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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5097 del 19 maggio 1993
«Il principio dell'immutabilità del giudice, sancito dall'art. 525, secondo comma, c.p.p., è rispettato ogni qualvolta la sentenza sia deliberata dal giudice che ha partecipato interamente al dibattimento, svolgendo la relativa istruttoria. (Nella...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12620 del 6 novembre 1999
«Nell'ipotesi di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale per mutamento della composizione del giudice non è necessaria anche la rinnovazione della citazione dell'imputato contumace — che non è richiesta dalla norma — e ciò in quanto la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21034 del 5 maggio 2004
«La regola dell'inutilizzabilità contenuta nell'art. 526, comma primo bis c.p.p., secondo la quale la colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi per libera scelta si è sempre volontariamente sottratto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4502 del 16 aprile 1998
«In virtù di quanto disposto dall'art. 526 c.p.p., sono utilizzabili, ai fini della decisione, tutte le prove acquisite nel dibattimento, comprese quelle non assunte in dibattimento ma acquisite al fascicolo per il dibattimento: ed invero, la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40381 del 7 dicembre 2006
«Il giudice d'appello, che facendo applicazione del cosiddetto criterio di resistenza ritiene di poter prescindere per la decisione dalla prova contestata, non è tenuto a dichiararne preventivamente l'inutilizzabilità.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10046 del 10 novembre 1997
«In tema di prove utilizzabili ai fini della deliberazione, (art. 526 c.p.p.) la distinzione tra prove acquisite in violazione ai divieti probatori, e perciò inutilizzabili ai sensi dell'art. 191 c.p.p. e prove acquisite senza l'osservanza delle...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 34655 del 28 settembre 2005
«Ai fini della preclusione connessa al principio ne bis in idem, l'identità del fatto sussiste quando vi sia corrispondenza storico-naturalistica nella configurazione del reato, considerato in tutti i suoi elementi costitutivi (condotta, evento,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5218 del 9 maggio 1995
«La formula di proscioglimento per essere rimasti ignoti gli autori del reato presuppone l'assoluta impossibilità di identificare fisicamente l'imputato e non la difficoltà o l'incertezza di pervenire all'esatta acquisizione delle generalità del...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 25457 del 28 giugno 2012
«In caso di annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per non essere il fatto previsto dalla legge come reato, ma solo come illecito amministrativo, il giudice non ha l'obbligo di trasmettere gli atti all'autorità amministrativa competente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6261 del 16 febbraio 2010
«Il proscioglimento nel merito all'esito del giudizio, in caso di contraddittorietà o insufficienza della prova, prevale rispetto alla dichiarazione immediata di una causa di non punibilità, oltre che in caso di necessaria valutazione, in sede di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44848 del 2 dicembre 2008
«È illegittima, nel giudizio di rinvio, la declaratoria d'estinzione del reato per prescrizione, emessa in sede predibattimentale e senza la rituale comunicazione alla difesa dell'avviso di fissazione dell'udienza, allorché sussistano prove...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36642 del 11 ottobre 2005
«È censurabile per difetto di motivazione la sentenza di assoluzione pronunciata ai sensi dell'art. 530, comma 2, c.p.p., nella quale non si indichino ragioni atte a giustificare il mancato accoglimento della sollecitazione rivolta dal pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9357 del 13 agosto 1998
«In presenza di una sentenza di assoluzione recante, nel dispositivo, la formula «il fatto non è previsto dalla legge come reato» ma caratterizzata, nella motivazione, anche dalla presenza di ampie ed analitiche argomentazioni volte a dimostrare,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8983 del 3 ottobre 1997
«In tema di cause di giustificazione, in forza del disposto di cui al terzo comma dell'art. 530 c.p.p. il giudice pronuncia sentenza di assoluzione quando vi sia anche il semplice dubbio sulla esistenza di una causa di giustificazione. Il concetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4294 del 9 maggio 1997
«In tema di sentenza di assoluzione ex art. 530, comma secondo, c.p.p., si ha l'insufficienza della prova solo se la prova non assume quella consistenza ed efficacia tale da poter fondare una affermazione di responsabilità; mentre si ha la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 698 del 23 gennaio 1996
