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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9628 del 15 novembre 1983
«Il reato di deviazione di acque richiede, per la sua materialità obiettiva, che le acque, intese nell'accezione di massa complessiva dell'elemento liquido quale cosa immobile, nel suo stato naturale o artificiale, fluente o stagnante, perenne o...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5559 del 11 giugno 1983
«Sussiste il reato di deviazione di acque, considerate come massa immobiliare dal nostro sistema giuridico ai sensi dell'art. 812 c.c., siano esse acque correnti delle quali venga mutato il corso, siano acque stagnanti che vengano spostate in altro...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6128 del 24 giugno 1982
«Deviazione delle acque ai sensi dell'art. 632 c.p. deve qualificarsi qualsiasi modificazione, comunque ottenuta, dell'equilibrio idrico di un corso d'acqua, incluse le acque stagnanti delle zone barenose. (Nella fattispecie la Corte ha ravvisato...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12684 del 19 ottobre 1978
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 632 c.p., costituisce modificazione dello stato dei luoghi la trasformazione di un terreno di natura boschiva altrui in terreno seminativo, eseguita al fine di lucro.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43396 del 12 novembre 2003
«L'elemento psicologico del delitto previsto dall'art. 632 c.p. consiste sia nella volontarietà del fatto in sè, ossia nell'intenzione di cagionare una deviazione di acque pubbliche o private, o un'immutazione dello stato dei luoghi nella proprietà...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6555 del 27 giugno 1985
«Il delitto di modificazione dello stato dei luoghi mediante costruzione non autorizzata su demanio marittimo costituisce una ipotesi di reato istantaneo, che si consuma nel momento del compimento delle opere abusive. Infatti, in detto caso, i...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11690 del 8 novembre 1980
«Il delitto di cui all'art. 632 c.p. è di regola reato istantaneo perché si consuma nel momento stesso in cui si attua la modificazione dello stato dei luoghi, tuttavia, può assumere carattere permanente qualora necessiti, perché perdurino gli...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44926 del 2 dicembre 2008
«Integra i delitti di modificazione dello stato dei luoghi e di invasione di terreni, procedibili d'ufficio per la destinazione ad uso pubblico del bene, l'occupazione, con apprezzabile modificazione dello stato dei luoghi, di parte della sponda di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 767 del 23 marzo 2000
«Poiché l'elemento che connota il reato di deviazione di acque è la modificazione del naturale equilibrio idrico di un corso d'acqua con il mutamento della precedente destinazione che si attua spostandone il corso in altro invaso o distogliendone...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11008 del 8 novembre 1995
«La deviazione del corso di un fiume a fine di trarre ingiusto profitto non integra solo il reato previsto dall'art. 632 c.p., ma anche quello del furto continuato dell'acqua che vi scorre poiché nella distinzione tra cosa mobile e immobile non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2308 del 8 marzo 1997
«In tema di turbativa violenta del possesso di cose immobili, rientrano nella previsione della norma di cui all'art. 634 c.p. anche le situazioni possessorie — non contraddistinte attualmente dalla presenza viziante della vis o della clandestinità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8555 del 5 marzo 2012
«Il reato di danneggiamento di dati informatici previsto dall'art. 635 bis c.p. deve ritenersi integrato anche quando la manomissione ed alterazione dello stato di un computer sono rimediabili soltanto attraverso un intervento recuperatorio postumo...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1282 del 13 febbraio 1997
«Antecedentemente all'entrata in vigore della L. 23 dicembre 1993, n. 547 (in tema di criminalità informatica), che ha introdotto in materia una speciale ipotesi criminosa, la condotta consistente nella cancellazione di dati dalla memoria di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1173 del 6 febbraio 1982
«Poiché il «disprezzo per il diritto altrui» è intrinseco ad ogni violazione di norme che tutelano diritti e interessi singoli o collettivi, e quindi anche alla norma che punisce il pascolo abusivo, è illegittima la rivalutazione di tale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43722 del 10 dicembre 2010
«La situazione di "necessità" che esclude la configurabilità del delitto di danneggiamento o uccisione di animali altrui, comprende non solo lo stato di necessità di cui all'art. 54 c.p., ma anche ogni altra situazione che induca all'uccisione o al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26103 del 14 luglio 2005
