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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37017 del 26 settembre 2003
«Integra il reato di calunnia la condotta del privato che denunci lo smarrimento di assegni bancari dopo averli consegnati in pagamento ad altro soggetto, simulando, ai danni del prenditore del titolo il reato di furto o di ricettazione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36364 del 12 settembre 2003
«Integra il reato di calunnia l'indicazione delle circostanze di fatto diverse e più gravi di quelle realmente verificatesi. (Fattispecie in cui la moglie aveva accusato il marito di non aver mai in alcun modo contribuito al mantenimento dei figli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25901 del 16 giugno 2003
«Non ricorre il delitto di calunnia se i profili di falsità della denuncia sporta dal soggetto attivo non incidono sul giudizio di sussistenza del fatto e sulla relativa qualificazione giuridica, anche se da essi possa derivare l'indebita...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18359 del 17 aprile 2003
«La calunnia è reato di pericolo e pur essendo sufficiente ad integrarne gli estremi anche la astratta possibilità dell'inizio di un procedimento penale, tale possibilità è esclusa quando la falsa accusa abbia ad oggetto un reato per il quale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1638 del 15 gennaio 2003
«In tema di calunnia, va esclusa la ricorrenza dell'elemento materiale del reato quando venga denunciato un fatto accaduto realmente ma non riconducibile ad alcuna previsione criminosa, nonostante l'eventuale qualificazione propostane dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33556 del 8 ottobre 2002
«In tema di calunnia, essendo irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la circostanza che nella denuncia non sia stato accusato alcun soggetto determinato quando il destinatario dell'accusa sia implicitamente, ma agevolmente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30968 del 16 settembre 2002
«La falsa denuncia di smarrimento di un assegno del quale si sia invece fatto uso dandolo a taluno in pagamento costituisce calunnia indiretta in danno del prenditore del titolo nei confronti del quale, per effetto di detta denuncia, vengono ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33855 del 18 settembre 2001
«Non integra il delitto di calunnia (art. 368 c.p.) la condotta di colui il quale denunci un fatto realmente accaduto, qualificato con un preciso nomen iuris, ma non corrispondente ad alcuna fattispecie astratta di reato, atteso che nell'azione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22636 del 1 giugno 2001
«Premesso che nel delitto di calunnia l'incolpazione del soggetto può essere anche di tipo indiretto, può cioè riguardare una persona che, pur non espressamente indicata, sia tuttavia individuabile in modo implicito ma inequivoco, sussiste il reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8769 del 2 agosto 2000
«L'assunzione da parte del colpevole di un reato delle generalità di altra persona effettivamente esistente, dopo che egli sia stato arrestato, non integra il delitto di calunnia, di cui all'art. 369 c.p., perché in tal caso non si verifica alcun...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8827 del 9 luglio 1999
«In tema di calunnia, la falsa attribuzione di un fatto costituente reato è un elemento materiale della fattispecie e come tale va apprezzato al momento consumativo, senza che sulla configurabilità del reato possano influire modifiche legislative...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8183 del 24 giugno 1999
«In tema di calunnia, la semplice conferma, da parte di taluno, della denuncia calunniosa già sporta da un altro non dà luogo a responsabilità penale per il medesimo reato, né in via autonoma né a titolo di concorso. Tale principio, tuttavia, non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4068 del 30 marzo 1999
«In tema di calunnia, è irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la circostanza che nella denuncia presentata non sia stato accusato alcun soggetto determinato quando il destinatario dell'accusa sia implicitamente ma agevolmente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5574 del 13 maggio 1998
«Ricorrono gli estremi del reato di calunnia quando l'imputato, travalicando il rigoroso rapporto funzionale tra la sua condotta e la confutazione dell'imputazione, non si limiti a ribadire la insussistenza delle accuse a suo carico, ma assuma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10125 del 10 novembre 1997
