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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6663 del 5 aprile 2004
«Nel processo del lavoro, le parti concorrono a delineare la materia controversa, di talché, ove i fatti costitutivi del diritto dedotto dal ricorrente non siano oggetto di specifica contestazione da parte del resistente (costituito), i fatti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12366 del 22 agosto 2003
«Nel rito del lavoro, l'appellante che impugna in toto la sentenza di primo grado, insistendo per l'accoglimento delle domande, non ha l'onere di reiterare le istanze istruttorie pertinenti a dette domande, ritualmente proposte in primo grado, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15706 del 8 novembre 2002
«In materia di impugnazioni civili, dal coordinamento della previsione di cui all'art. 416, terzo comma, c.p.c. con quella di cui al successivo art. 436 (secondo cui al giudizio di appello si applicano «in quanto compatibili, le disposizioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12629 del 28 agosto 2002
«La presunzione di rinuncia delle domande ed eccezioni non accolte in primo grado e non riproposte espressamente nell'atto di appello, di cui all'art. 346 c.p.c., non trova applicazione con riguardo alle istanze istruttorie, quando sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 383 del 14 gennaio 2000
«Il richiamo nella comparsa di costituzione in appello «a tutto quanto già dedotto nella comparsa di costituzione e risposta del giudizio di primo grado» non confligge con l'art. 436, comma secondo c.p.c., che nel rito speciale del lavoro —...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3961 del 2 maggio 1996
«Nel rito del lavoro, la costituzione dell'appellato mediante deposito in cancelleria del fascicolo e di una memoria difensiva, da effettuarsi entro il termine previsto dall'art. 436, primo comma, c.p.c., si configura come un onere per l'appellato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3345 del 4 giugno 1985
«In relazione al termine di almeno dieci giorni prima dell'udienza di discussione, entro il quale, a norma dell'art. 436 c.p.c., l'appellato deve costituirsi e notificare l'eventuale appello incidentale alla controparte, il giorno dell'udienza di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 59 del 7 gennaio 2009
«L'art. 436 c.p.c. richiede all'appellante incidentale di dedurre nella stessa memoria di costituzione i motivi specifici su cui si fonda l'impugnazione, sicché è escluso che tali motivi possano essere desunti da altri atti processuali, tanto più...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19340 del 18 settembre 2007
«Il principio secondo cui l'impugnazione proposta per prima determina la costituzione del processo nel quale debbono confluire le eventuali impugnazioni di altri incombenti e, nel caso di appello, le impugnazioni successive alla prima assumono...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2026 del 13 febbraio 2012
«Il principio per cui la prima impugnazione costituisce il processo nel quale debbono confluire le eventuali impugnazioni di altri soccombenti, sicché l'appello principale successivo ad altro appello si converte in appello incidentale, è principio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17216 del 4 dicembre 2002
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la memoria di costituzione nella quale è proposto appello incidentale deve essere notificata alla controparte unitamente al decreto di fissazione dell'udienza di discussione o, almeno, di questo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7331 del 20 maggio 2002
«Nel rito del lavoro, l'appello incidentale deve essere proposto almeno dieci giorni prima dell'udienza fissata per la discussione; tale termine è soggetto alla regola di cui all'art. 155, primo comma, c.p.c. dell'esclusione dal computo del solo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5589 del 14 aprile 2001
«In virtù del principio della consumazione del diritto d'impugnazione, la proposizione dell'impugnazione principale preclude un ulteriore gravame in via incidentale; pertanto, qualora, nel processo del lavoro, una delle parti abbia depositato il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15482 del 6 dicembre 2000
«Ai sensi dell'art. 436 c.p.c., nel rito del lavoro il mancato deposito, almeno dieci giorni prima della data dell'udienza di discussione, della memoria di costituzione contenente l'appello incidentale rende inammissibile questa impugnazione, anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5150 del 23 maggio 1998
«Ai fini della tempestività dell'appello incidentale è necessario che il deposito della memoria contenente detto gravame sia eseguito almeno dieci giorni prima dell'udienza di discussione essendo sanzionata con la decadenza l'inosservanza di tale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8707 del 4 ottobre 1996
