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Diritto di famiglia -

Omogenitorialitą e interesse del minore

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2020
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La tesi che si intende, in questa sede, esporre, analizza la “questione” dell’omogenitorialità, utilizzando, quale punto di vista preferenziale, quello del minore che, suo malgrado, si trova oggetto di evoluzioni legislative e giurisprudenziali atte ad incidere sul suo futuro. In un ambito in cui si evidenziano contrasti tra leggi ed interpretazioni delle stesse e, ancora, in cui la diversità di approccio tra le varie tesi descritte è dominante, si ritiene opportuno utilizzare, come una sorta di linea guida, la Carta costituzionale. Proprio i principi contenuti nella legge fondamentale dello Stato italiano sono in grado di evidenziare la strada da seguire, quella, a parere della scrivente, maggiormente coerente con il panorama di valori espressi anche a livello internazionale.
Diverse sono le problematiche che si affrontano durante il percorso argomentativo: si pensi ad esempio all’approccio dell’opinione pubblica verso le coppie same sex, agli aspetti problematici della L. 76/2016 (Legge sulle unioni civili e convivenze [DOPPIONE - aggiornata con i collegamenti]), all’esame dell’art. 44, lettera d), L. 184/1983 e, infine, all’analisi delle Norme in materia di procreazione medicalmente assistita (PMA), contenute nella L. n° 40 del 2004.
Rispettando l’intento primario di affrontare la materia nel modo più neutro possibile, senza favorire alcuno dei punti di vista approfonditi, si è dato spazio all’intricata vicenda della trascrizione del certificato di nascita del minore nato, all’estero o in Italia, da coppie omosessuali e per tramite di tecniche di PMA. Questione, questa, che apre ad ulteriori riflessioni, quali quella legata al concetto di ordine pubblico (oggetto di importanti sentenze: Cass. 19599/2016 e SS.UU. 12193/2019) e quella relativa al c.d. turismo procreativo.
Messe in luce le parti salienti del lavoro svolto, si dovrebbe enucleare la conclusione della tesi elaborata. Qui, però, non si può concludere, non si può “scegliere” una via interpretativa e favorirla ad un’altra. Come anticipato, l’elaborato è caratterizzato dalla capacità di rimanere sospeso su di una sottile linea normo-giuridica: lo scritto descrive, analizza, confuta e prende posizione (seguendo sempre la “visione costituzionale” si cristallizzano necessariamente alcuni risultati), ma senza mai dimenticarsi della delicata questione di cui tratta.
La conclusione, allora, non può che essere “aperta” e, in attesa che la parola “fine” venga decisa da chi di dovere, si è colta l’occasione per ridestare l’attenzione pubblica verso un ambito, quello delle famiglie non tradizionali, che necessita pur sempre di tutela.

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