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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17760 del 3 maggio 2001
«La omissione dell'invito a rendere l'interrogatorio di garanzia prima della emissione del decreto a giudizio, in quanto concernente una facoltà di intervento dell'imputato, rientra tra le nullità a regime intermedio, la cui rilevabilità o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6581 del 26 maggio 1999
«Sussiste l'interesse processuale della parte civile ad impugnare la decisione con la quale l'imputato è stato prosciolto con la formula perché il fatto non costituisce reato, anche quando questa manca di inefficacia preclusiva; ciò al fine di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2158 del 28 luglio 1998
«Sebbene all'indagato sia in linea di principio da riconoscere la legittimazione a impugnare, con la richiesta di riesame o con il ricorso diretto per cassazione, il provvedimento di sequestro preventivo indipendentemente dalla formale titolarità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4881 del 8 marzo 1994
«Il fatto che il diritto di impugnazione sia attribuito dalla legge a più soggetti (alle parti ed ai rispettivi difensori) comporta che ciascuno di tali soggetti (ed anche ciascun difensore, quando l'interessato ne abbia nominato più di uno) può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1865 del 9 febbraio 2001
«Alle ipotesi di mancata prestazione del giuramento decisorio di cui all'art. 239 c.p.c. è legittimamente assimilabile quella dell'aver apportato il deferito modifiche della formula ammessa dal giudice tali da alterarne l'originaria sostanza e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5827 del 24 giugno 1996
«L'art. 239, secondo comma, c.p.c. disponendo che nel caso di mancata comparizione della parte che deve prestare il giuramento il giudice istruttore provvede a norma del precedente art. 232 secondo comma, consente al detto giudice di rinviare ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 598 del 22 gennaio 1987
«Ove il rappresentante legale di una società, cui sia stato deferito il giuramento decisorio in ordine ad una circostanza attinente al rapporto di lavoro dei dipendenti (nella specie, effettuazione di lavoro straordinario) si rifiuti di prestarlo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3894 del 7 luglio 1979
«La mancata prestazione del giuramento decisorio da parte di un litisconsorte facoltativo nuoce solo a lui, e non al litisconsorte che lo ha prestato e ha diritto a che la causa sia decisa in base alle risultanze di esso, in quanto tale mezzo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2333 del 12 aprile 1980
«Il giuramento suppletorio può essere deferito dal giudice anche su circostanze attinenti alla formazione di un contratto ai fini dell'interpretazione della volontà dei contraenti.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 101 del 8 gennaio 2003
«Il deferimento del giuramento suppletorio rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, cui è riservata tanto la valutazione circa la sussistenza del requisito della semiplena probatio e dell'opportunità di avvalersi o meno di tale mezzo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5265 del 12 giugno 1997
«Il giudice di merito che ritenga la causa giunta ad uno stato di semiplena probatio ha la facoltà (ma non anche l'obbligo) di deferire il giuramento suppletorio ai sensi del disposto dell'art. 2736, n. 2 c.c., mentre alla parte che abbia assolto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8508 del 26 settembre 1996
«Il deferimento di un giuramento suppletorio non preclude al giudice, pur dopo la prestazione dello stesso, di decidere la domanda, in senso favorevole alla parte che lo ha prestato, prescindendo dalle risultanze del giuramento (e così revocando...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6917 del 19 giugno 1995
«Il giuramento suppletorio è un mezzo di prova la cui disponibilità non rientra tra i poteri della parte, bensì tra quelli del giudice, al cui prudente apprezzamento è rimessa la scelta se fare o no ricorso a quei poteri senza che il mancato o il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4860 del 25 ottobre 1978
«Il provvedimento che ammette il giuramento suppletorio ha natura giuridica di ordinanza e, come tale, può essere revocata sia prima che dopo la prestazione del giuramento, qualora il giudice collegiale, riesaminando gli atti della causa, si...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8021 del 2 aprile 2009
«Il giudice di merito che ritenga la causa giunta ad un stato di "semiplena probatio" ha la facoltà ma non dell'obbligo di deferire il giuramento suppletorio ai sensi del disposto dell'art. 2736 n. 2 cod. civ., così che dovrà ritenersi sindacabile...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3272 del 17 maggio 1986
