-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 625 del 14 gennaio 2008
«La mancata o non tempestiva rinnovazione della notificazione, disposta a norma dell'art. 291 c.p.c. per un vizio implicante la nullità della stessa, determina, nell'ipotesi in cui la notifica da rinnovare abbia ad oggetto un ricorso per...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16803 del 25 agosto 2004
«L'ordine di rinnovo della notificazione dell'atto introduttivo del giudizio (disposto ai sensi dell'art. 291 c.p.c. e, per il rito del lavoro, ai sensi dell'art. 421 c.p.c.) è provvedimento che corrisponde ad uno specifico modello processuale,...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13510 del 16 settembre 2002
«Il principio secondo il quale la notificazione di un atto di impugnazione a più parti eseguita mediante consegna, all'unico difensore, di un numero di copie non corrispondente a quello delle parti medesime è da ritenersi (non inesistente ma)...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7360 del 30 maggio 2001
«Allorché il giudice abbia disposto, ai sensi dell'art. 291 c.p.c. (ovvero, nel rito del lavoro, dell'art. 421 c.p.c.), la rinnovazione della notificazione dell'atto introduttivo sul presupposto della omissione, della nullità o dell'inesistenza...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7617 del 14 agosto 1997
«La rinnovazione della notificazione nulla di un atto di citazione a giudizio (disposta ed eseguita a mente del disposto dell'art. 291 c.p.c.) non può ritenersi idonea a determinare effetti interruttivi del corso della prescrizione (ex art. 2943,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10852 del 5 dicembre 1996
«La rinnovazione della notifica nulla, di cui all'art. 291, primo comma, c.p.c., consiste nella reiterazione di un atto, destinato a sovrapporsi a quello già posto in esame, al fine di preservarne gli effetti, che vengono quindi ad avere la propria...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8777 del 10 agosto 1995
«La nullità della notificazione della citazione è sanabile con effetto ex tunc dalla costituzione della parte in giudizio o dalla sua rinnovazione, disposta ex art. 291 c.p.c., ma non dalla conoscenza extraprocessuale dell'atto da parte del...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4052 del 28 aprile 1994
«Qualora in appello non sia stata ordinata, in contrasto col disposto dell'art. 291 c.p.c., la rinnovazione dell'atto introduttivo del giudizio di gravame — nullo perché eseguito in luogo diverso da quello prescritto dall'art. 330 c.p.c. — la Corte...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4105 del 6 aprile 1993
«L'art. 291, primo comma, c.p.c. autorizza il giudice a disporre la rinnovazione della notifica della citazione quando il convenuto non si sia costituito in giudizio ed esista un vizio che importi nullità della notifica della citazione. Ne consegue...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10609 del 30 aprile 2010
«L'art. 291, comma terzo, c.p.c. prevede che, rimasto inadempiuto l'ordine di rinnovazione della citazione, la causa sia cancellata dal ruolo senza esigere alcuna attività delle parti e che, una volta intervenuta la cancellazione, il processo si...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1606 del 30 maggio 1995
«Anche quando il deposito dei provvedimenti e verbali relativi alle intercettazioni telefoniche non sia ancora avvenuto è legittima l'utilizzazione delle intercettazioni già eseguite ai fini della adozione di una misura cautelare.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2163 del 8 giugno 1994
«Ai fini della legittimità dell'emissione di un provvedimento di custodia cautelare non è necesario che vengano trasmessi agli organi decidenti gli atti comprovanti la regolarità formale delle operazioni di intercettazione telefonica e quelli...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5167 del 4 maggio 1994
«Anche in tema di rinnovazione dell'istruzione dibattimentale in sede di appello ex art. 603 c.p.p., analogamente a quel che avviene in materia di revisione, nel concetto di prova «nuova» deve comprendersi pure quella esistente al momento del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28175 del 16 luglio 2007
«In tema omicidio volontario, in mancanza di circostanze che evidenzino ictu oculi l'animus necandi la valutazione dell'esistenza del dolo omicidiario può essere raggiunta attraverso un procedimento logico d'induzione da altri fatti certi, quali i...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40550 del 15 ottobre 2004
«Ai fini del riconoscimento della provocazione in un delitto omicidiario, per stabilire l'adeguatezza psicologica della condotta all'afflizione determinata nell'agente dall'altrui comportamento, il giudice di merito non può limitare l'esame alla...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6514 del 3 giugno 1998
