo 2003
«Una volta ammesso il giuramento decisorio da parte del giudice civile sono irreversibilmente realizzati i presupposti per la commissione del delitto di cui all'art. 371 c.p. e lo spergiuro consumato non può essere messo nel nulla dalle successive...»