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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 852 del 20 marzo 1972
«Ai sensi degli artt. 456 e 484 c.c., il luogo in cui va fatta la dichiarazione di accettazione dell'eredità con beneficio di inventario si determina in base all'ultimo domicilio del defunto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5918 del 15 giugno 1999
«Il principio fissato dall'art. 457 c.c. (secondo cui, per la parte dell'asse ereditario della quale il de cuius non abbia disposto per testamento, si apre la successione legittima) trova applicazione anche nel caso in cui ad un erede legittimo,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2609 del 3 agosto 1972
«Il soggetto istituito erede universale per testamento non può ignorare la propria delazione testamentaria, dichiarandosi erede legittimo e chiedendo sic et simpliciter la quota legittima della eredità, poiché la delazione legittima è configurabile...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10525 del 30 aprile 2010
«In tema di successioni "mortis causa", la delazione che segue l'apertura della successione, pur rappresentandone un presupposto, non è di per sé sola sufficiente all'acquisto della qualità di erede, essendo a tale effetto necessaria anche, da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3696 del 12 marzo 2003
«La semplice delazione che segue l'apertura della successione, pur rappresentandone un presupposto, non è di per sè sufficiente per l'acquisto della qualità di erede, ma diventa operativa soltanto se il chiamato alla successione accetta di essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9782 del 16 settembre 1995
«La delazione conseguente all'apertura della successione ereditaria, pur costituendone un presupposto, non è sufficiente per l'acquisto dell'eredità, a tal fine occorrendo anche che il chiamato proceda all'accettazione mediante una dichiarazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24450 del 19 novembre 2009
«Configurano un patto successorio - per definizione non suscettibile di conversione in un testamento, ai sensi dell'art. 144 c.c., in quanto in contrasto col principio del nostro ordinamento secondo cui il testatore è libero di disporre dei
propri...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5870 del 9 maggio 2000
«Ricorre un patto successorio istitutivo, nullo ai sensi dell'art. 458 c.c. nella convenzione avente ad oggetto la disposizione di beni afferenti ad una successione non ancora aperta che costituisca l'attuazione dell'intento delle parti,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1683 del 16 febbraio 1995
«In tema di patti successori, per stabilire se una determinata pattuizione ricada sotto la comminatoria di nullità di cui all'art. 458 c.c. occorre accertare: 1) se il vincolo giuridico con essa creato abbia avuto la specifica finalità di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4827 del 14 luglio 1983
«L'applicabilità dell'art. 1424 ,c.c., sulla conversione dei contratti nulli, anche ai negozi unilaterali, in virtù del richiamo di cui al precedente art. 1324, comporta solo la convertibilità di un negozio unilaterale nullo in un altro negozio...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 5473 del 29 febbraio 2008
«La morte del debitore d'imposta comporta il trasferimento agli eredi della relativa obbligazione tributaria per effetto della mera accettazione, anche implicita, dell'eredità. Pertanto, ai fini della sussistenza di tale obbligazione in capo agli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9142 del 28 agosto 1993
«La disposizione dell'art. 485 c.c., secondo cui il chiamato all'eredità che è a qualunque titolo nel possesso dei beni ereditari, è considerato erede puro e semplice, ove non ottemperi alle disposizioni circa la compilazione dell'inventario nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8737 del 16 agosto 1993
«In tema di successioni legittime, qualora sussista una pluralità di designati a succedere in ordine successivo, si realizza una delazione simultanea a favore dei primi chiamati e dei chiamati ulteriori, con la conseguenza che questi ultimi, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6400 del 6 dicembre 1984
«L'accettazione, espressa o tacita, dell'eredità, implicando l'effettivo subingresso dell'erede nella totalità o in una parte frazionaria dell'universum jus costituente l'asse ereditario, prescinde dalla specificazione di singoli beni o rapporti,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2161 del 8 luglio 1971
«L'esistenza di una donazione, a titolo di legittima di «anticipo» sulla disponibile, non esclude la possibilità per l'erede legittimo di conseguire in tutto o in parte il residuo patrimonio del de cuius. (Nella specie, si assumeva che con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1741 del 28 gennaio 2005
