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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21353 del 15 maggio 2003
«Ai fini della concessione dell'attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall'art. 219 comma 3 l. fall., fermo restando che la valutazione deve riguardare il pregiudizio economico arrecato ai creditori dai fatti di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13285 del 21 marzo 2013
«In tema di bancarotta fraudolenta, il giudizio relativo alla particolare tenuità del fatto deve essere posto in relazione alla diminuzione, non percentuale ma globale, che il comportamento del fallito ha provocato alla massa attiva che sarebbe...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12284 del 18 dicembre 1975
«L'art. 3 della Costituzione, relativo alla eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, non può considerarsi in alcun modo violato dalla parità di trattamento punitivo stabilita dagli artt. 217, 219 della legge fallimentare in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1762 del 14 gennaio 2008
«In tema di bancarotta fraudolenta, vi è il divieto di un nuovo giudizio (art. 649 c.p.p.) per una ulteriore ipotesi di distrazione di danaro, sul presupposto che il pur distinto fatto distrattivo contestato sia assorbito nel disvalore dell'unico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3619 del 31 gennaio 2007
«In tema di pluralità di fatti di bancarotta (artt. 216, 217 e 224 L. fall.), la commissione, nel contesto di un unico fallimento, di più fatti di bancarotta fraudolenta e semplice, previsti e sanzionati rispettivamente dagli articoli 216 e 217 L....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38810 del 22 novembre 2006
«In tema di bancarotta per distrazione (art. 216 L. fall.), è illegittima la decisione con cui il giudice di appello applichi la disciplina della continuazione in relazione ad una pluralità di fatti distrattivi anziché considerarli quale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32254 del 31 luglio 2003
«In tema di reati fallimentari, diversi episodi di bancarotta nell'ambito dello stesso fallimento ben possono atteggiarsi quali segmenti di un più ampio comportamento distrattivo in un'articolata condotta criminosa, come previsto quoad poenam...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10423 del 2 ottobre 2000
«La pluralità di atti di bancarotta è considerata, ai sensi dell'art. 219, comma 2, n. 1, L. fall., come semplice circostanza aggravante del reato (assoggettata all'ordinario giudizio di comparazione tra aggravanti ed attenuanti) solo all'interno...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3700 del 16 aprile 1993
«L'art. 219 comma secondo n. 1 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267, il quale prevede un aumento di pena nel caso che siano stati commessi più fatti di bancarotta tra quelli indicati nel precedente comma primo, pur contenendo una speciale disciplina in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4550 del 8 febbraio 2011
«In tema di reati fallimentari, l'inosservanza dell'obbligo di deposito delle scritture contabili (artt. 16, n. 3, 220 R.D. deve ritenersi assorbita dalla fattispecie di bancarotta fraudolenta documentale, commessa mediante sottrazione del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42618 del 3 novembre 2004
«Sussiste il reato previsto dagli artt. 220 e 16, comma secondo n. 3 legge fall. qualora, entro ventiquattro ore dalla comunicazione della sentenza dichiarativa di fallimento, il fallito non ottemperi all'ordine di deposito dei bilanci e delle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9724 del 3 marzo 2004
«La previsione incriminatrice di cui all'art. 220 legge fallimentare che prevede l'obbligo di procedere al deposito dei bilanci e delle scritture contabili non si applica all'imprenditore soggetto a liquidazione coatta amministrativa, sia che si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13812 del 4 aprile 2007
«In tema di reati fallimentari, l'allontanamento del fallito dal luogo di residenza, in assenza dell'autorizzazione del giudice delegato, non è più assoggettata a sanzione penale, considerato che il testo previgente dell'art. 49 legge fall. è stato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42372 del 29 ottobre 2004
«L'obbligo del fallito di non allontanarsi dalla propria residenza senza l'autorizzazione del giudice delegato, allo scopo di assicurarne la sollecita presentazione innanzi agli organi del procedimento concorsuale, impedisce di considerare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9575 del 4 settembre 1987
