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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2009 del 26 febbraio 1994
«Il successivo accertamento, con la sentenza, della invalidità della costituzione in giudizio di una delle parti, che ne comporta la dichiarazione di contumacia, non incide sulla validità dell'udienza di discussione ancorché svoltasi con la sola...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1439 del 26 febbraio 1990
«Dopo l'udienza di discussione della causa, l'ordinamento processuale non autorizza alcuna attività processuale, sia di richieste istruttorie che difensionali, delle parti, nemmeno sotto il profilo della sollecitazione all'esercizio di poteri di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6623 del 9 novembre 1983
«Una volta fissata l'udienza collegiale di discussione in un giorno riservato, secondo il calendario giudiziario, alla discussione medesima, la circostanza che in detta udienza il collegio sieda senza la partecipazione del giudice istruttore, ma in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4039 del 11 giugno 1983
«Sia nel rito ordinario che nel nuovo rito del lavoro, nel caso in cui il giudice, cui spetta la direzione del dibattimento, non abbia espressamente limitato la discussione alla trattazione di istanze preliminari, la parte ammessa alla discussione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6007 del 12 novembre 1982
«La relazione della causa in pubblica udienza ex art. 275 c.p.c. non è prescritta a pena di nullità, mentre la discussione orale, di cui alla citata norma, ha carattere facoltativo.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3237 del 16 maggio 1981
«La relazione orale del giudice, che, nei giudizi davanti agli organi collegiali deve precedere, tanto per il rito ordinario (art. 275 c.p.c.) quanto per quello del lavoro (art. 437 c.p.c.), la discussione delle parti, non è prescritta a pena di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14393 del 21 dicembre 1999
«L'esatto contenuto della pronuncia giurisdizionale va individuato non alla stregua del solo dispositivo, ma integrando il dispositivo con la motivazione, nella parte in cui questa rivela una effettiva volontà del giudice.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6471 del 15 luglio 1997
«Sebbene, di norma, la pronunzia giurisdizionale sul merito debba essere unica e tale da definire il giudizio con un unica sentenza, quando il giudice riconosca che la sollecitata definizione di una parte della domanda o di alcuni capi dell'unica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6882 del 20 marzo 2009
«Nel caso in cui vengano proposte domande che si pongono in rapporto di pregiudizialità logica tra loro (come, nella specie, la domanda di accertamento dell'illegittimità del recesso per giusta causa del preponente dal rapporto di agenzia e quelle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4821 del 18 maggio 1999
«Nel vigente sistema processuale il frazionamento della decisione comporta l'esaurimento dei poteri decisori per la parte della controversia definita con la sentenza interlocutoria, con la conseguenza che la prosecuzione del giudizio non può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16135 del 9 luglio 2009
«L'ordinamento processuale ammette sentenze di condanna condizionate, quanto alla loro efficacia, al verificarsi di un determinato evento futuro ed incerto, alla scadenza di un termine prestabilito o ad una controprestazione specifica, sempre che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4979 del 4 aprile 2001
«Poiché il nostro ordinamento ammette la possibilità d'una condanna condizionata, è consentito al proprietario di un fondo rustico agire in giudizio, ex art. 46 legge 203 del 1982, per l'accertamento della data di cessazione dell'affitto, a nulla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6329 del 12 luglio 1996
«Nell'ordinamento processuale vigente sono ammesse sentenze nelle quali l'efficacia della condanna è subordinata al verificarsi di determinati eventi futuri ed incerti o al sopravvenire di un termine o al preventivo adempimento di una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 546 del 30 gennaio 1985
«Il giudice che abbia deliberato una sentenza non definitiva, anche se non passata in giudicato, resta da questa vincolato, agli effetti della prosecuzione del giudizio davanti a sé, in ordine alle questioni definite e a quelle da queste...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12505 del 7 luglio 2004
«Con riferimento alla norma dell'art. 72 della legge fallimentare, in fattispecie di preliminare di permuta di area edificabile con fabbricato da realizzare sull'area medesima, il trasferimento della proprietà del bene, con la relativa consegna,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43367 del 24 novembre 2011
