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Diritto del lavoro e previdenza sociale -

Il contrasto al "gender pay gap"

TESI MOLTO VENDUTA
AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2022
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Pavia
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Nel corso dell’ultimo secolo, sono stati realizzati notevoli progressi in merito alla condizione di vita delle donne nel mondo; tuttavia, permangono disuguaglianze ad ostacolare il raggiungimento della effettiva parità tra i sessi.
Da una parte, tali disuguaglianze sfociano in discriminazioni di natura giuridica, sociale e politica che derivano da concezioni stereotipiche e arcaiche del ruolo della donna nel consesso famigliare e sociale; dall’altra, esse evolvono in forme di violenza di genere.
In questo elaborato verrà approfondito il primo aspetto del fenomeno, con particolare riguardo al divario retributivo di genere (gender pay gap) nel contesto italiano ed europeo.
Infatti, pur essendo enunciato in fonti nazionali e sovranazionali, il principio per cui le donne hanno diritto a ricevere la medesima retribuzione degli uomini a parità di lavoro subisce continue violazioni. Anche in Italia l’attuazione lenta e travagliata del diritto alla parità retributiva continua a rendere instabile e discontinua la permanenza delle donne all’interno del mercato del lavoro.
Il gender pay gap è un indicatore che misura la differenza delle retribuzioni medie orarie delle donne rispetto alle retribuzioni corrisposte agli uomini ed è il risultato di una discriminazione retributiva. La wage discrimination (discriminazione retributiva) è una forma di discriminazione occupazionale in base alla quale individui con le medesime capacità produttive ricevono salari differenti, a causa di una caratteristica non economica (e.g., sesso, razza, religione). Il ‘genere’ consiste in un insieme di costrutti sociali in grado di influenzare il comportamento e le interazioni dell’individuo, per cui, a seconda che il soggetto sia uomo o donna, sussistono diverse aspettative sociali. In questo senso, l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro retribuito è una conquista recente, in quanto il modello socioculturale prevalente considerava lo svolgimento di attività professionale una prerogativa maschile.
Ad ogni modo, sul differenziale retributivo di genere incidono elementi ulteriori rispetto all’ammontare della retribuzione: la struttura del mercato del lavoro, la concentrazione delle donne in settori sotto-remunerati, la fruizione di contratti atipici, la scarsa percentuale di donne in posizioni di vertice, sistemi di classificazione professionali indirettamente discriminatori e stereotipi di genere. Dunque, se una porzione del gender pay gap è imputabile alla struttura del mercato del lavoro, bisogna chiedersi se le scelte professionali e di vita delle donne siano libere oppure condizionate da un clima di ostilità e sottovalutazione del lavoro femminile, retaggio di un’epoca non molto lontana in cui la legge e la contrattazione collettiva legittimavano l’inquadramento separato per genere.
L’analisi inizierà con una breve premessa storica e statistica, che illustra l’evoluzione della condizione sociale ed economica della donna in Italia, sottolineando l’arretramento delle tutele verificatosi durante la pandemia da Covid-19. Proseguendo, saranno esaminati: i principi generali in tema di retribuzione, al fine di fare luce sulla struttura di questo istituto e sulle garanzie che lo circondano; i differenziali retributivi nel settore privato e in quello pubblico e il significato di ‘lavoro di eguale valore’.
Dopo aver trattato delle fonti giuridiche del principio di parità retributiva, con particolare attenzione alla nuova proposta di direttiva sulla trasparenza salariale, saranno illustrate le nozioni di base di discriminazione diretta e indiretta.
Segue la disamina delle diverse strategie succedutesi nel tempo: dalla enunciazione formale della parità all’adozione di misure di diritto diseguale, tra cui le azioni positive.
Inoltre, si darà contezza dei temi legati alla conciliazione dei tempi di vita e delle nuove forme di organizzazione del lavoro, tenendo conto delle tendenze più recenti.
Infine, verrà dato spazio alla legge di parità salariale italiana.
Sebbene il lavoro non sia sempre stato fonte di diritti e di tutele economiche e sociali, col tempo sugli interessi economici ha prevalso la volontà di perseguire un fine di giustizia sociale, la cui realizzazione passa anche attraverso il raggiungimento della parità di genere. Si tratta di un tema che interseca più ambiti - da quello economico e giuslavoristico ai diritti umani - giacché ogni violazione del principio compromette l’indipendenza economica dell’individuo, funzionale al godimento di altri diritti.

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