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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41379 del 28 ottobre 2009
«Non comportano violazione del divieto di testimonianza indiretta, stabilito per gli appartenenti alla polizia giudiziaria dall’art. 195, comma 4, c.p.p., e possono quindi legittimamente esserne utilizzati i risultati, le intercettazioni,...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 38076 del 6 ottobre 2008
«La testimonianza indiretta è utilizzabile qualora nessuna parte abbia chiesto che il teste di riferimento fosse chiamato a deporre, posto che il divieto di utilizzazione è preveduto solo nel caso in cui il giudice, richiesto da una parte, non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11100 del 12 marzo 2008
«In tema di testimonianza indiretta, l'inutilizzabilità della deposizione di chi si rifiuta o non è in grado di indicare la persona o la fonte da cui ha appreso la notizia dei fatti oggetto dell'esame (art. 195, comma settimo, c.p.p.) opera, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35412 del 24 settembre 2007
«Non viola il divieto di testimonianza indiretta degli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, previsto dall'art. 195, comma quarto, c.p.p., e non incorre in alcuna causa di inutilizzabilità, l'intercettazione ambientale, debitamente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1151 del 13 gennaio 2006
«In tema di prova testimoniale, l'inutilizzabilità della dichiarazione « de relato» resa dal testimone deriva esclusivamente dall'inosservanza della disposizione del comma primo dell'articolo 195 cod. proc.pen., allorchè il giudice, « richiesto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46795 del 4 dicembre 2003
«Debbono essere ritenute utilizzabili le dichiarazioni de relato quando nessuna delle parti processuali si sia avvalsa del diritto di chiedere che sia chiamato a deporre il teste di riferimento in quanto l'art. 195 c.p.p. circoscrivere l'ipotesi di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1948 del 21 gennaio 2002
«È viziata da inutilizzabilità ai sensi dell'art. 195 c.p.p. la testimonianza indiretta allorché il giudice abbia omesso di procedere, nonostante la richiesta della difesa, all'assunzione del testimone diretto, anche nel caso in cui quest'ultimo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5285 del 6 maggio 1998
«La ratio dell'art. 195 c.p.p. consiste non nell'impedire, sempre e comunque, qualsiasi esposizione di fatti non verificatisi sotto gli occhi del dichiarante, ma semplicemente nel consentire un controllo di conoscenza. Ne consegue che non può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7352 del 1 marzo 2006
«Poichè la legge n. 63 del 2001 ha modificato l'art. 195, comma quarto, c.p.p., introducendo non un divieto di utilizzazione, ma uno specifico divieto di acquisizione probatoria, la deposizione di un ufficiale di polizia giudiziaria sul contenuto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42226 del 23 novembre 2005
«In tema di testimonianza indiretta di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, gli «altri casi» cui si riferisce l'art. 195, comma 4, ultima parte, c.p.p., nei quali non opera il divieto di deporre sul contenuto delle dichiarazioni acquisite da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3753 del 27 marzo 1992
«A seguito della sentenza 31 gennaio 1992, n. 24 della Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 195 comma quarto c.p.p. è ammessa la testimonianza indiretta della polizia giudiziaria anche sul contenuto delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2799 del 16 marzo 1992
«A seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'art. 195 comma quarto c.p.p., intervenuta nelle more del giudizio di cassazione con sentenza 31 gennaio 1992, n. 24 della Corte costituzionale, va annullata con rinvio la decisione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 50589 del 13 dicembre 2013
«In tema di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, l'eventuale motivazione "mercenaria" che spinge alla collaborazione non è di per sé indice di insincerità delle dichiarazioni stesse, sicché la preliminare valutazione di credibilità non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38321 del 8 ottobre 2008
«In tema di chiamata di correo, non può definirsi de relato l'accusa proveniente da un correo di associazione mafiosa, il quale, proprio per la sua qualità di associato, ha precisa e sicura conoscenza degli altri partecipanti al sodalizio, anche se...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35426 del 16 settembre 2008
«In tema di testimonianza indiretta, il divieto di utilizzazione di cui all'art. 195, comma settimo, c.p.p. non opera allorquando il teste indiretto non sia in grado di indicare, al di là del solo nome di battesimo, la persona da cui abbia appreso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4069 del 28 gennaio 2008