«Il chiamato all'eredità subentra al de cuius nel possesso dei beni ereditari senza la necessità di materiale apprensione, come si desume dall'art. 460 c.c. che lo abilita, anche prima dell'accettazione, alla proposizione delle azioni possessorie a...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 5597 del 9 aprile 2003
«In tema di imposta sulle successioni, la previgente disciplina di cui al D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 637 (applicabile ratione temporis), non prevedeva — a differenza di quanto ora dispone l'art. 28, comma quinto, del D.L.vo 31 ottobre 1990, n. 346,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4991 del 8 aprile 2002
«L'art. 460 c.c. dispone che i chiamati all'eredità possono, in quanto tali, esercitare le azioni possessorie a tutela dei beni ereditari senza bisogno di materiale apprensione degli stessi, obbedendo all'esigenza che, pur nel periodo tra la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5402 del 5 marzo 2009
«L'indegnità a succedere di cui all'art. 463 cod. civ pur essendo operativa "ipso iure", deve essere dichiarata con sentenza costitutiva su domanda del soggetto interessato, atteso che essa non costituisce un'ipotesi di incapacità all'acquisto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7266 del 29 marzo 2006
«Ai sensi dell'art. 463 c.c. l'indegnità a succedere non integra un'ipotesi di incapacità all'acquisto dell'eredità, ma è causa di esclusione dalla successione; infatti, l'indegnità, come configurata nell'unica disposizione del codice che ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3894 del 7 settembre 1977
«Laddove vi sia successione per rappresentazione, la divisione ereditaria deve essere fatta per stirpi. A questo principio non può derogarsi se non col consenso di tutti i condividenti, che non possono esser tenuti a subire le remore e le spese di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9842 del 5 ottobre 1993
«Poiché l'erede subentra nei rapporti attivi e passivi del de cuius con gli stessi poteri e con gli stessi limiti o vincoli di quest'ultimo, nel caso in cui nel patrimonio del de cuius vi siano beni di una eredità da questo accettata con beneficio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24813 del 8 ottobre 2008
«L'obbligo di accettare l'eredità con beneficio d'inventario non si estende alle fondazioni costituite per testamento con contestuale nomina dell'ente in qualità di erede universale, in quanto il patrimonio della fondazione, destinato a formarsi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 464 del 20 gennaio 1994
«Dalla lettera e dalla collocazione sistematica dell'art. 932 del codice civile del 1865, trasfuso nell'art. 473 del codice civile vigente, si evince che solo nel caso di disposizioni testamentarie a titolo universale a favore di persone giuridiche...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4426 del 24 febbraio 2009
«A norma dell'art. 475 cod. civ, l'atto pubblico o la scrittura privata in cui il chiamato all'eredità assume il titolo di erede deve consistere in un atto scritto che provenga personalmente dal chiamato stesso o nella cui formazione questi abbia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3021 del 25 agosto 1969
«Ai sensi dell'art. 934 c.c. 1865, come ai sensi dell'art. 475 c.c. vigente, si ha accettazione espressa dell'eredità ogni qualvolta il chiamato assuma il titolo di erede in una scrittura privata. Trattasi di autonomo negozio giuridico unilaterale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2663 del 22 marzo 1999
«La ricerca della volontà di accettare l'eredità attraverso l'accertamento e l'interpretazione degli atti compiuti dal chiamato si risolve in un'indagine di fatto non suscettibile di censura in sede di legittimità, purché il risultato sia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12753 del 17 novembre 1999
«L'accettazione tacita di eredità può desumersi soltanto dall'esplicazione di un'attività personale dei chiamato tale da integrare gli estremi dell'atto gestorio incompatibile con la volontà di rinunziare, e non altrimenti giustificabile se non in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 454 del 14 febbraio 1973
«La cessione dei diritti ereditari (documentata, nella specie, da atto ricevuto da notaio negli Stati Uniti d'America) importa— per il cedente — accettazione dell'eredità, sia che si faccia riferimento alla disciplina dettata dall'art. 477 c.c....»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 11213 del 16 maggio 2007
«L'erede legittimo che non abbia partecipato al giudizio, promosso dagli altri eredi legittimi, diretto a far dichiarare la decadenza del (diverso soggetto) chiamato con testamento dal diritto di accettare l'eredità, qualora convenga in via...»