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Cassazione civile, Sez. VI-5, ordinanza n. 6391 del 13 marzo 2013
«Il divieto di nuove eccezioni in appello, introdotto per il giudizio contenzioso ordinario con la legge 26 novembre 1990, n. 353, tramite la riforma dell'art. 345 c.p.c., e successivamente esteso al giudizio tributario dall'art. 57 del d.l.vo 31...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27906 del 21 dicembre 2011
«L'eccezione di giudicato può legittimamente essere allegata dopo l'udienza di precisazione delle conclusioni (nella specie in sede di appello), se soltanto dopo tale momento esso si è formato. Ricorrendo tale ipotesi, il giudice non può ritenere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6350 del 16 marzo 2010
«La formula "somma maggiore o minore ritenuta dovuta" o altra equivalente, che accompagna le conclusioni con cui una parte chiede la condanna al pagamento di un certo importo, non può essere considerata, di per sé, come una clausola meramente di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18915 del 21 settembre 2004
«Anche nel nuovo testo dell'art. 345 c.p.c., il quale (al secondo comma) non ammette in appello la proposizione di nuove eccezioni, che non siano rilevabili anche d'ufficio, è ammissibile la doglianza con la quale l'appellante faccia valere per la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12417 del 7 luglio 2004
«Le nuove eccezioni, al pari delle nuove domande, non possono trovare ingresso in appello (art. 345 c.p.c. novellato); se prospettate, la relativa preclusione è rilevabile d'ufficio, anche per la prima volta in sede di legittimità, in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1287 del 1 febbraio 2002
«Proposta opposizione a decreto ingiuntivo emanato su istanza di un istituto di credito contestando la misura degli interessi richiesti dalla banca, non costituisce eccezione nuova preclusa in grado d'appello la contestazione del criterio di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25213 del 30 novembre 2009
«L'interruzione della prescrizione può essere dedotta per la prima volta in sede di appello e il giudice del gravame, chiamato a decidere sulla questione di prescrizione ritualmente introdotta dal convenuto, può tener conto del fatto interruttivo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4456 del 8 aprile 2000
«La parte che abbia eccepito in primo grado la prescrizione quinquennale non può in appello eccepire la prescrizione decennale, né il giudice può applicare d'ufficio detta prescrizione, atteso che colui contro il quale è stata eccepita la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15832 del 19 luglio 2011
«In tema di impugnazioni, la deduzione, ad opera dell'appellato, del proprio difetto di titolarità passiva del rapporto fatto valere in giudizio dall'attore, risolvendosi nella contestazione dei requisiti di fondatezza della domanda, non rientra...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17525 del 19 novembre 2003
«La mancata proposizione, per il tramite di appello incidentale ovvero nella comparsa di costituzione e risposta, dell'eccezione relativa al difetto di rappresentanza della persona giuridica appellante, non determina alcuna tardività, atteso che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4277 del 21 luglio 1984
«Mentre la legittimazione ad causam, costituendo una condizione dell'azione, intesa come diritto potestativo di ottenere una qualsiasi decisione di merito, è riscontrabile d'ufficio, in ogni stato e grado, alla stregua della prospettazione della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8663 del 25 giugno 2001
«L'eccezione di compensazione, costituendo un'eccezione in senso proprio, è proponibile per la prima volta anche in appello, con lo stesso atto di impugnazione che segna i limiti del giudizio di secondo grado pur se amplia l'oggetto della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15658 del 21 giugno 2013
«Anche in materia di mediazione la non contestazione del convenuto costituisce un comportamento univocamente rilevante ai fini della determinazione dell'oggetto del giudizio, con effetti vincolanti per il giudice, che dovrà astenersi da...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8203 del 20 aprile 2005
«Nel rito ordinario, con riguardo alla produzione di nuovi documenti in grado di appello, l'art. 345, terzo comma, c.p.c. va interpretato nel senso che esso fissa sul piano generale il principio della inammissibilità di mezzi di prova «nuovi» — la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3709 del 17 febbraio 2014
«L'indispensabilità della nuova produzione documentale in appello, agli effetti dell'art. 345, terzo comma, cod. proc. civ. (nel testo applicabile "ratione temporis"), non va apprezzata limitatamente al momento della formazione delle preclusioni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19608 del 27 agosto 2013
