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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45696 del 10 dicembre 2008
«Il mancato invito al teste a rendere la dichiarazione sacramentale di cui all'art. 497, comma secondo, c.p.p., configura una nullità relativa che, ai sensi dell'art. 182, comma secondo, c.p.p., deve essere eccepita dalla parte che vi assiste,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6464 del 11 febbraio 2008
«L'applicazione, in sede di indagini preliminari, delle particolari cautele dettate dall'art. 498, comma quarto, c.p.p. per l'esame testimoniale del minore è rimessa alla valutazione del giudice che, di volta in volta, ne ravvisi la necessità ai...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3496 del 15 aprile 1997
«In tema di esame testimoniale, per ragioni di economia processuale e di concentrazione del contraddittorio volte ad evitare interventi «a catena» e senza limiti, non è prevista la possibilità di un ulteriore controesame a seguito delle nuove...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10284 del 30 novembre 1996
«In tema di esame testimoniale, la parte che non ha indicato il teste a suo favore non può porre, in sede di controesame di quello introdotto da altra parte, domande su circostanze diverse da quelle specificate da chi ne ha richiesto l'esame al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6916 del 11 giugno 1992
«Le forme dell'esame e controesame diretto delle parti nell'assunzione dei testi, previste dall'art. 498 c.p.p., non trovano applicazione in sede di rinnovazione dell'istruzione dibattimentale ex art. 603 stesso codice. La struttura del giudizio di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 47084 del 19 dicembre 2008
«In tema di prova testimoniale, l'eccezione circa la proposizione di domande suggestive deve essere proposta al giudice innanzi al quale si forma la prova, essendo rimessa al giudice dei successivi gradi di giudizio soltanto la valutazione in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4721 del 30 gennaio 2008
«In tema di esame testimoniale, il divieto di porre domande suggestive riguarda l'esame condotto dalla parte che ha un interesse comune al testimone e non invece il controesame o l'esame condotto direttamente dal giudice per il quale non vi è il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1048 del 14 gennaio 2003
«In tema di audizione del minore parte lesa di delitti contro la libertà personale attinenti la sfera sessuale trovano applicazione sia il divieto di porre al teste domande che possono nuocere alla sincerità delle risposte (art. 499, comma 2,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10938 del 28 marzo 2006
«Ai fini dell'applicazione del disposto di cui all'art. 499, comma quinto, c.p.p., secondo cui «il testimone può essere autorizzato dal presidente a consultare, in aiuto della memoria, documenti da lui redatti» non può operarsi alcuna...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3968 del 1 febbraio 2006
«La consultazione nel corso del dibattimento del verbale di accertamento delle violazioni previdenziali redatto da altri colleghi da parte del funzionario dell'INPS chiamato a deporre come testimone non è sanzionata da nullità e deve ritenersi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5791 del 7 maggio 1999
«Per «documento redatto dal testimone», del quale è consentita la consultazione in aiuto della memoria ai sensi dell'art. 499, comma 5, c.p.p., deve intendersi quello alla cui predisposizione abbia effettivamente contribuito il teste,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1028 del 27 gennaio 1998
«Il verbale di constatazione redatto da un gruppo di sottoufficiali e ufficiali della Guardia di finanza, in sede di verifica fiscale, è un atto riferibile all'intera equipe, e quindi, a maggior ragione, a chi la dirige e coordina, che lo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10459 del 5 ottobre 1994
«La funzione dell'art. 499, comma 5, c.p.p. — in base al quale il testimone può essere autorizzato dal presidente a consultare, in aiuto della memoria, documenti da lui redatti — può essere realizzata pure nel caso in cui il «vuoto di memoria»...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44491 del 19 novembre 2009
«L’acquisizione al fascicolo del dibattimento delle dichiarazioni predibattimentali rese dal testimone, ai sensi dell’art. 500, comma 4, c.p.p., può essere disposta anche d’ufficio, quando siano già emersi (anche sulla base della legittima...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45311 del 14 dicembre 2005
«L'indebita acquisizione al fascicolo per il dibattimento delle dichiarazioni predibattimentali di un teste, la cui utilizzazione per le contestazioni le rende solo valutabili ai fini della credibilità del teste medesimo, ai sensi dell'attuale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7379 del 21 novembre 2002
«L'art. 500 c.p.p., anche nella nuova formulazione conseguente alle modifiche introdotte dall'art. 14 l. 63/2001, consente di contestare le precedenti dichiarazioni, non solo al testimone che appaia menzognero, ma anche a quello reticente.»
