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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7266 del 29 marzo 2006
«Ai sensi dell'art. 463 c.c. l'indegnità a succedere non integra un'ipotesi di incapacità all'acquisto dell'eredità, ma è causa di esclusione dalla successione; infatti, l'indegnità, come configurata nell'unica disposizione del codice che ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1484 del 10 febbraio 1995
«L'incapacità di intendere e di volere prevista dall'art. 428 c.c. ai fini dell'annullamento del contratto consiste in un turbamento dei normali processi di formazione ed estrinsecazione della volontà, che può essere causato anche da grave malattia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 230 del 5 gennaio 2011
«Ai fini dell'accertamento sulla sussistenza o meno della capacità di intendere e di volere del "de cuius" al momento della redazione del testamento, il giudice del merito non può ignorare il contenuto del testamento medesimo e gli elementi di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5620 del 22 maggio 1995
«Ai fini del relativo giudizio il giudice di merito, in particolare, non può ignorare il contenuto dell'atto di ultima volontà e gli elementi di valutazione da esso desumibili, in relazione alla serietà, normalità e coerenza dalle disposizioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9674 del 6 novembre 1996
«Peraltro, non essendo prevista una forma particolare o termini tassativi per la dichiarazione della parte o per la menzione che il notaio deve farne, spetta al giudice di merito stabilire (con apprezzamento incensurabile se adeguatamente motivato)...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4627 del 2 aprile 2002
«La personalità giuridica degli enti ecclesiastici, ivi ricompresi i capitoli, non è soggetta alle regole di cui agli artt. 1 e 16 del codice civile, né dell'art. 16 delle preleggi, trovando per essi applicazione la disciplina pattizia ed...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11688 del 18 settembre 2001
«Poiché la capacità giuridica si acquista al momento della nascita e si estingue con la morte della persona fisica (art. 1 c.c.), deve ritenersi affetta da giuridica inesistenza, denunciabile in ogni tempo e sede, la sentenza pronunciata nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21748 del 16 ottobre 2007
«Ove il malato giaccia da moltissimi anni (nella specie, oltre quindici) in stato vegetativo permanente, con conseguente radicale incapacità di rapportarsi al mondo esterno, e sia tenuto artificialmente in vita mediante un sondino nasogastrico che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14840 del 27 giugno 2006
«In materia di affidamento dei figli minori, il giudice della separazione e del divorzio deve attenersi al criterio fondamentale - posto, per la separazione, nell'art. 155, primo comma, c.c. e, per il divorzio, dall'art. 6 della legge 1 dicembre...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10197 del 16 maggio 2005
«In sede di separazione personale tra coniugi, al fine di determinare l'ammontare dell'assegno di mantenimento dovuto per i figli nati in costanza di matrimonio, il giudice non può trascurare di considerare, nel valutare la capacità patrimoniale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11025 del 8 novembre 1997
«Ne deriva che la fissazione, da parte del giudice di merito, di una somma (nella specie, cinquecentomila lire mensili) quale contributo per il mantenimento di un figlio minore (nella specie, dell'età di nove anni) può legittimamente venir...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10268 del 21 novembre 1996
«In sede di separazione giudiziale, il giudice deve stabilire la misura e le modalità con cui il coniuge non affidatario deve contribuire al mantenimento, istruzione ed educazione dei figli, avendo come esclusivo riferimento la realizzazione dei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5749 del 20 maggio 1993
«Ove, invece, le risultanze istruttorie indichino, di fatto, un diverso e successivo momento di insorgenza della condizione di inadeguatezza patrimoniale dell'un coniuge o della capacità economica dell'altro, il giudice è tenuto a fissare la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2426 del 3 febbraio 2006
«Ove, tuttavia, l'adozione di maggiorenne riguardi un soggetto, il figlio del coniuge, che già appartenga, insieme al proprio genitore naturale ed ai fratelli, minorenni, ex uno latere al contesto affettivo della famiglia di accoglienza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2520 del 27 giugno 1975
«Pur considerando la natura del procedimento d'adozione, in cui si dà il massimo rilievo al potere inquisitorio del giudice e all'efficacia costitutiva del provvedimento rispetto al potere dispositivo delle parti, non può negarsi carattere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23647 del 21 dicembre 2004