«Ai fini della configurazione del delitto di calunnia non è richiesta una denunzia in senso formale contenente l'addebito specifico di una determinata fattispecie criminosa ma è sufficiente anche una semplice insinuazione a carico di persona, che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2715 del 21 marzo 1997
«La calunnia (art. 368 c.p.) è reato di pericolo, e ad integrarne gli estremi è sufficiente la anche astratta possibilità dell'inizio di un procedimento penale a carico della persona falsamente incolpata. Una possibilità del genere è esclusa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1126 del 6 febbraio 1997
«In tema di calunnia, anche il dubbio nella responsabilità della persona nei confronti della quale vengono rivolte le false accuse vale ad escludere il dolo, ma tale situazione comporta l'assoluzione dell'imputato con la formula «il fatto non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3983 del 17 aprile 1996
«Requisito necessario per la sussistenza del delitto di calunnia è l'idoneità della falsa denuncia a determinare l'inizio di un procedimento penale o, comunque, di indagini da parte dell'autorità giudiziaria nei confronti del denunciato. Il reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3040 del 26 marzo 1993
«La ratio dell'incriminazione del fatto previsto dall'art. 368 c.p. risiede nella necessità di scongiurare il pericolo, anche se lieve o remoto, che si proceda a carico di un soggetto per un reato che egli non abbia commesso. Di conseguenza integra...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1974 del 3 marzo 1993
«In materia di calunnia, il termine «denuncia» di cui all'art. 368 c.p. va inteso nel senso di informazione contenente fatti criminosi, idonea a attivare un procedimento penale. Ne consegue che costituisce «denuncia» anche il disconoscimento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10570 del 3 novembre 1992
«In caso di falsa incolpazione di più soggetti innocenti con unica denuncia, si configurano tanti distinti reati di calunnia, unificati ai sensi dell'art. 81 primo comma c.p., quanti sono gli incolpati.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8142 del 22 luglio 1992
«Il delitto di calunnia si configura come reato di pericolo e, quindi, è sufficiente, per la sua integrazione, la possibilità che l'autorità giudiziaria dia inizio al procedimento per accertare il reato incolpato con danno per il normale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37654 del 12 settembre 2014
«In tema di calunnia, non sussiste il dolo quando la falsa incolpazione consegue ad un convincimento dell'agente in ordine a profili essenzialmente valutativi o interpretativi della condotta denunciata, sempre che tale valutazione soggettiva non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10289 del 4 marzo 2014
«In tema di calunnia, la prova dell'elemento soggettivo può desumersi dalle concrete circostanze e modalità esecutive dell'azione criminosa, attraverso le quali, con processo logico-deduttivo, è possibile risalire alla sfera intellettiva e volitiva...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26819 del 9 luglio 2012
«In tema di calunnia, l'erronea convinzione della colpevolezza della persona accusata esclude il dolo del denunciante, laddove vi siano state un'effettiva verifica o una corretta rappresentazione dei fatti storici su cui l'errore si è fondato, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16645 del 17 aprile 2009
«Non sussiste il dolo del delitto di calunnia se non si ha intenzione di accusare una persona che si sa innocente, e ci si limita alla formulazione di addebiti temerari.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34881 del 14 settembre 2007
«In tema di calunnia, ai fini dell'integrazione dell'elemento psicologico non assume alcun rilievo la forma del dolo eventuale, in quanto la formula normativa «taluno che egli sa innocente» risulta particolarmente pregnante e indicativa della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17992 del 10 maggio 2007
«In tema di calunnia, perché si realizzi il dolo, è necessario che colui che falsamente accusa un'altra persona di un reato abbia la certezza dell'innocenza dell'incolpato, in quanto l'erronea convinzione della colpevolezza della persona accusata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6990 del 17 giugno 1995
«Nel delitto di calunnia il dolo non è integrato dalla coscienza e volontà della denuncia, ma richiede l'immanente consapevolezza da parte dell'agente dell'innocenza dell'incolpato, consapevolezza non ravvisabile nei casi di dubbio o di errore...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8411 del 28 luglio 1992
«In tema di calunnia, e con riguardo all'elemento soggettivo del reato, la certezza dell'innocenza dell'incolpato costituisce l'essenza del dolo e deve essere piena e assoluta nel momento in cui l'incolpazione ha luogo.»