«Nel caso di lesioni personali seguite dal decesso della vittima dell'azione delittuosa, l'eventuale presenza di una grave cardiopatia che abbia concorso nella causazione della morte non elide il nesso di causalità tra la condotta lesiva...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 631 del 15 gennaio 2007
«È configurabile il dolo omicidiario nella condotta dell'agente che, dopo avere ripetutamente colpito con calci, pugni e un corpo contundente parti vitali del corpo della vittima, la trasporti sino a una spiaggia, per ivi abbandonarla bocconi sulla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2587 del 27 febbraio 1998
«Ai fini della ravvisabilità del tentativo, i requisiti della idoneità e della univocità degli atti devono potersi rilevare obiettivamente dalla condotta degli agenti e dalle modalità degli atti da loro posti in essere, senza che, a tal fine, possa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9949 del 5 novembre 1997
«In tema di delitti omicidiali, deve qualificarsi come dolo “diretto”, e non meramente “eventuale”, quella particolare manifestazione di volontà dolosa definita “dolo alternativo” che sussiste allorquando l'agente si rappresenta e vuole...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5129 del 31 maggio 1997
«In tema di valutazione del dolo nel delitto di omicidio deve ritenersi contraddittorio il riconoscimento della predeterminazione quando la morte sia conseguente ad un violento pestaggio, premeditato, motivato da ragioni di vendetta e eseguito con...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3571 del 12 aprile 1996
«Sussiste il dolo eventuale quando l'agente, ponendo in essere una condotta diretta ad altri scopi, si rappresenta la concreta possibilità del verificarsi di ulteriori conseguenze della propria azione e, nonostante ciò, agisce accettando il rischio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3277 del 29 marzo 1996
«La volontà dolosa, a seconda dei vari livelli di intensità dai quali può essere caratterizzata, può dar luogo alla configurabilità del dolo intenzionale (allorché si persegue l'evento come scopo finale della condotta o come mezzo necessario per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3766 del 31 marzo 1994
«Sussiste il dolo del delitto di omicidio allorquando l'agente, pur non mirando ad un evento mortale come proprio obiettivo intenzionale, abbia tuttavia previsto come probabile — secondo un normale nesso di causalità — la verificazione di un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3493 del 27 marzo 1991
«Il delitto tentato è una fattispecie di reato autonomo che la legge (art. 56 c.p.) ha disciplinato autonomamente, definendola come condotta (compiuta o non) univocamente diretta alla realizzazione dell'evento. Ne consegue che l'elemento soggettivo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6396 del 3 maggio 1990
«In tema di omicidio volontario non assume rilievo il criterio della prevedibilità, sia pure in grado elevato, dell'evento morte, ma quello della effettiva previsione del probabile o possibile decesso come conseguenza dell'azione, ciò nonostante...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8437 del 28 luglio 1988
«Lo stato di emozione profonda, determinato dall'impulso spasmodico all'azione e/o dalla paura, in tema di omicidio, anche tentato nulla toglie alla piena imputabilità dell'agente e soprattutto alla qualificazione del dolo, che, anzi, concorre a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4805 del 12 aprile 1980
«Ai fini della sussistenza dell'elemento psicologico del delitto di omicidio volontario è necessario e sufficiente che l'agente si sia rappresentata la morte come conseguenza diretta della sua azione od omissione, e quindi l'abbia voluta in ogni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 787 del 15 gennaio 2013
«Posto che l'esercizio, da parte del curatore, della facoltà di scelta tra lo scioglimento od il subingresso nel contratto preliminare di vendita, ai sensi dell'art. 72 legge fall. (nel testo, vigente "ratione temporis", anteriore alle modifiche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19035 del 3 settembre 2010
«L'esercizio da parte del curatore della facoltà di scelta tra lo scioglimento o il subingresso nel contratto preliminare di vendita pendente, ai sensi dell'art. 72 legge fall. (nel testo, vigente "ratione temporis", anteriore alle modifiche...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6517 del 26 aprile 2012
«Il carattere parziale o non definitivo della sentenza di primo grado comporta che il gravame debba riguardare soltanto la questione dalla stessa affrontata, con la conseguenza, da un lato, che l'appellante non è obbligato a riproporre le altre...»