«Nel rito del lavoro, la sanzione della decadenza dall'appello incidentale deve intendersi comminata dall'art. 436, terzo comma, c.p.c., nella sola ipotesi di mancato deposito in cancelleria della memoria difensiva dell'appellato, contenente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3171 del 17 aprile 1990
«Nel rito del lavoro, la mancata notificazione alla controparte della memoria di costituzione, contenente l'appello incidentale, nel termine prescritto dal terzo comma dell'art. 436 c.p.c. comporta la decadenza dal diritto ad impugnare, il quale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6426 del 16 luglio 1996
«Nel caso in cui il giudice di primo grado non abbia provveduto nel merito riguardo a una domanda riconvenzionale condizionata all'accoglimento della domanda principale, avendo rigettato quest'ultima domanda, non è richiesto l'appello incidentale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6194 del 2 giugno 1995
«Dopo la costituzione in giudizio dell'appellante principale, la quale nel rito del lavoro si perfeziona con il deposito del ricorso (art. 434 c.p.c.) la notifica allo stesso dell'appello incidentale deve essere eseguita presso il procuratore...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10030 del 9 ottobre 1998
«L'omesso cambiamento del rito, anche in appello, dal rito speciale del lavoro a quello ordinario o viceversa non spiega effetti invalidanti sulla sentenza, che non è né inesistente né nulla. L'errore consistito nella utilizzazione di una diverso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10686 del 14 dicembre 1994
«Nel rito del lavoro — che si applica anche alle controversie in materia di locazione urbana, ai sensi degli artt. 30, 45 e ss. L. 27 luglio 1978, n. 392 — l'introduzione del giudizio di appello con citazione, quando questa è stata depositata nei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4567 del 11 maggio 1994
«Il termine fissato per la riassunzione della causa dinnanzi al giudice ordinario al quale la causa sia stata rimessa in sede di appello dal giudice del lavoro, ai sensi degli artt. 439-427 c.p.c., decorre dalla comunicazione della sentenza di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4573 del 19 aprile 1993
«La concessione del termine di cui all'art. 439 c.p.c. in relazione all'art. 426 stesso codice è volta solo a consentire alle parti di mettersi in regola con le prescrizioni introdotte dal rito del lavoro e non può quindi essere utilizzato per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2405 del 7 aprile 1986
«Il riscontro, in sede di gravame, dell'erronea trattazione della causa fin dal momento della sua introduzione in primo grado, con il rito ordinario anziché con il rito del lavoro, impone al giudice d'appello di disporre il cambiamento del rito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6161 del 27 novembre 1984
«Il principio dell'ultrattività del rito, in forza del quale, ove una controversia sia stata trattata in primo grado con rito ordinario anziché con quello del lavoro, vanno seguite le forme ordinarie anche per la proposizione del relativo gravame,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1100 del 5 febbraio 1991
«Il valore della controversia di lavoro, ai fini dell'applicabilità della regola dell'art. 440 c.p.c. (sull'inappellabilità — e la conseguente ricorribilità per cassazione — delle sentenze che hanno deciso una controversia di valore non superiore a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 680 del 1 febbraio 1985
«Nel rito del lavoro, la determinazione del valore di una controversia, ai fini dell'appellabilità o meno della sentenza ai sensi dell'art. 440 c.p.c., va effettuata alla stregua del valore del bene preteso dall'attore, al quale vanno sommati, ai...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3290 del 13 maggio 1983
«Nel caso in cui una sentenza soggetta soltanto al ricorso per cassazione (art. 440 c.p.c.) venga impugnata sia con tale mezzo che con l'appello, va riconosciuta l'ammissibilità del ricorso, ove risulti proposto nel termine di sessanta giorni dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4652 del 29 marzo 2001
«Qualora il giudice d'appello dissenta dalle conclusioni del consulente tecnico d'ufficio di secondo grado ed accolga quelle del consulente tecnico di primo grado, che siano state contestate dalla parte interessata, egli deve non soltanto enunciare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3371 del 8 marzo 2001
«Nel rito del lavoro, il giudice del gravame, qualora ritenga convincenti e condivisibili le conclusioni del consulente tecnico nominato dal giudice di primo grado, non è tenuto a disporre una nuova consulenza, rientrando tale facoltà,...»