«In tema di nuova produzione documentale in appello, la valutazione di non indispensabilità, che ne provoca la mancata ammissione, deve essere espressamente motivata dal giudice del gravame, quanto alla ritenuta mancanza di attitudine dei nuovi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24414 del 19 novembre 2009
«Nel giudizio di appello l'istanza di esibizione di documenti, ai sensi dell'art. 210 c.p.c., è sottoposta agli stessi limiti di ammissibilità previsti dall'art. 345, terzo comma, c.p.c., con riferimento alla produzione documentale, con la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3033 del 8 febbraio 2013
«Nel vigente ordinamento processuale, il giudizio d'appello non può più dirsi, come un tempo, un riesame pieno nel merito della decisione impugnata ("novum judicium"), ma ha assunto le caratteristiche di una impugnazione a critica vincolata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10487 del 1 giugno 2004
«In relazione all'ammissibilità di nuove prove in appello, ex art. 345 c.p.c., qualora la parte dimostri di non aver potuto proporre la prova in primo grado per causa non imputabile, potrà ottenerne l'ammissione a prescindere dal requisito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8877 del 1 giugno 2012
«In tema di prove nuove in appello, la valutazione di indispensabilità dei nuovi documenti, ai sensi dell'art. 345, terzo comma, c.p.c., può risultare dalla motivazione della sentenza di appello, presupponendo unicamente che i nuovi documenti siano...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26020 del 5 dicembre 2011
«L'art. 345, terzo comma, c.p.c., come modificato dalla legge 26 novembre 1990, n. 353, nell'escludere l'ammissibilità di nuovi mezzi di prova, ivi compresi i documenti, consente al giudice di ammettere, oltre alle nuove prove che le parti non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25569 del 17 dicembre 2010
«Il giudice d'appello, sia pure con l'obbligo di motivare adeguatamente, secondo un tipico apprezzamento di fatto, il suo disaccordo dalle conclusioni del consulente tecnico d'ufficio del primo grado, non è tenuto a disporre una nuova consulenza,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17439 del 31 luglio 2006
«La richiesta di ammissione di nuove prove in appello, ex art. 345 c.p.c., è sottoposta al vaglio del giudice di merito, che le ammetterà solo ove indispensabili ai fini del decidere; il potere di apprezzamento di tale necessario presupposto di...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 3310 del 19 febbraio 2004
«In tema di giudizio di appello davanti al giudice ordinario, il potere istruttorio attribuito al giudice di appello dal comma terzo dell'arte. 345 c.p.c., benchè abbia carattere ampiamente discrezionale, non può essere esercitato per sanare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1719 del 7 febbraio 2001
«Il requisito della novità a cui è condizionata, a norma dell'art. 345, comma secondo, c.p.c. (nel testo anteriore alla legge 26 novembre 1990, n. 353), l'ammissione dei mezzi di prova in appello, non osta a che la prova testimoniale, dichiarata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2095 del 31 gennaio 2007
«Il principio di unità ed infrazionabilità della prova non preclude l'escussione in appello di testimoni ritualmente indicati in primo grado ed esclusi dal primo giudice con la riduzione della lista sovrabbondante, purché la parte interessata abbia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1103 del 3 febbraio 1994
«È inammissibile in appello, non vertendosi in un'ipotesi di prova nuova ex art. 345 c.p.c., la prova testimoniale già indicata e rinunciata in primo grado. (Nella specie, la parte dopo avere articolato la prova testimoniale aveva omesso di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5362 del 10 dicembre 1977
«Il giudice di appello, allorché la lite è stata definita in primo grado in base a giuramento suppletorio, pur non avendo il potere di disporre prove in contrasto con tale mezzo istruttorio, né di revocare discrezionalmente l'ordinanza ammissiva di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4106 del 13 luglio 1982
«Ai fini dell'ammissibilità in appello della rinnovazione dell'interrogatorio formale, è necessario, per il principio della contestualità ed unitarietà della prova, che tale mezzo istruttorio abbia il requisito della novità cioè verta su fatti del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7340 del 27 luglio 1998
«Il decreto con cui il prefetto, nel caso in cui la pubblica amministrazione non sia parte in causa, richiede, a norma degli artt. 41, secondo comma, e 368 c.p.c., che le Sezioni Unite della Corte di cassazione dichiarino il difetto di...»