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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2752 del 24 gennaio 2006
«Integra la contravvenzione di cui all'art. 718 c.p. la condotta di noleggio o installazione di apparecchi per il giuoco di videopoker, quando risulti il carattere assolutamente aleatorio del giuoco e la finalità di lucro, posto che oggetto del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 20400 del 31 maggio 2005
«L'installazione e la messa a disposizione del pubblico di apparecchi da giuoco del tipo videopoker, mentre dà luogo di per sè alla configurabilità del reato di cui all'art. 110 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, non comporta anche quella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8842 del 3 marzo 2001
«In caso di richiesta di definizione ex art. 444 c.p.p. del procedimento per il reato di tenuta o agevolazione del gioco d'azzardo mediante videopoker è ammissibile la costituzione di parte civile di un giocatore poiché non può escludersi in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1026 del 10 aprile 2000
«In tema di sequestro probatorio, il fatto che il P.M. ritenga di disporre una consulenza tecnica per approfondire nel merito la sussistenza del reato ipotizzato, appartiene alla normale dialettica processuale e non può essere considerato come...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1951 del 18 febbraio 1998
«L'esercizio del gioco d'azzardo per mezzo di apparecchi automatici ed elettronici, come i videopoker, sia che si svolga in forma organizzata, mediante stabile predisposizione di uomini e mezzi, sia che abbia luogo senza organizzazione, integra gli...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2862 del 9 settembre 1996
«Ai fini della tenuta del gioco d'azzardo con apparecchi elettronici videopoker, è sufficiente la loro installazione in locali aperti al pubblico o in circoli privati, a prescindere dall'accertamento della funzionalità dei medesimi e dalla sorpresa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 215 del 12 gennaio 1987
«La detenzione di un apparecchio videopoker e la destinazione ai frequentatori di un esercizio pubblico rappresentano di per sé solo la tenuta di giuoco d'azzardo, di cui agli artt. 718 e 719 c.p., anche se in un particolare momento della giornata...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12491 del 1 dicembre 2000
«Costituisce gioco d'azzardo, ai sensi dell'art. 721 c.p., il gioco dei tre dadi, atteso che la combinazione dei numeri dei dadi lanciati dai giocatori, dalla cui somma minore o maggiore dipende la vincita, non è attribuibile all'abilità del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1030 del 10 marzo 2000
«Nella materia del gioco d'azzardo deve avere prevalenza il dato oggettivo della aleatorietà e il cosiddetto fine di lucro va inteso nella sua giusta collocazione in relazione al singolo soggetto agente. Se, infatti, il congegno è intrinsecamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12502 del 30 dicembre 1985
«L'art. 61 della tariffa annessa al D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 641, sulla disciplina delle tasse sulle concessioni governative, non consente all'autorità amministrativa, in deroga al divieto di cui agli artt. 718 e seguenti del codice penale, di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42536 del 18 dicembre 2002
«A seguito della modificazione apportata dall'art. 110 del Tulps (R.D. 18 giugno 1931 n. 773) dall'art. 37 della legge 23 dicembre 2000 n. 388, la distinzione tra giuochi d'azzardo e giuochi di trattenimento non si basa più soltanto sugli elementi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40514 del 2 dicembre 2002
«Gli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici nei quali l'elemento dell'abilità ed il fine del trattenimento sono preponderanti rispetto all'elemento aleatorio ed il valore del costo della partita non supera il valore della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38054 del 13 novembre 2002
«Il reato di cui all'art. 110 del Tulps (R.D. 18 giugno 1931 n. 773), come da ultimo modificato dall'art. 37 della legge 18 giugno 2000 n. 388, uso di apparecchi da giuoco di genere vietato in locali pubblici o aperti al pubblico, è certamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37148 del 6 novembre 2002
«L'art. 110 del R.D. 18 giugno 1931 n. 773, come da ultimo sostituito dall'art. 37 della legge 23 dicembre 2000 n. 388, a differenza di quanto prevede l'art. 718 c.p., non sanziona l'attività di tenuta o di agevolazione del giuoco d'azzardo ma...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14010 del 12 aprile 2002