«È affetta dal vizio di manifesta illogicità, la motivazione della sentenza nella quale la valutazione sulla credibilità ed attendibilità delle dichiarazioni del minore, vittima di abusi sessuali, venga compiuta esclusivamente riferendosi alla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 32144 del 26 settembre 2002
«In tema di testimonianza indiretta, deve considerarsi tassativa l'elencazione dei casi in cui, divenendo impossibile l'esame del soggetto indicato quale fonte primaria (per morte, infermità o irreperibilità), la norma di cui al comma 3 dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26414 del 11 luglio 2002
«L'art. 195, comma 4, c.p.p., nel testo sostituito dall'art. 4 della L. 1 marzo 2001, n. 63, limita il divieto di testimonianza indiretta degli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria al solo contenuto di dichiarazioni acquisite con le specifiche...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12890 del 11 novembre 1999
«In tema di dichiarazioni de relato, la sanzione dell'inutilizzabilità non ha modo di operare qualora nel dibattimento di primo grado la parte non abbia fatto uso della facoltà di chiedere che siano chiamati a deporre i testi di riferimento, né ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7947 del 22 agosto 1997
«La testimonianza cosiddetta de relato è sempre utilizzabile allorquando sia impossibile l'esame del soggetto nel quale si identifica l'originaria fonte della notizia sui fatti. Pur individuando l'art. 195 comma terzo c.p.p. solo tre casi di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 599 del 12 marzo 1997
«Le dichiarazioni de relato sono inutilizzabili solo quando si intenda assumerle come «prove», e cioè come elementi determinanti o, comunque, utili ai fini del decidere in ordine alla fondatezza o meno dell'imputazione, all'esito del giudizio di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8610 del 24 settembre 1996
«In tema di testimonianza indiretta, il disposto dell'art. 195, settimo comma, c.p.p., secondo il quale non può essere utilizzata la dichiarazione di chi si rifiuta o non è in grado di indicare la persona o la fonte da cui ha appreso la notizia dei...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2071 del 9 settembre 1996
«L'indizio proveniente dalla chiamata indiretta, non riscontrata a norma dell'art. 195 c.p.p., pur ammissibile in sede di applicazione dell'art. 273 c.p.p. ha valenza diversa e minore di quella proveniente dalla chiamata diretta che, alla luce...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3833 del 31 marzo 1994
«Colui che commette un reato per eseguirne un altro non deve necessariamente essere animato da un dolo di premeditazione perché la risoluzione di commettere un delitto per eseguirne un altro può essere presa con dolo di impeto, non occorrendo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28867 del 5 dicembre 2008
«In tema di fallimento, il disposto dell'art. 3 della legge 11 febbraio 1992 n. 125, istitutiva del Tribunale di Nola, secondo cui tutti gli affari civili pendenti davanti al Tribunale di Napoli al momento dell'inizio del funzionamento del nuovo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11647 del 22 giugno 2004
«La disposizione dell'art. 24 della legge fallimentare (in forza della quale il tribunale che ha dichiarato il fallimento è competente a conoscere tutte le azioni che ne derivano qualunque ne sia il valore, eccezion fatta per le azioni reali...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4210 del 21 marzo 2003
«La vis actractiva prevista dall'art. 24 della legge fall. quale causa efficiente della devoluzione alla competenza del tribunale che ha dichiarato il fallimento di tutte le azioni che conseguenzialmente ne derivino incontra un limite insuperabile...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7510 del 22 maggio 2002
«Per “azioni derivanti dal fallimento”, ai sensi dell'art. 24 legge fall., devono intendersi quelle che comunque incidono sul patrimonio del fallito, compresi gli accertamenti che costituiscono premessa di una pretesa nei confronti della massa,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23077 del 10 dicembre 2004
«Qualora, nel giudizio promosso dal curatore per il recupero di un credito contrattuale del fallito, il convenuto proponga domanda riconvenzionale diretta all'accertamento di un proprio credito nei confronti del fallimento, derivante dal medesimo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6475 del 23 aprile 2003
«Nel caso in cui, nel giudizio promosso dal curatore del fallimento per il recupero di un credito del fallito, il convenuto, invocando opposte ragioni di credito, proponga domanda riconvenzionale, diretta ad ottenere una pronuncia di accertamento...»