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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6061 del 21 febbraio 1995
«Non è ammissibile l'impugnazione proposta avverso il solo dispositivo, letto in udienza (lettura, peraltro, non prevista dalla legge), di ordinanza adottata all'esito di procedura camerale, ai sensi dell'art. 127 c.p.p. (nella specie trattavasi di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6523 del 3 giugno 1995
«Il furto di un'autoradio, anche se estraibile, lasciata all'interno di un'autovettura deve ritenersi aggravato dall'esposizione alla pubblica fede in quanto l'autoradio costituisce normale dotazione del mezzo.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6679 del 7 giugno 1995
«Per l'applicabilità delle circostanze attenuanti della riparazione del danno di cui all'art. 62 n. 6 c.p., è necessario che la riparazione stessa sia effettiva, integrale e volontaria; le dichiarazioni liberatorie rese dal creditore non assumono...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 755 del 22 aprile 1995
«Per quanto attiene al reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, la presunzione di pericolosità sociale che, a norma dell'art. 275 comma terzo c.p.p., impone la misura della custodia cautelare in carcere, in quanto insita nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7601 del 7 luglio 1995
«L'art. 231, comma 1 del D.L.vo 30 aprile 1992, n. 285, recante il nuovo codice della strada, ha abrogato il codice stradale previgente (D.P.R. 15 giugno 1959, n. 393) e quindi anche l'art. 6 L. 31 maggio 1965, n. 575, che prevedeva il reato di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7871 del 13 luglio 1995
«In tema di continuazione, ove il reato più grave sia un delitto per il quale sia stata applicata la pena della reclusione e della multa e reati meno gravi siano contravvenzioni per le quali andrebbero applicate arresto e ammenda, se si riconosce...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7946 del 18 luglio 1995
«Le attenuanti generiche sono previste dal legislatore con riferimento a non preventivabili situazioni che incidono sull'apprezzamento della «quantità» del reato e della capacità di delinquere dell'imputato e sono finalizzate al più congruo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 798 del 24 gennaio 1995
«Nell'offesa arrecata con un unico atto ad un corpo amministrativo o politico e ai singoli membri del medesimo ricorre l'ipotesi del concorso formale, per cui in tal caso il soggetto agente deve rispondere sia del reato previsto dall'art. 341 sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 802 del 29 marzo 1995
«In tema di riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, incombe all'interessato indicare i reati ai quali il nesso della continuazione si riferisce, senza che si debba ritenere sussistente a suo carico l'onere di provare l'unitarietà del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8058 del 19 luglio 1995
«Nel giudizio di appello, quando le parti rinunciano ad ogni altro motivo, ad eccezione di quelli relativi alla pena, che indicano concordemente al giudice (art. 599, comma 4, c.p.p.), se questi consente alla richiesta, è sufficiente che nella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8542 del 27 luglio 1995
«La violazione da parte del giudice del termine per il deposito della sentenza, stabilito dall'art. 544 c.p.p., può avere conseguenze di altro genere, ma non determina la nullità del provvedimento, né tanto meno la sua inutilizzabilità o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 874 del 19 aprile 1995
«È ammissibile — in quanto inquadrabile nell'ambito dei «casi analoghi» cui si riferisce l'art. 28, comma 2, c.p.p. — il conflitto tra magistrati investiti di giurisdizione attinente a provvedimenti di natura amministrativa loro demandati dalla...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 23 giugno 1995
«Poiché, nel processo plurisoggettivo, la valida impugnazione proposta dal coimputato — ancorché sostenuta da motivo non esclusivamente personale — non impedisce che diventi irrevocabile la sentenza relativamente al rapporto concernente l'imputato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 907 del 25 marzo 1995
«La revoca della sospensione condizionale della pena erroneamente concessa può essere disposta dal giudice dell'esecuzione solo nel caso che si verta in un'ipotesi di revoca obbligatoria, di cui all'art. 168, comma 1, nn. 1 e 2, c.p., perché le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9090 del 25 agosto 1995
«È perfettamente lecita la valutazione frazionata delle dichiarazioni accusatorie provenienti da un chiamante in correità per cui l'attendibilità del medesimo, anche se denegata per una parte del suo racconto, non ne coinvolge necessariamente tutte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 918 del 29 marzo 1995