«In tema di apparecchi elettronici da gioco la disciplina introdotta con l'art. 37 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, modificatrice dell'art. 110 del R.D. 18 giugno 1931, n. 773, ha lasciato immutata la distinzione tra giochi d'azzardo e di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10592 del 11 ottobre 2000
«I reati previsti dagli artt. 110 T.U.L.P.S. e 718-721 c.p. non sono in rapporto di specialità perché consistono in fattispecie criminose non coincidenti, atteso che l'art. 718 c.p. punisce l'esercizio di giochi d'azzardo nei quali ricorre il fine...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10642 del 15 settembre 1999
«L'art. 4, comma 4, della L. 13 dicembre 1989, n. 401, nel prevedere l'applicabilità delle disposizioni penali di cui ai precedenti commi 1 e 2 anche «ai giochi d'azzardo esercitati a mezzo degli apparecchi vietati dall'art. 110 del R.D. 18 giugno...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8584 del 24 luglio 1998
«L'esercizio del gioco d'azzardo per mezzo di apparecchi automatici elettronici, c.d. videopoker, integra sia la contravvenzione di cui all'art. 718 c.p., sia quella di cui all'art. 110 del R.D. 18 giugno 1931, n. 773, stante la diversa obiettività...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1068 del 6 febbraio 1997
«Dalla previsione dell'art. 4 legge 13 dicembre 1989, n. 401 («Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestini e tutela della correttezza nello svolgimento di competizioni agonistiche»), che punisce l'organizzazione, in assenza di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1983 del 27 febbraio 1985
«Il prendere parte al giuoco d'azzardo, indica l'attività di chi, scommettendo o puntando, distribuendo o ricevendo carte per giocare, o in altro modo, partecipa al giuoco da altri tenuto.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2308 del 3 dicembre 1969
«L'art. 719 c.p. contempla non una ipotesi contravvenzionale autonoma ma alcune circostanze aggravanti del reato previsto dall'art. 718 c.p., rispetto alle quali è applicabile il giudizio di comparazione prescritto dall'art. 69 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11013 del 27 settembre 1999
«In tema di partecipazione a giochi d'azzardo, il gioco si considera tenuto (e di conseguenza il giocatore è «colto» mentre vi prende parte) anche nell'ipotesi in cui vi sia una momentanea sospensione o interruzione, eventualmente derivante...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7819 del 3 luglio 1998
«Ai fini della contravvenzione di partecipazione a giuoco d'azzardo devono considerarsi colte in flagranza non solo le persone colte a giuocare, ma anche quelle che, per le circostanze di ambiente e le altre particolari condizioni del caso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4006 del 29 aprile 1997
«Nei giochi d'azzardo la flagranza costituisce condizione oggettiva di punibilità. Essa è quella propria e non la cosiddetta «quasi flagranza», che si verifica quando il soggetto è colto con cose, dalle quali appaia che poco prima ha partecipato al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45 del 15 gennaio 1974
«La contravvenzione di partecipazione a giuochi d'azzardo ha carattere di reato collettivo, ed esige una pluralità di soggetti attivi (concorso necessario); ad essa sono quindi applicabili le regole dettate dagli artt. 110 e seguenti c.p., le...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10832 del 10 novembre 1985
«L'art. 721 c.p. deferisce al giudice la qualificazione del giuoco d'azzardo nei suoi elementi essenziali dell'aleatorietà e del fine di lucro, a nulla rilevando che il giuoco non sia inserito negli elenchi formati dall'autorità ai sensi dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1738 del 26 febbraio 1983
«La nozione del giuoco d'azzardo è data dall'art. 721 c.p. che stabilisce che sono tali quelli nei quali ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria. Sicché per aversi giuoco d'azzardo è necessario...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 48489 del 18 dicembre 2003
«Il fine di lucro richiesto in materia di gioco d'azzardo ricorre ogni qual volta il giocatore partecipi al gioco anche per conseguire vantaggi economicamente rilevanti, e va identificato in relazione al giocatore e non all'organizzatore o gestore...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7144 del 15 giugno 1998
«La tenuità della posta non esclude il fine di lucro necessario per la configurabilità del gioco d'azzardo ai sensi dell'art. 721 c.p., anche se il detto fine deve necessariamente essere interpretato come fine di trarre un guadagno economicamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7719 del 31 luglio 1997
«L'espressione giuoco “d'azzardo” ha un significato univoco che non può includere il giuoco di “scala quaranta” fatto tra amici con posta in gioco irrisoria. Infatti non si può interpretare l'art. 721 c.p. (Elementi essenziali del giuoco d'azzardo)...»