«In caso di fallimento di una società con soci a responsabilità illimitata, ciascun socio risponde dei fatti di bancarotta fraudolenta commessi sia sui beni propri che su quelli della società. Con la precisazione, però, che i beni appartenenti al...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 154 del 5 gennaio 2006
«In tema di bancarotta, rientra tra gli «obblighi imposti dalla legge», la cui inosservanza, se causa o concausa di dissesto societario ovvero di aggravamento dello stesso dissesto, può dar luogo a responsabilità penale degli amministratori, ai...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40581 del 3 dicembre 2002
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 224, n. 2, della legge fallimentare (R.D. 16 marzo 1942, n. 267), rientra tra gli “obblighi imposti dalla legge” la cui inosservanza, se causa o concausa di dissesto societario ovvero di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8705 del 4 agosto 1992
«L'art. 227 legge fallimentare, nel prevedere i reati fallimentari dall'institore, non fa distinzione alcuna tra institore preposto all'esercizio di tutta l'impresa commerciale, di cui al primo comma dell'art. 2203 c.c., e institore la cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46802 del 2 dicembre 2004
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 228 della legge fallimentare, che sanziona la condotta del curatore il quale — avvantaggiando consapevolmente se stesso o un terzo — privilegia interessi privati contrastanti con la finalità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19818 del 30 aprile 2003
«La nozione di interesse privato in atti del fallimento, rilevante ai sensi dell'art. 228 l. fall., non comprende solo l'ipotesi della mera coincidenza tra i vantaggi privati e gli interessi dell'ufficio ovvero il caso in cui l'interesse privato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4172 del 10 marzo 1995
«La condotta criminosa prevista dall'art. 229 della legge fallimentare è quella del curatore che riceve o pattuisce una retribuzione, in danaro o in altra forma, in aggiunta all'altra liquidata in suo favore dal tribunale o dal giudice delegato, e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 670 del 13 gennaio 2011
«Integra il delitto di peculato e non quello di omessa consegna o deposito di cose del fallimento la condotta del curatore che, prima di consegnarle a seguito di un ordine del giudice delegato e negando in precedenza di averle ricevute, abbia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21081 del 5 maggio 2004
«Integra gli estremi del delitto di cui all'art. 232, comma terzo, n. 1, legge fallimentare (ricettazione post-fallimentare), la condotta consistita in distrazione di merci e danaro, di una società dichiarata fallita, dei quali si abbia la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8383 del 20 febbraio 2013
«Nell'oggetto materiale del reato di ricettazione prefallimentare rientra anche il denaro dell'imprenditore in dissesto.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7891 del 14 luglio 1995
«In tema di distrazione senza concorso col fallito (art. 232 legge fallimentare), la condotta consiste essenzialmente nello stornare beni dal patrimonio tutelato, impedendone l'apprensione da parte degli organi fallimentari e presuppone, quindi,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5092 del 24 aprile 1987
«In tema di reati fallimentari, la circostanza di cui all'art. 232 ultima parte della legge fallimentare si applica solo all'imprenditore acquirente e non quindi a colui che abbia sottratto o distratto i beni del fallito per cui non colpisce...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31117 del 4 agosto 2011
«In tema di reati fallimentari, qualora la dichiarazione di fallimento sia stata preceduta dall’ammissione a concordato preventivo, il momento consumativo di detti reati, dal quale inizia a decorrere il termine prescrizionale, deve ritenersi...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 43428 del 7 dicembre 2010
«Ai fini del calcolo dei termini di prescrizione del reato, deve tenersi conto della disposizione per cui, in caso di sospensione del processo per impedimento dell'imputato o del suo difensore, l'udienza non può essere differita oltre il...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 24468 del 12 giugno 2009
«In caso di abrogazione di una norma incriminatrice, per accertare se le tipologie di fatti in essa comprese siano riconducibili ad altra disposizione generale preesistente, è necessario procedere al confronto strutturale tra le due fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8363 del 19 dicembre 2005
«In tema di bancarotta fraudolenta, nelle stesse ipotesi previste dall'art. 238, secondo comma, R.D. 16 marzo 1942, n. 267, in cui è possibile esrcitare l'azione penale anche prima della pronuncia della sentenza dichiarativa di fallimento, deve...»