«L'apprezzamento del giudice del merito in ordine alla sussistenza del requisito della semiplena probatio e alla scelta della parte cui debba essere deferito il giuramento suppletorio, è un giudizio di fatto insindacabile in sede di legittimità se...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2307 del 16 aprile 1981
«Il giuramento suppletorio è un mezzo istruttorio integrativo, destinato a colmare le lacune e le deficienze della prova offerta, e postula, non un accertamento circa la possibilità o meno di dare la prova piena della domanda o dell'eccezione,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1226 del 3 marzo 1981
«La valutazione della sussistenza della cosiddetta semiplena probatio legittimante il ricorso al giuramento suppletorio, è rimessa all'apprezzamento ed al potere discrezionale del giudice del merito e, come tale non è sindacabile in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2659 del 11 febbraio 2004
«Il potere del giudice di merito di deferire il giuramento suppletorio ha natura eminentemente discrezionale — trattandosi di mezzo di prova eccezionalmente sottratto alla disponibilità delle parti ed ammissibile d'ufficio — e la valutazione circa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2246 del 14 aprile 1981
«Quando il giudizio di primo grado sia stato definito in base a giuramento suppletorio, il giudice d'appello, soltanto se investito della questione della sussistenza delle condizioni per il deferimento del giuramento ad una delle parti, è tenuto a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 241 del 11 gennaio 1980
«Il giuramento suppletorio, il quale ha lo scopo di integrare la prova insufficiente della domanda o dell'eccezione, non si trasforma in giuramento estimatorio, per il solo fatto che detta integrazione possa incidere, sulla base di meri conteggi,...»
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Cassazione civile, sentenza n. 3302 del 10 ottobre 1953
«Non è necessaria la notificazione al contumace dell'ordinanza collegiale che dispone un giuramento (nella specie; suppletorio) quando il giuramento non debba essere prestato dal contumace, ma da un'altra delle parti in causa.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 233 del 11 febbraio 1999
«In tema di interesse alla impugnazione, la sopravvenuta estinzione di una misura interdittiva nel corso del procedimento di gravame comporta il venir meno dell'interesse alla decisione sul gravame stesso, in quanto tale interesse, da qualificare...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1151 del 15 febbraio 1980
«Il principio di cui all'art. 266 c.p.c., secondo cui la revisione del conto che la parte ha approvato può essere chiesta soltanto in caso di errore materiale, omissione, falsità o duplicazione di partite si applica non solo nell'ipotesi di normale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11457 del 12 novembre 1998
«Il datore di lavoro non può fornire per testimoni la prova della rispondenza dei criteri di scelta dei dipendenti da porre in cassa integrazione alle esigenze tecnico-produttive dell'azienda limitandosi ad articolare la prova stessa unicamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4370 del 9 maggio 1996
«La regola secondo cui la prova testimoniale non può avere ad oggetto apprezzamenti o giudizi, ma fatti obiettivi, deve essere intesa nel senso che essa non può tradursi in una interpretazione del tutto soggettiva o indiretta ed in apprezzamenti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5460 del 22 agosto 1983
«Poiché la prova testimoniale deve avere ad oggetto fatti e non apprezzamenti o giudizi, il giudice del merito deve negare valore probatorio decisivo alla deposizione testimoniale che si traduca in una interpretazione del tutto soggettiva o in un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4759 del 19 luglio 1980
«La regola secondo cui la prova testimoniale deve avere ad oggetto fatti obiettivi, e non già apprezzamenti o giudizi, deve essere intesa nel senso che detta prova non può tradursi in una interpretazione del tutto soggettiva o indiretta ed in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1938 del 24 febbraio 1987
«La deduzione della prova per testi non può avvenire in modo generico ed impreciso, ma deve essere fatta mediante l'indicazione specifica dei fatti da provare, al duplice scopo di consentire al giudice la valutazione della concludenza della prova...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35217 del 21 settembre 2007
«In base al principio di tassatività delle impugnazioni sotto il profilo soggettivo, la facoltà di impugnazione spetta soltanto a colui al quale la legge espressamente lo conferisce, restando dunque inibita tale facoltà agli eredi dell'imputato...»