- 
          
            
              Cassazione civile, Sez. II,              sentenza n. 8649 del 13 aprile 2006
            
          
          
«La  produzione in  giudizio  della lettera  raccomandata  o  del  telegramma con  la  relativa  ricevuta di spedizione attuata dall’ufficio postale — anche in mancanza dell’avviso di ricevimento — costituisce prova certa della spedizione e da essa...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 18150 del 20 dicembre 2002
            
          
          
«In  tema  di  sanzioni  amministrative  pecuniarie per violazione di norme del codice della strada, qualora avverso  il  verbale  di  accertamento  dell’infrazione  sia stato  proposto  ricorso  al  Prefetto,  questi — salvo  che non  ritenga  di...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. III,              sentenza n. 9447 del 18 luglio 2000
            
          
          
«In materia di sanzioni amministrative pecuniarie previste  dal  codice  della  strada  (d.lgs.  285/1992), proposto  dal  soggetto  cui  sia  stata  contestata  la violazione  il  ricorso  al  prefetto,  il  mancato  rispetto  da parte di...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 4204 del 27 aprile 1999
            
          
          
«Il termine, concesso  al prefetto dall’art. 204, primo comma del nuovo della strada, per l’emissione dell’ordinanza-ingiunzione,  irrogativa  di  una  sanzione pecuniaria,  decorre  dal  momento  nel  quale  il  prefetto abbia  ricevuto,...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 17140 del 27 agosto 2004
            
          
          
«In caso di opposizione proposta direttamente avverso il verbale di accertamento  di  infrazione  del  codice  della  strada redatto  dalla  polizia  municipale,  il  ricorso  deve  essere promosso nei confronti  del Comune, con conseguente...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. VI,              sentenza n. 18805 del 26 settembre 2016
            
          
          
«In  tema  opposizione  ad  ordinanza  ingiunzione per  violazioni  del  codice  della  strada,  ove  il  Prefetto deleghi  l’amministrazione  comunale  a  partecipare  al relativo  giudizio  e  la  sentenza  di  primo  grado erroneamente indichi...»
         
              - 
          
            
              Cassazione penale, Sez. I,              sentenza n. 1348 del  9 settembre 1993
            
          
          
«A seguito dell’entrata in vigore del nuovo codice della strada, l’inosservanza dell’ordine di presentarsi in ufficio  al  fine  di  fornire  informazioni  in  ordine  alla disponibilità  materiale  di  un  autoveicolo  colto  in circolazione non...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 14866 del 23 novembre 2001
            
          
          
«La  sospensione  provvisoria  della  patente  di guida, che l’art. 223, secondo comma, del codice della strada  collega,  a  tutela  della  sicurezza  del  traffico  e nell’immediatezza  dell’evento,  all’ipotesi  di  reato  di lesioni  colpose...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 3079 del  3 settembre 1976
            
          
          
«Alla stregua della testuale formulazione degli artt. 1 e 2 della L. 1 dicembre 1970, n. 898, nonché della ratio della stessa, il divorzio non viene pronunziato sulla base della mera constatazione della ricorrenza di una delle ipotesi...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 23510 del 19 novembre 2010
            
          
          
«Nei giudizi di divorzio, l'art. 3, secondo comma, lett. b), della legge 1 dicembre 1970 espressamente stabilisce che l'eccezione di sopravvenuta riconciliazione deve essere proposta ad istanza di parte; pertanto, il giudice non può rilevarla...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 9126 del 10 dicembre 1987
            
          
          
«L'autorità giudiziaria investita della richiesta della pronuncia di divorzio fondata sulla presenza di una delle fattispecie previste alternativamente dall'art. 3, n. 2, lett. b) della L. n. 898 del 1970 (separazione di fatto e separazione...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 7435 del 21 maggio 2002
            
          
          
«In tema di divorzio, l'art. 5, nono comma, della legge 1 dicembre 1970, n. 898 non impone al tribunale in via diretta ed automatica di disporre indagini avvalendosi della polizia tributaria ogni volta in cui sia contestato un reddito indicato e...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 9861 del 28 aprile 2006
            
          
          
«In tema di divorzio, il giudice del merito, ove ritenga aliunde raggiunta la prova dell'insussistenza dei presupposti che condizionano il riconoscimento dell'assegno di divorzio, può direttamente procedere al rigetto della relativa istanza, anche...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 2098 del 28 gennaio 2011
            
          
          
«In tema di determinazione dell'assegno di mantenimento in sede di scioglimento degli effetti civili del matrimonio, l'esercizio del potere del giudice che, ai sensi dell'art. 5, comma 9, della legge n. 898 del 1970, può disporre - d'ufficio o su...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 6087 del  3 luglio 1996
            
          
          