«L'esimente dello stato di necessità (art. 54 c.p.) postula che l'azione sia indotta da un pericolo imminente di un danno grave alla persona e non può essere invocata per escludere la punibilità per colui che uccide animali appartenenti a specie...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1963 del 18 febbraio 1998
«Nel concetto di «necessità» che, ai sensi dell'art. 638 c.p., esclude la configurabilità del delitto di danneggiamento o uccisione di animali altrui, è compreso non solo lo stato di necessità quale assunto dall'art. 54 c.p., ma anche ogni altra...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 22370 del 7 giugno 2002
«Il reato di danneggiamento di cui all'art. 635 c.p. si distingue, sotto il profilo del «deterioramento», da quello di deturpamento o imbrattamento previsto dall'art. 639 c.p. perché mentre il primo produce una modificazione della cosa altrui che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10428 del 17 luglio 1989
«Integra gli estremi del reato di istigazione aggravata di militari a disobbedire alle leggi l'apologia, compiuta mediante scritte su edifici e cose mobili, di fatti posti in essere o propugnati dalle brigate rosse e cioè la lotta armata per il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20 del 14 gennaio 1972
«L'ipotesi criminosa prevista dall'art. 639 codice penale, che costituisce una forma lievissima di quella prevista dall'art. 635 stesso codice, tende alla tutela della proprietà e più precisamente ad evitare una menomazione della situazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14799 del 28 marzo 2003
«La sola consapevolezza della illegittimità dell'invasione di un altrui bene immobile non vale, di per sé, a rendere configurabile il dolo specifico richiesto per la sussistenza del reato di cui all'art. 633 c.p., caratterizzato dalla finalità di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10085 del 5 marzo 2008
«Ai fini dell'integrazione della fattispecie criminosa di truffa occorre un effettivo depauperamento economico del soggetto passivo, nella forma del danno emergente o del lucro cessante. (Fattispecie in cui la Corte ha rigettato il ricorso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 46369 del 3 dicembre 2003
«In tema di truffa, il momento consumativo del reato non può che corrispondere con quello in cui si è realizzato il danno, vale a dire con l'effettiva lesione del bene protetto dalla norma. Ne consegue che là dove il danno derivi dal mancato...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21868 del 5 giugno 2002
«In tema di truffa, pur non esigendosi l'identità tra la persona indotta in errore e quella che subisce le negative conseguenze patrimoniali di tale induzione, è tuttavia da escludere la configurabilità del reato quando il soggetto indotto in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3869 del 30 giugno 1997
«Il momento consumativo del delitto di truffa, anche agli effetti della competenza territoriale, è quello dell'effettivo conseguimento dell'ingiusto profitto, con correlativo danno alla persona offesa, e tale momento si verifica all'atto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6470 del 2 giugno 1995
«L'evento delittuoso punito dall'art. 640 c.p. è costituito dal conseguimento del profitto con altrui danno. I due elementi (profitto e danno), pur essendo inscindibilmente connessi, possono venire ad esistenza in momenti diversi, sicché la truffa...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4011 del 26 aprile 1993
«Ai fini della sussistenza del delitto di truffa, non ha rilievo la mancanza di diligenza, di controllo e di verifica da parte della persona offesa, dal momento che tale circostanza non esclude l'idoneità del mezzo in quanto si risolve in una mera...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 806 del 19 aprile 1993
«In tema di turbata libertà degli incanti, l'ipotesi prevista dall'art. 353, primo capoverso, c.p. costituisce una circostanza aggravante speciale che, rientrando tra quelle concernenti le qualità personali del colpevole e non tra quelle inerenti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7239 del 24 giugno 1992
«Il reato di truffa si consuma non nel momento in cui il soggetto passivo (nel caso di specie: un ente pubblico) assume per effetto degli artifici e raggiri l'obbligazione, bensì quando l'agente consegue la disponibilità concreta del bene con...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3685 del 16 marzo 1990
«Ricorre il delitto di truffa anche quando la condotta dell'agente si esplica in un contegno capace di ingenerare errore per omessa rivelazione di circostanze che si ha l'obbligo di riferire perché in tal caso l'errore in cui viene a cadere il...»