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Corte costituzionale, ordinanza n. 518 del 4 dicembre 2002
«È manifestamente infondata, in riferimento agli artt. 3, comma 1, e 111, comma 5, Cost., la q.l.c. degli art. 500, comma 4, 513 e 210, comma 5, c.p.p., nella parte in cui non prevedono l'acquisizione e l'utilizzabilità dei verbali delle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8497 del 22 aprile 1999
«In caso di conferimento di incarico peritale, ove il perito abbia chiesto di poter rispondere con relazione scritta, e la relazione sia stata depositata, ma il perito non sia stato citato per essere esaminato a dibattimento, sussiste violazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3383 del 10 aprile 1997
«In tema di istruttoria dibattimentale, l'art. 501 comma primo c.p.p. riconosce ai consulenti tecnici - di cui le parti abbiano chiesto l'ammissione ed il giudice l'abbia accolta - sostanziale qualità di testimone. Ne consegue che non può essere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2224 del 29 febbraio 1996
«Con l'entrata in vigore della legge 7 agosto 1992 n. 356 - che a seguito della sentenza 255/92 della Corte costituzionale ha modificato gli artt. 500 e 503 c.p.p. - le dichiarazioni contenute nel fascicolo del P.M. ed utilizzate per le...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 296 del 12 gennaio 1996
«Il riconoscimento della voce effettuato in sede investigativa può essere legittimamente valutato ai fini della decisione quando sia stato utilizzato a fine di contestazione nel corso del dibattimento.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 166 del 25 febbraio 1995
«A norma dell'art. 350, comma settimo, c.p.p., le dichiarazioni spontanee rese alla polizia giudiziaria da persona indagata, senza assistenza del difensore, possono essere utilizzate nel dibattimento ai sensi dell'art. 503, comma terzo, c.p.p.; le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1303 del 11 febbraio 1993
«Il regime della non utilizzabilità in dibattimento delle dichiarazioni rese spontaneamente dall'indagato, senza l'assistenza del difensore, alla polizia giudiziaria evidenzia la specifica finalità di tutela del diritto di difesa dell'indagato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1177 del 1 febbraio 2000
«L'esame dell'imputato si svolge in relazione all'intera posizione processuale dell'esaminato senza distinzione delle singole imputazioni, nel senso che, nell'ambito dello stesso procedimento, non sussistono tanti esami da disporre distintamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6515 del 3 giugno 1998
«Il mancato esame dell'imputato, anche se in precedenza ammesso dal giudice del dibattimento, non comportando alcuna limitazione alla facoltà di intervento, di assistenza e di rappresentanza dell'imputato medesimo, non integra alcuna violazione del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5421 del 9 giugno 1997
«L'esame dell'imputato, disciplinato dagli artt. 495 e 503 c.p.p., è un mezzo istruttorio atipico che opera come mezzo di difesa, quando è dall'imputato medesimo richiesto, e come mezzo di prova, quando è dedotto dalla controparte. L'esame,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9712 del 13 novembre 1996
«L'esame dell'imputato si configura come mezzo di prova rimesso alla disponibilità della parte. Conseguentemente l'imputato, qualora detto esame sia stato richiesto ed ammesso, deve manifestare il suo interesse alla effettiva assunzione dello...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3654 del 10 gennaio 1996
«L'esercizio di facoltà processuali dell'imputato, quali quella di non consentire all'esame (artt. 208 e 503 c.p.p.) o quella di non rilasciare dichiarazioni contro sè stesso, non può essere valutato come parametro ai sensi dell'art. 133 c.p. per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5177 del 30 marzo 1994
«Qualora l'esame dell'imputato sia richiesto tanto da costui che dal P.M., l'ordine di escussione non è determinabile con esclusivo riferimento alla previsione dell'art. 503, comma 2, c.p.p., che non contempla l'ipotesi di una richiesta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9822 del 13 ottobre 1992
«La posizione dell'imputato in un procedimento connesso o collegato è quella propria di una parte materiale e sostanziale del processo ed è assimilata a quella dell'imputato, onde l'audizione dibattimentale dell'«imputato connesso» non può non far...»