«L'individuazione di un adeguato movente dell'azione omicidiaria perde qualsiasi rilevanza, ai fini dell'affermazione della responsabilità, allorché vi sia comunque la prova dell'attribuibilità di detta azione all'imputato.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 567 del 18 gennaio 1996
«In un procedimento di natura indiziaria per omicidio, la causale, quando per la sua specificità ed esclusività converge in una direzione univoca, può costituire elemento indefettibile del coinvolgimento del soggetto, interessato all'eliminazione...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7574 del 3 agosto 1993
«In tema di omicidio, ai fini dell'affermazione della responsabilità dell'imputato la causale del delitto non deve essere necessariamente individuata in quanto pur costituendo un elemento indefettibile del reato medesimo, purtuttavia ha un valore...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4956 del 13 maggio 1993
«In tema di omicidio, dalla preordinazione del crimine, concernente le modalità di esecuzione di esso, che non è da sola sufficiente a denotarne la premeditazione, possono essere tratti elementi sintomatici idonei ad una corretta individuazione e...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3207 del 18 marzo 1992
«Nell'accertamento dell'esistenza dell'animus necandi, il movente dell'azione, elemento di natura soggettiva, costituisce un fattore sussidiario. Esso è cosa diversa dal dolo e pertanto la prova della volontà omicida può essere bene desunta dagli...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5276 del 6 giugno 1983
«In tema di omicidio volontario, la mancata identificazione di una causale può risultare irrilevante, in presenza di elementi di prova unitariamente convergenti a carico dell'imputato. La sua identificazione, peraltro, assume decisiva rilevanza a...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4495 del 18 maggio 1983
«Le indagini sul movente, sulla ragionevolezza dell'agire, sull'economia del delitto, sono importanti e ineludibili quando si versi in tema di omicidio tentato, perché la direzione inequivoca dell'azione non può, in presenza di certi connotati di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10693 del 12 novembre 1982
«L'operazione concettuale del giudice di merito, nel ricercare la causale di un omicidio volontario senza premeditazione, deve essere rivolta anche all'identificazione o coordinazione delle ragioni di contrasto, risentimento, rivalità ecc. che,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 30466 del 1 agosto 2011
«La sussistenza del dolo nel delitto di tentato omicidio può desumersi, in mancanza di attendibile confessione, dalle peculiarità intrinseche dell'azione criminosa, aventi valore sintomatico in base alle comuni regole di esperienza, quali, a titolo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24808 del 1 luglio 2010
«Nel delitto di tentato omicidio, pur avendo valenza concorrente i due profili dell'intenzione dell'agente e dell'idoneità degli atti, quest'ultimo prevale rispetto a un'intenzione del soggetto agente solo in parte denunciata, concorrendo alla...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7234 del 12 giugno 1992
«Il termine, che a norma dell'art. 292 c.p.c., va fissato per la notificazione di atti al contumace, non ha natura perentoria, sicché la sua omessa indicazione non spiega di per sé effetti invalidanti.»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1515 del 11 febbraio 1992
«Ai fini del decorso del termine per l'impugnazione avverso la sentenza nella parte in cui sia stato accertato il diritto di rappresentanza processuale dell'ente costituito in giudizio, non può tenersi conto della notifica effettuata direttamente...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6065 del 4 dicembre 1985
«Anche al fine della ritualità e tempestività dell'opposizione del creditore dissenziente avverso l'omologazione del concordato preventivo, qualora il giudice istruttore, avvalendosi del disposto dell'art. 291 primo comma c.p.c., disponga la...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14625 del 17 giugno 2010
«Le comparse contenenti domande riconvenzionali devono essere notificate alla parte rimasta contumace, qualora siano dirette contro la stessa o in qualche modo la coinvolgano, ma, trattandosi di obbligo stabilito nell'interesse esclusivo di...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27165 del 19 dicembre 2006
«Al fine della valida introduzione nei confronti della parte contumace, di una domanda nuova (o riconvenzionale), che tragga titolo dal medesimo fatto posto a fondamento della domanda principale, non è necessario ricorrere ad un'autonoma citazione,...»