«L'art. 5, comma 9, L. n. 898 del 1970 — il quale stabilisce che, in caso di contestazioni, il tribunale «dispone» indagini sui redditi e patrimoni delle parti, valendosi, se del caso, anche della polizia tributaria — ed il successivo art. 6, comma...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 7953 del 29 agosto 1996
            
          
          
«La pronunzia sulla revisione dell'assegno di divorzio è emessa rebus sic stantibus, in quanto essa non stabilisce definitivamente sul diritto fatto valere, ma statuisce su un diritto che è correlato a situazioni di fatto suscettibili di variazione...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 2657 del 12 luglio 1976
            
          
          
«L'attribuzione di un assegno ai sensi del quarto comma dell'art. 5 della L. 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento del matrimonio, non può essere disposta d'ufficio, ma deve essere oggetto di specifica domanda. A tal fine non è...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 6312 del 22 giugno 1999
            
          
          
«Nella materia dell'affidamento di figli minori, in cui il giudice della separazione e del divorzio devono attenersi al criterio fondamentale dell'interesse della prole, la circostanza che uno dei genitori risieda all'estero non limita di per sè...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 4205 del 24 febbraio 2006
            
          
          
«Il ricorso introduttivo del giudizio di divorzio rappresenta l'atto di riscontro della tempestività delle domande proposte dal ricorrente, cosicché la domanda del ricorrente, non contenuta nel ricorso introduttivo ma avanzata nella fase dinanzi al...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 4585 del 14 aprile 1976
            
          
          
«La domanda di divorzio deve essere proposta davanti al tribunale del luogo dove risiede il convenuto, e cioè nel luogo in cui questi ha la sua dimora abituale; a tal fine è irrilevante la circostanza che il convenuto, dopo aver trasferito la sua...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 8049 del 22 luglio 1995
            
          
          
«Nella determinazione del luogo di residenza del convenuto, anche al fine della competenza per territorio in ordine alla domanda di separazione personale (art. 4 L. n. 898 del 1970, sostituito dall'art. 8 L. n. 74 del 1987, richiamato, quanto ai...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 22607 del  2 dicembre 2004
            
          
          
«Nel giudizio di divorzio, spetta al Presidente del Tribunale la competenza a provvedere, all'udienza a questo fine fissata innanzi a sè, al tentativo di conciliazione dei coniugi e all'adozione dei provvedimenti temporanei ed urgenti, ex art. 4,...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. III,              sentenza n. 4093 del  9 luglio 1982
            
          
          
«L'obbligatorietà dell'intervento del pubblico ministero nelle cause di divorzio, come negli altri casi previsti dalla legge, non richiede che un rappresentante di detto ufficio partecipi alle udienze istruttorie, o renda conclusioni in occasione...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 3552 del 13 giugno 1985
            
          
          
«Nelle cause di divorzio fra coniugi che non abbiano figli, o non abbiano figli minori od incapaci, deve escludersi, in sede di legittimità, l'esigenza di integrare il contraddittorio nei confronti del pubblico ministero presso il giudice a quo,...»
         
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              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 3596 del 16 aprile 1996
            
          
          
«Nel giudizio diretto allo scioglimento (o alla cessazione degli effetti civili) del matrimonio, il tribunale, ancorché le parti, nell'udienza di comparizione davanti al giudice istruttore, abbiano chiesto fissarsi udienza di spedizione della causa...»
         
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              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 23907 del 11 novembre 2009
            
          
          
«L'inammissibilità dell'appello avverso la sentenza di scioglimento degli effetti civili del matrimonio, conseguente al mancato deposito del ricorso in cancelleria nel termine di trenta giorni dalla notifica della sentenza, è correlata alla tutela...»
         
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              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 4598 del 12 maggio 1976
            
          
          
«Qualora nel grado d'appello di un giudizio di divorzio uno dei coniugi muoia, la Corte deve dichiarare d'ufficio la cessazione della materia del contendere, con la caducazione della sentenza del grado precedente. L'erede del defunto può peraltro...»
         
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              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 14022 del 25 ottobre 2000
            
          
          
«Il rito adottato dal legislatore, con l'art. 9 della legge sul divorzio, ai fini della modificazione dell'assegno divorzile, risulta regolato, in via generale, dagli artt. 737 ss., c.p.c., e, quanto alle forme, in parte risulta disciplinato...»
         
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              Cassazione civile, Sez. I,              sentenza n. 1590 del  3 febbraio 2012
            
          
          
«I provvedimenti emessi dal presidente del tribunale, in forza degli artt. 11 e 12 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile, nell'espletamento della sua funzione di nomina e di sorveglianza sull'attività compiuta dai liquidatori di...»
         
              - 
          
            
              Cassazione civile, Sez. VI-1,              ordinanza n. 17620 del 18 luglio 2013
            
          
          
«Ai sensi dell'art. 28 della legge 31 maggio 1995, n. 218, il matrimonio celebrato all'estero è valido nel nostro ordinamento, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione, o dalla legge nazionale di almeno uno dei...»