«Nel caso di cumulo di pene riguardante delitti unificati per la continuazione, tra i quali sia compreso un reato ostativo all'applicazione di un beneficio, ai sensi dell'art. 4 bis ord. pen., non può procedersi allo scioglimento del cumulo ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 919 del 26 gennaio 1995
«A concretizzare l'aggravante della destrezza nel furto, non si richiede necessariamente l'uso di una eccezionale abilità, per cui il derubato non possa in alcun modo accorgersi della sottrazione; basta invece che si approfitti di una qualsivoglia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9489 del 8 settembre 1995
«È configurabile l'ipotesi di reato di cui all'art. 1, L. 19 aprile 1925, n. 475, nella forma del tentativo punibile, nel fatto del candidato sorpreso durante una prova dell'esame di abilitazione all'esercizio della professione di procuratore...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9616 del 14 settembre 1995
«Il Pubblico Ministero, avuto riguardo alla natura di parte pubblica che lo caratterizza ed alla fondamentale funzione di vigilanza sull'osservanza delle leggi e sulla pronta e regolare amministrazione della giustizia che gli è assegnata dall'art....»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 100 del 5 gennaio 1996
«Per la cooperazione colposa non è necessario un preventivo accordo tra i soggetti. (Nella fattispecie, in cui i due imputati avevano gareggiato in velocità, la Suprema Corte ha precisato che la gara poteva essere nata anche estemporaneamente sulla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1027 del 5 aprile 1996
«Sulla richiesta di restituzione delle cose sottoposte a sequestro probatorio provvede il giudice che procede. Poiché l'art. 263 c.p.p. non determina in modo preciso la competenza, deve trovare applicazione analogica l'art. 91 delle disposizioni di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10799 del 14 dicembre 1996
«Non esiste rapporto di specialità fra i reati previsti dagli artt. 648 c.p. ed 88 R.D. 29 giugno 1939, n. 1127; quest'ultima ipotesi criminosa, infatti, diversamente dalla ricettazione, che è delitto contro il patrimonio, tutela le opere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10810 del 16 dicembre 1996
«Le dichiarazioni dei coimputati riguardanti la partecipazione di taluno ad una associazione criminosa in tanto assumono valore di elemento di prova in quanto si sostanziano anche nella indicazione di fatti specifici tali da consentire al giudice...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10858 del 19 dicembre 1996
«La natura mafiosa di un'associazione per delinquere non è determinata dagli scopi che essa si prefigge, bensì dal metodo impiegato, con il ricorso sistematico all'intimidazione e all'imposizione di un atteggiamento omertoso, perciò è possibile...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11019 del 20 dicembre 1996
«L'istituto della rinnovazione del dibattimento in appello, anche nell'ipotesi della richiesta di parte oltre che in quella d'ufficio, costituisce un'eccezione rispetto alla presunzione di completezza dell'istruzione dibattimentale di primo grado...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1119 del 19 marzo 1996
«Presupposto normativo per l'applicazione, anche in executivis, della disciplina del reato continuato a plurime sentenze di condanna, è la preesistenza di un programma delinquenziale, ancorché genericamente ideato, del quale le varie violazioni di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1146 del 13 maggio 1996
«In tema di reato continuato (art. 81 cpv., c.p.), perché possa ravvisarsi il medesimo disegno criminoso è necessario che le singole violazioni siano state deliberate — quanto meno nelle linee essenziali — sin dal momento dell'esecuzione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 120 del 18 marzo 1996
«Nel procedimento di prevenzione (come del resto in quello di sorveglianza) non è riconosciuto all'interessato il diritto ad intervenire all'udienza, ma soltanto il diritto ad essere sentito qualora ne faccia richiesta; conseguentemente in tale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1206 del 1 febbraio 1996
«Quando, in sede di impugnazione su appello del solo imputato, la corte, giudicando di due procedimenti riuniti, riconosce la continuazione tra i reati contestati, non è tenuta ad applicare le attenuanti generiche quando queste siano state...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1260 del 28 maggio 1996
«Il bene giuridico protetto dal reato di falsa testimonianza è il normale svolgimento dell'attività giudiziaria, che potrebbe essere fuorviata da deposizioni false o reticenti. Soggetto passivo del reato o persona offesa dal reato è dunque la...»