«In considerazione del tenore letterale e della ratio di cui all'art. 374 c.c., al tutore è fatto divieto - senza autorizzazione del giudice tutelare - di iniziare ex novo giudizi a nome della persona tutelata, ma non di proseguire quelli che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2205 del 14 febbraio 2003
«È inammissibile il ricorso straordinario per cassazione proposto ai sensi dell'art. 111 Cost. contro il provvedimento con il quale il tribunale provveda in sede di reclamo avverso il decreto del giudice tutelare di rimozione di un tutore,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9217 del 19 aprile 2010
«L'art. 182, secondo comma, c.p.c. (nel testo applicabile "ratione temporis", anteriore alle modifiche introdotte dalla legge n. 69 del 2009), secondo cui il giudice che rilevi un difetto di rappresentanza, assistenza o autorizzazione "può"...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12466 del 28 maggio 2007
«Nel corso del giudizio di interdizione o inabilitazione, spetta al giudice di merito di valutare, anche d'ufficio, ai sensi dell'art. 6 della legge n. 6 dei 2004, se trasmettere gli atti al giudice tutelare perché valuti l'opportunità di nominare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13584 del 12 giugno 2006
«Appartiene all'apprezzamento del giudice di merito la valutazione della conformità di tale misura alle suindicate esigenze, tenuto conto della complessiva condizione psico-fisica del soggetto da assistere e di tutte le circostanze caratterizzanti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18322 del 30 agosto 2007
«Nel giudizio di interdizione è riservato al giudice del merito l'accertamento in concreto dell'esistenza e della misura della patologica alterazione delle capacità mentali e della conseguente incapacità, da parte dell'interdicendo, di provvedere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 515 del 15 gennaio 2004
«Ai fini dell'annullamento di un negozio per incapacità naturale non è necessaria una malattia che annulli in modo assoluto le facoltà psichiche del soggetto, essendo sufficiente un turbamento psichico risalente al momento della conclusione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10505 del 25 ottobre 1997
«Il convincimento del giudice di merito circa l'esistenza dell'incapacità di intendere e di volere del soggetto nel momento in cui ha posto in essere l'atto del quale è chiesto l'annullamento a norma dell'art. 428 c.c. costituisce un apprezzamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6756 del 15 giugno 1995
«Ai fini della sussistenza dell'incapacità di intendere e di volere, costituente causa di annullamento del negozio (nella specie, dimissioni) non occorre la totale privazione delle facoltà intellettive e volitive, essendo sufficiente la menomazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4677 del 26 febbraio 2009
«...o volitiva del contraente. Peraltro, la prova dell'incapacità deve essere rigorosa e precisa ed il suo apprezzamento, riservato al giudice del merito, non è censurabile in sede di legittimità tranne che per vizi logici o errori di diritto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2210 del 5 febbraio 2004
«Qualora sia proposta domanda di annullamento di un contratto per incapacità naturale, l'indagine relativa alla sussistenza dello stato di incapacità del soggetto che abbia stipulato il contratto ed alla malafede di colui che contrae con l'incapace...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1099 del 14 febbraio 1990
«Poiché il diritto agli alimenti è legato alla prova non solo dello stato di bisogno, ma anche dell'impossibilità da parte dell'alimentando di provvedere in tutto o in parte al proprio sostentamento mediante l'esplicazione di attività lavorativa,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1767 del 15 marzo 1986
«Nel concorso di più obbligati alla prestazione alimentare, ai sensi dell'art. 441 c.c., il giudice non è tenuto a ripartire fra i coobbligati in eguale misura l'assegno valutato sufficiente allo stretto necessario, per il sostentamento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6519 del 19 luglio 1996
«Il credito dell'assegno di mantenimento attribuito dal giudice al coniuge separato senza addebito di responsabilità, ai sensi dell'art. 156 c.c., avendo la sua fonte legale nel diritto all'assistenza materiale inerente al vincolo coniugale e non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10370 del 22 ottobre 1997
«Il concetto di utilitas, intesa come elemento costitutivo di una servitù prediale, non può avere riferimento ad elementi soggettivi ed estrinseci relativi all'attività personale svolta dal proprietario del fondo dominante, ma va correttamente...»