«Quando un reato sia stato trasformato in illecito amministrativo, il giudice deve prosciogliere l'imputato con formula «perché il fatto non è previsto dalla legge come reato», che deve essere applicata sia per i fatti che sono ab origine privi di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3445 del 3 aprile 1995
«È configurabile il reato di appropriazione indebita aggravata ai sensi dell'art. 61 n. 11 c.p., e non di appropriazione indebita di uso, nel caso in cui l'amministratore e i soci di maggioranza, avvalendosi della loro posizione di ingerenza e di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1340 del 15 febbraio 1993
«In tema di scelta tra le varie formule assolutorie, va pronunciata assoluzione con la formula «perché il fatto non sussiste» quando manchi uno degli elementi oggettivi del reato (azione, evento, nesso di causalità) mentre deve assolversi con la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7557 del 26 giugno 1992
«La formula assolutoria «per non avere commesso il fatto» deve essere usata quando manchi, sul piano puramente materiale, ogni rapporto tra l'attività dell'imputato e l'evento dannoso, mentre quella, più ampiamente liberatoria, «perché il fatto non...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5356 del 6 maggio 1992
«Nell'ipotesi di censura sulla logicità della motivazione fornita in ordine al dubbio sulla sufficienza della prova, ovvero, sul bilanciamento degli elementi probatori, vanno ribaditi i limiti alla cognizione della Corte di cassazione in tema di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7961 del 7 agosto 1990
«Perché possa operare la norma dell'art. 215, primo comma, n. 2, c.p.c. - secondo la quale, in mancanza di tempestivo disconoscimento da parte di colui contro cui è stata prodotta la scrittura privata, questa si ha per riconosciuta - è necessario...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3974 del 21 marzo 1990
«Nel caso di ricorso per cassazione contro una sentenza di assoluzione per insufficienza di prove la Corte di cassazione deve fare applicazione dell'art. 254 delle norme transitorie relative al nuovo codice di procedura penale e, a norma dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23627 del 13 giugno 2011
«Il pubblico ministero ha interesse al ricorso per cassazione contro la sentenza d'appello che, in riforma di quella di condanna di primo grado, abbia assolto con la formula "il fatto non costituisce reato" pur in presenza di una sopravvenuta causa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 384 del 14 gennaio 2000
«La facoltà concessa all'imputato di impugnare per cassazione le sentenze di proscioglimento è legata all'esistenza di un concreto interesse alla rimozione di un provvedimento pregiudizievole. Quest'ultimo non ricorre nel caso di formula...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14699 del 23 dicembre 1999
«L'interesse all'impugnazione, sebbene non possa essere confinato nell'area dei soli pregiudizi penali derivanti dal provvedimento giurisdizionale, non può neppure essere concepito come aspirazione soggettiva al conseguimento di una pronuncia dalla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7557 del 11 giugno 1999
«In tema di estensione degli effetti della impugnazione, sono da considerarsi motivi estensibili nei confronti di imputati che versano in identiche situazioni, quelli che, investendo la esistenza stessa del reato, non possono essere considerati...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8450 del 17 luglio 1998
«È configurabile l'interesse a impugnare dell'imputato che non sia stato assolto per non aver commesso il fatto, ma ai sensi dell'art. 530, comma secondo, c.p.p., sia perché l'ordinamento tutela in via primaria il diritto alla reputazione,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2110 del 23 febbraio 1996
«Il delitto di calunnia può essere commesso non solo nella forma diretta, cioè attraverso una denuncia presentata all'autorità giudiziaria, ma anche in forma indiretta, cioè attraverso una segnalazione del fatto-reato a un'altra autorità che a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18772 del 26 maggio 2006
«In tema di dichiarazione di estinzione del reato, il favor innocentiae di cui all'art. 531, comma secondo, c.p.p., per il quale il giudice dichiara non doversi procedere quando vi è dubbio sull'esistenza di una causa di estinzione del reato, può...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6476 del 4 luglio 1997
«La dichiarazione di non doversi procedere per estinzione del reato del quale sia incerta la data di commissione (o di cessazione della permanenza) non esige come condizione per essere adottata che l'incertezza sia assoluta; anche una incertezza...»